Bollettino libero cristiano evangelico  della "Piccola Iniziativa Cristiana" a cui tutti possono partecipare utile per la riflessione e lo studio biblico

 

GUARIGIONE DEL PARALITICO DI BETESDA (Giov. 5) - SABATO GIUDAICO E DEITÀ DI GESÙ- di Renzo Ronca – 17-3-17

 

 

 

Il cap. 5 di Giovanni è particolarmente denso di significato. Proviamo a leggerlo o comunque a tenerlo vicino per consultarlo mentre proseguiamo il ns scritto. [copierò comunque in fondo allo scritto tutto il capitolo]

 

La vasca di Betesba e l’angelo:

Il racconto dell’angelo (v.3b e 4) che avrebbe guarito il primo malato che si fosse immerso nell’acqua dopo ogni increspatura, è controverso (1). E comunque non essendo fondamentale per la comprensione del passo preferirei non evidenziarlo troppo.

 

 L’episodio:

Gesù di sabato guarisce un paralitico accanto alla vasca di  Betesda, poi sembra scomparire tra la folla (v.13b). I Giudei applicando in modo letterale le loro leggi sulle proibizioni del sabato si accorgono che l’uomo guarito “portava il suo lettuccio”, atto considerato come “lavoro” (2) e dunque condannabile dall’applicazione esasperata del comandamento biblico (3) e lo accusano. L’uomo si difende dicendo che di portare il lettuccio glielo aveva detto quello che  lo aveva guarito. Ed in effetti era vero (“Gesù gli disse: «Àlzati, prendi il tuo lettuccio e cammina» v.8). I Giudei allora vogliono sapere chi era quest’uomo “guaritore”, ma l’uomo guarito non lo sapeva (v.12-13). Nasce così una ricerca e poi un confronto diretto che porterà Gesù a fare affermazioni decisive, fondamentali per tutti noi sulla Sua identità.

 

Comportamento di Gesù

Gesù alle volte ha dei modi di fare che sembrano provocatori: in qs caso va in un luogo affollato e compie una guarigione di sabato sapendo come fossero suscettibili i Giudei del Suo tempo su questo argomento (4); non solo, ma dice all’uomo guarito di portare il lettuccio, sapendo che questo atto non sarebbe passato inosservato. Sembra quasi che voglia stuzzicare e provocare una reazione.  L’uomo guarito però non conosceva Gesù e l’indagine dei Giudei rischiava di finire lì. Gesù però lo va ad incontrare di nuovo (“Più tardi Gesù lo trovò nel tempio…” v.14a); in un certo senso si fece volutamente riconoscere in qualche modo. L’uomo ha così la possibilità di confermare la sua versione e di “scaricare”, per così dire, la responsabilità del suo “lavoro di sabato” su Gesù. L’uomo guarito aveva certamente paura delle guardie dei Giudei -non dimentichiamo che la condanna per chi lavorava di sabato poteva essere la morte- per questo riferisce loro quanto sa: “..disse ai Giudei che colui che l'aveva guarito era Gesù.” V.5.

Dal comportamento di Gesù dalla scelta inconsueta di guarire quest’uomo peccatore (“…non peccare più…” v.14) che non l’aveva cercato, dalla scelta del posto, del momento, sembra di capire che Egli aveva in mente un piano preciso, e che VOLEVA essere trovato, che compie tutto questo proprio per poter avere l’occasione di dire quanto poi dirà, in modo pubblico, davanti a tutti.

Altra cosa da notare è che i Giudei non si interessano assolutamente della guarigione di un uomo malato da 38 anni, che nessuno aiutava ad entrare nella vasca per primo perché potesse guarire (v.3-7), non si rallegrano per lui, ma mettono in evidenza una possibile trasgressione ad una della tantissime esagerate leggi sul sabato. Questa caparbia durezza di cuore di chi applica le leggi senza capirne lo spirito d’amore di Dio (5), provoca tristezza ed indignazione nel Signore (6). Questa volta però non si limita a trattare l’uso improprio della legge, ma va oltre, come vedremo appresso, proclamando la sua deità.

 

Comportamento dell’uomo che viene guarito:

Siamo abituati a vedere atti di guarigione verso persone dalla grande fede in Gesù, mentre qui il Signore ci sorprende con una scelta inconsueta: si rivolge ad un uomo che non Lo conosce, non sa nemmeno che Lui è Gesù.  Sembrerebbe dunque che la guarigione in questo caso non sia stata dettata dalla fede del malato. La Scrittura non ci fornisce alcuna spiegazione del perché Gesù tra i tanti scegliesse proprio questa persona, che non sembra proprio nulla di speciale: non Lo aveva cercato, non ha dubbi nel segnalarLo ai Giudei (pur di salvare se stesso), e a quanto ne sappiamo, non sembra nemmeno molto  riconoscente della guarigione.

 

Motivazioni della scelta:

Giovanni non fornisce particolari. Non sappiamo nemmeno chi fosse quest’uomo né se fosse malato dalla nascita, sappiamo solo che era in qs condizioni da 38 anni. Il Signore è libero di fare scelte al di là della nostra logica; possiamo ipotizzare che forse in qs caso non voleva che si pensasse che quest’uomo era uno dei suoi discepoli o che avesse ottenuto la guarigione per un qualche merito di particolare devozione o fede. L’azione di Dio è misericordiosa a prescindere da chi siamo noi.

 

La deità di Gesù: Eccoci al punto focale del passo. Gesù ha saputo mettere insieme ogni singolo gesto e situazione proprio per arrivare a questo.

 

Gesù rispose loro: «Il Padre mio opera fino ad ora, e anch'io opero». (Giovanni 5:17)

 

«Il Padre mio…

Notiamo come in qs caso non dice “il Padre vostro” o “nostro”, ma quasi ad evidenziare una divisione tra Lui e il loro modo di essere, dice “mio”.

 

..opera fino ad ora,

Dio Padre, dopo aver creato il mondo non ha mai smesso di operare perché sostiene l’universo. Gesù non ha mai messo in discussione il comandamento del riposo nel settimo giorno, è solo contrario all’uso improprio che i giudei facevano della Legge; per questo parte proprio dalla creazione. Essi dicevano che Dio si riposò astenendosi da tutto, ma poteva il Creatore non essere presente nel creato in ogni istante? La Sua opera era costante dall’inizio fino al presente ed oltre; costante come il Suo amore, che era ed è proprio nel concepimento e nella realizzazione di ogni opera.

 

e anch'io opero»

Questa affermazione esasperava l’odio religioso dei Giudei contro Gesù, infatti secondo la loro logica, non solo il Cristo era passibile di morte per aver violato le numeroso leggi del sabato, ma addirittura osava mettersi allo stesso livello dell’Eterno! Essendo Dio unico non potevano pensare che ci fosse un altro Dio, ci sarebbero state due divinità, e quindi il politeismo. I versetti dal 17 al 47 sono la grande rivelazione dell’identità di Gesù Cristo, spiegata da Lui stesso. Comprendiamo allora il perché Gesù avesse preso spunto dal sabato ed avesse preso in prestito la guarigione di quell’uomo: Egli voleva arrivare a questa sua rivelazione chiara della Sua divinità, che è il vero centro del capitolo che stiamo leggendo. “Egli rivendica per cinque volte la sua uguaglianza con Dio. 1° Egli è pari a Dio nella Sua persona (vv.17-18); 2° nelle Sue opere (19-20); 3° nella Sua potenza e sovranità (v.21); 4° nel Suo giudizio (v.22); 5° in quanto ad onore (v.23). [MacArthur]

 

Conclusioni:

Non credo che la nostra mente possa arrivare a comprendere la pienezza della rivelazione del Cristo a meno che non sia illuminata dallo Spirito Santo (7). Non a caso alcune chiese chiese ancora oggi (che spesso hanno un approccio biblico letterale, definite giudaico-cristiane), finiscono per dire più o meno chiaramente che lo Spirito Santo non agisce più e che Gesù non è come Dio. Ma senza una “sperimentazione” vera del Risorto nel nostro corpo terreno, che ci cambia il cuore e ci fa come nascere di nuovo, non potremmo mai cambiare la nostra mentalità, aprire il ns modo ristretto di ragionare. La libertà dei “figli di Dio” nasce dal miracolo di una rinascita, che non si ottiene per dei meriti speciali o l’osservanza della Legge come pensavano i Giudei, ma viene da un solo atto regale di Dio in Cristo. Esattamente come a quell’uomo sconosciuto, che era vicino la vasca di Betesda, a cui Gesù viene vicino e dice “vuoi essere guarito”? Se la domanda all’inizio poteva sembrarci retorica, adesso invece ci appare in una prospettiva diversa: potevano “guarire” quei Giudei non avendo la consapevolezza di essere “malati”? Infatti la prima condizione necessaria per la guarigione sta nel vedersi malati, e la prima condizione per la salvezza sta nel fatto di vedersi perduti. Solo chi è consapevole di non poter camminare può desiderare di camminare. I Giudei si sono sempre ritenuti “giusti”, perfetti, eletti, salvati solo perché “figli di Abramo”; ma il loro orgoglio è cosa vuota, come disse Giovanni Battista: “Fate dunque opere degne della conversione e non cominciate a dire in voi stessi: Abbiamo Abramo per padre! Perché io vi dico che Dio può far nascere figli ad Abramo anche da queste pietre.” (Lc 3:8)

 

E noi cristiani non facciamo lo stesso errore dei Giudei dicendo che, siccome conosciamo Gesù, siamo salvati per la croce, perché non è così. La conversione è un processo che richiede consapevolezza e pentimento, e chi si sente nel giusto è allora che probabilmente è nel peccato.

 

 

 

NOTE

(1) IL MOVIMENTO DELL’ACQUA E L’ANGELO (v. 3b-4)- Le traduzioni bibliche della Nuova Riveduta e della CEI mettono qs versetti tra parentesi quadre a significare una probabile aggiunta a posteriori. La Luzzi-Riveduta salta proprio questo contenuto, che invece è trascritto regolarmente dalla Nuova Diodati. Riporto alcune autorevoli opinioni:

a)  “All’epoca era usanza comune che le persone colpite da infermità si ritrovassero presso questa vasca. Essa era probabilmente alimentata da fonti sotterranee intermittenti che causavano l’increspatura dell’acqua (v.7). Alcune antiche testimonianze indicano che le acque della vasca erano rese vermiglie dalla presenza di minerali e si riteneva pertanto che avessero proprietà curative.” (MacArthur)

b) “Le persone credevano che un angelo scendesse e muovesse l’acqua e, secondo la tradizione del luogo, il primo che scendeva nell’acqua veniva guarito; la Bibbia però non insegna mai questo genere di superstizione, per cui si sarebbe verificata, infatti, una discriminazione molto crudele tra i malati. Nessun manoscritto greco di epoca anteriore al 400 d.C. contiene queste parole.” (Blum)

c) “[Le acque di questa fonte] si alzano e si abbassano, tuttodì, di un piede all'incirca, ad intervalli irregolari.” “Qualunque ne fosse la causa, è chiaro che le acque di questa piscina, in certi momenti, si mettevano in ebollizione, aumentando al tempo stesso di volume; altrimenti "la gran moltitudine" ivi riunita, si sarebbe presto o tardi persuasa non esser di nessun vantaggio aspettare il ripetersi di quel fenomeno.” (commentario Stewart – Bosio, che però è favorevole alla guarigione da parte dell’angelo elencandone vari motivi).

Ovviamente io non sono in grado di fare obiezioni teologiche; mi limito a considerare i vv. 3b-4 -cioè l’angelo che guarirebbe solamente il primo che arriva- con una certa cautela. Personalmente sarei perplesso davanti ad un atto di misericordia divina che causasse una competizione tra i malati; ne risulterebbe una corsa triste, grottesca, egoistica, del tutto priva di misericordia umana. Ma qs è solo la mia opinione.

 

(2) Una delle tante proibizioni diceva che non si poteva portare alcun peso da un luogo pubblico ad uno privato nel giorno di sabato, pena la morte.

 

(3) IL COMANDAMENTO DEL SABATO E GLI ELENCHI DELLE PROIBIZIONI SUCCESSIVE- A scanso equivoci vorrei dire che considero anche io importante il comandamento sul non lavorare nel giorno di sabato e lo rispetto volentieri (quando lavoravo nella scuola mi avvalevo di una legge che mi permetteva di recuperare il giorno di sabato in altri giorni durante la settimana); tuttavia vi erano e vi sono ancora oggi per gli Ebrei, elenchi di proibizioni che non sempre sembrano (parlo come cristiano) corrispondere esattamente al pensiero che ci ha insegnato il Cristo, che pur rispettando questo giorno come tutti i Giudei, non ha voluto che se ne facesse un idolo.  Il pensiero di Gesù si può forse sintetizzare con la sua frase “Il sabato è stato fatto per l'uomo e non l'uomo per il sabato” (Mar 2:27). Non sono riuscito a trovare una fonte diretta dai siti ebraici per vedere quali divieti esistano ancora oggi, per cui nella mia ignoranza riporto quel poco che ho potuto trovare in internet su un giornale (“Bergamo-post” http://www.bergamopost.it/che-succede/perche-gli-ebrei-il-sabato-non-possono-neppure-guidare/)  scusandomi se ciò che dice il giornalista in questione non rispondesse a verità (nel qual caso sarei contento di portare delle correzioni).  Prendo solo alcune parti dell’articolo: “Anche oggi i fedeli di religione ebraica osservano il sabato come giorno di riposto assoluto. Si chiama Shabbat, e come ogni festa ebraica inizia dopo il tramonto del venerdì e si conclude all’apparire delle prime stelle del sabato. Il nome deriva dal verbo Shavath che significa “cessare”. In questo giorno, che viene rigorosamente osservato al punto che in Israele tutto è chiuso e non circolano nemmeno i mezzi pubblici [l’articolo sostiene che quelli che circolano sono guidati da arabo-israeliani], gli ebrei non solo non lavorano ma rispettano una serie di divieti, 39, e assolvono a un elenco di obblighi. Il Talmud, la summa dei principi dell’ebraismo, stabilisce che la Torah contiene 613 mitzvot (i precetti) delle quali 248 sono comandamenti positivi, obblighi a compiere una determinata azione, e 365 sono comandamenti negativi, cioè divieti. E riposo, per gli ebrei, significa anche non usare mezzi, non maneggiare denaro, non viaggiare.” “…E così dal tramonto del venerdì per circa 25 ore gli ebrei non possono scrivere, non possono accendere la luce, non possono rispondere al telefono, non possono cucinare, non possono fare shopping. Non possono disfare nodi, non possono macellare, non possono cacciare, non possono costruire né demolire. Per ovviare alle scomodità, la luce la accendono in anticipo, e idem per la cucina tenendo il cibo al caldo in forni dotati di timer. In molti palazzi, oltre che negli hotel che osservano lo shabbat, sono stati installati ascensori che fermano ad ogni piano. E se squilla il telefono chiedono a qualcuno di rispondere al loro posto e si fanno poi passare l’apparecchio. Perché il problema è innescare la chiamata, non parlare al telefono. E via di questo passo. Nel dubbio, meglio astenersi dal fare qualsiasi cosa…”

 

(4) Trascrivo una interessante RICOSTRUZIONE SCRITTURALE SU GESÙ ED IL SABATO, ottenuta unificando tutto il Vangelo, come cercando una continuazione sinottica:

(Gv 9) 15AEra un sabato, 14Cil giorno in cui Gesù, 1Cpassando, vide un uomo cieco dalla nascita e 14Cgli aprì gli occhi 11Cspalmandogli del fango. (Gv 5) 9CEra un sabato, il giorno in cui guarì 5Aun uomo paralizzato da trentotto anni. (Lc 13) 10CEra il giorno di sabato, [mentre] stava insegnando in una Sinagoga e 12Aguarì 11Auna donna che da diciotto anni uno spirito maligno la teneva ricurva e non poteva in nessun modo stare dritta. (Lc 14) 1AEra sabato [quando], 1Cin casa di uno dei capi dei farisei, 4Aguarì 2Aun uomo malato di idropisia. (Gv 5) 10APerciò alcuni Ebrei dissero: – È sabato, la Legge non permette di 16Aguarire gli ammalati nel giorno del riposo. [Anche] (Lc 13) 14Cil capo della Sinagoga, 14Aindignato perché Gesù 14Caveva operato quella guarigione di sabato, rivolgendosi alla folla disse: – 14AIn una settimana ci sono sei giorni per lavorare: venite dunque a farvi guarire in un giorno di lavoro e non di sabato! (Gv 5) 16CPer questo i Giudei cominciarono a perseguitare Gesù, perché faceva tali cose di sabato, 16Ge cercavano di ucciderlo. (Gv 9) 16CAlcuni dei farisei dicevano: – 16AQuell’uomo non viene da Dio 16Cperché non osserva il sabato, 16Ae [poi] non è possibile che un peccatore faccia miracoli così straordinari. (Lc 6) 6AUn altro sabato Gesù entrò nella Sinagoga e si mise a insegnare. 6COra c’era là un uomo, che aveva la mano destra 6Aparalizzata. 7CGli scribi e i farisei lo osservavano per vedere se lo guariva di sabato, allo scopo di trovare 7Acosì un pretesto di accusa contro di lui. 8CMa Gesù era a conoscenza dei loro pensieri 9Ae disse all’uomo che aveva la mano paralizzata: 8C«Alzati e mettiti in mezzo 8Aa tutti!». 8CL’uomo, alzatosi, si mise nel punto indicato. 9CPoi Gesù disse loro: 9A«Ho una domanda da farvi, 9Cè lecito in giorno di sabato 9Afare del bene o fare del male? Salvare la vita di un uomo o lasciarlo morire? (Lc 13) 15ASiete ipocriti! Anche di sabato voi slegate il bue o l’asino dalla mangiatoia per portarli a bere, non è così? (Lc 14) 5CChi di voi, 5Ase un figlio o un bue 5Cgli cade nel pozzo, non lo tirerà subito fuori, 5Aanche se è sabato, non è vero?». Gesù continuò: (Mt 12) 11G«Chi c’è tra voi che 11Cavendo una pecora, se questa gli cade di sabato in una fossa, non l’afferra e la tira fuori?   12AE un uomo non vale molto più di una pecora?». (Mc 3) 5CMa essi tacevano, e (Lc 14) 6Anon sapevano [che cosa] rispondere. 4AAllora Gesù, (Mc 3) 5Crattristato per la durezza dei loro cuori, disse a quell’uomo: «Stendi la mano!». La stese e la sua mano fu risanata. Gesù concluse: (Mc 7) 13A«Così, per mezzo della tradizione che voi insegnate, fate diventare inutile la parola di Dio. E, di cose come queste, ne fate molte. (Mc 2) 27CIl sabato è stato fatto per l’uomo e non l’uomo per il sabato, (Mt 12) 12Aperciò la Legge permette di fare del bene a qualcuno anche se è sabato, [tant’è vero che] (Gv 5) 17Gmio Padre fino ad ora ha operato 17Asenza interruzione, e così faccio anch’io: (Mt 12) 8Cperché, il Figlio dell’uomo è signore e 8Apadrone del sabato. [E poi] (Gv 7) 22CMosé vi ha dato la circoncisione, non che essa venga da Mosè, ma dai patriarchi, e voi circoncidete un uomo anche di sabato. 23GSe ora dunque, 23Aper rispettare questa Legge di Mosè 23Cun uomo 23Apuò venir circonciso anche di sabato, e allora, perché vi arrabbiate 23Ccontro di me perché ho guarito interamente un uomo di sabato?». (Lc 13) 17AMentre Gesù diceva queste cose, 17Ctutti i suoi avversari si vergognavano, mentre la folla intera esultava per tutte le meraviglie da lui compiute. (Mt 12) 14AAllora (Lc 6) 11Ai maestri della Legge e i farisei (Mt 12) 14Auscirono dalla Sinagoga, (Lc 6) 11Cpieni di rabbia e 11Gd’incomprensione; (Mt 12) 14Asi radunarono (Mc 3) 6Ce tennero consiglio contro Gesù per farlo morire. (Gv 5) 18APer questo cercavano ancor più decisamente di toglierlo di mezzo: infatti, non solo non rispettava il sabato, 18Cma chiamava Dio suo Padre, facendosi uguale a Dio.

http://www.vangeliunificati.it/Capitoli/4%20Annuncio%20del%20Vangelo/12/STR%201_1.htm

 

(5) “Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, perché pagate la decima della menta, dell'aneto e del comino, e trascurate le cose più importanti della legge: il giudizio, la misericordia, e la fede. Queste sono le cose che bisognava fare, senza tralasciare le altre.” (Matteo 23:23)

 

(6) (Gesù guarisce l'uomo dalla mano paralizzata) “1 Poi entrò di nuovo nella sinagoga; là stava un uomo che aveva la mano paralizzata. 2 E l'osservavano per vedere se lo avrebbe guarito in giorno di sabato, per poterlo accusare. 3 Egli disse all'uomo che aveva la mano paralizzata: «Àlzati là nel mezzo!» 4 Poi domandò loro: «È permesso, in un giorno di sabato, fare del bene o fare del male? Salvare una persona o ucciderla?» Ma quelli tacevano. 5 Allora Gesù, guardatili tutt'intorno con indignazione, rattristato per la durezza del loro cuore, disse all'uomo: «Stendi la mano!» Egli la stese, e la sua mano tornò sana. 6 I farisei, usciti, tennero subito consiglio con gli erodiani contro di lui, per farlo morire. (Marco 3:1-6)

 

(7)Poi Gesù, giunto nei dintorni di Cesarea di Filippo, domandò ai suoi discepoli: «Chi dice la gente che sia il Figlio dell'uomo?» Essi risposero: «Alcuni dicono Giovanni il battista; altri, Elia; altri, Geremia o uno dei profeti». Ed egli disse loro: «E voi, chi dite che io sia?» Simon Pietro rispose: «Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente». Gesù, replicando, disse: «Tu sei beato, Simone, figlio di Giona, perché non la carne e il sangue ti hanno rivelato questo, ma il Padre mio che è nei cieli. (Matt 16:13-17)

 

 

 

 

 

Giovanni capitolo 5

1 Dopo queste cose ci fu una festa dei Giudei e Gesù salì a Gerusalemme.

2 Or a Gerusalemme, presso la porta delle Pecore, c'è una vasca, chiamata in ebraico Betesda, che ha cinque portici. 3 Sotto questi portici giaceva un gran numero d'infermi, di ciechi, di zoppi, di paralitici[, i quali aspettavano l'agitarsi dell'acqua; 4 perché un angelo scendeva nella vasca e metteva l'acqua in movimento; e il primo che vi scendeva dopo che l'acqua era stata agitata era guarito di qualunque malattia fosse colpito].

5 Là c'era un uomo che da trentotto anni era infermo. 6 Gesù, vedutolo che giaceva e sapendo che già da lungo tempo stava così, gli disse: «Vuoi guarire?» 7 L'infermo gli rispose: «Signore, io non ho nessuno che, quando l'acqua è mossa, mi metta nella vasca, e mentre ci vengo io, un altro vi scende prima di me». 8 Gesù gli disse: «Àlzati, prendi il tuo lettuccio e cammina». 9 In quell'istante quell'uomo fu guarito; e, preso il suo lettuccio, si mise a camminare.

10 Quel giorno era un sabato; perciò i Giudei dissero all'uomo guarito: «È sabato, e non ti è permesso portare il tuo lettuccio». 11 Ma egli rispose loro: «Colui che mi ha guarito mi ha detto: "Prendi il tuo lettuccio e cammina"». 12 Essi gli domandarono: «Chi è l'uomo che ti ha detto: "Prendi il tuo lettuccio e cammina?"» 13 Ma colui che era stato guarito non sapeva chi fosse; Gesù infatti si era allontanato, perché in quel luogo c'era molta gente. 14 Più tardi Gesù lo trovò nel tempio, e gli disse: «Ecco, tu sei guarito; non peccare più, ché non ti accada di peggio». 15 L'uomo se ne andò, e disse ai Giudei che colui che l'aveva guarito era Gesù. 16 Per questo i Giudei perseguitavano Gesù e cercavano di ucciderlo; perché faceva quelle cose di sabato.

17 Gesù rispose loro: «Il Padre mio opera fino ad ora, e anch'io opero». 18 Per questo i Giudei più che mai cercavano d'ucciderlo; perché non soltanto violava il sabato, ma chiamava Dio suo Padre, facendosi uguale a Dio.

19 Gesù quindi rispose e disse loro: «In verità, in verità vi dico che il Figlio non può da se stesso fare cosa alcuna, se non la vede fare dal Padre; perché le cose che il Padre fa, anche il Figlio le fa ugualmente. 20 Perché il Padre ama il Figlio, e gli mostra tutto quello che egli fa; e gli mostrerà opere maggiori di queste, affinché ne restiate meravigliati. 21 Infatti, come il Padre risuscita i morti e li vivifica, così anche il Figlio vivifica chi vuole. 22 Inoltre, il Padre non giudica nessuno, ma ha affidato tutto il giudizio al Figlio, 23 affinché tutti onorino il Figlio come onorano il Padre. Chi non onora il Figlio non onora il Padre che lo ha mandato. 24 In verità, in verità vi dico: chi ascolta la mia parola e crede a colui che mi ha mandato, ha vita eterna; e non viene in giudizio, ma è passato dalla morte alla vita. 25 In verità, in verità vi dico: l'ora viene, anzi è già venuta, che i morti udranno la voce del Figlio di Dio; e quelli che l'avranno udita, vivranno. 26 Perché come il Padre ha vita in se stesso, così ha dato anche al Figlio di avere vita in se stesso; 27 e gli ha dato autorità di giudicare, perché è il Figlio dell'uomo. 28 Non vi meravigliate di questo; perché l'ora viene in cui tutti quelli che sono nelle tombe udranno la sua voce e ne verranno fuori; 29 quelli che hanno operato bene, in risurrezione di vita; quelli che hanno operato male, in risurrezione di giudizio. 30 Io non posso fare nulla da me stesso; come odo, giudico; e il mio giudizio è giusto, perché cerco non la mia propria volontà, ma la volontà di colui che mi ha mandato.

31 «Se io rendo testimonianza di me stesso, la mia testimonianza non è vera. 32 Vi è un altro che rende testimonianza di me; e so che la testimonianza che egli rende di me è vera. 33 Voi avete mandato a interrogare Giovanni, ed egli ha reso testimonianza alla verità. 34 Io però la testimonianza non la ricevo dall'uomo, ma dico questo affinché voi siate salvati. 35 Egli era la lampada ardente e splendente e voi avete voluto per breve tempo godere alla sua luce. 36 Ma io ho una testimonianza maggiore di quella di Giovanni; perché le opere che il Padre mi ha date da compiere, quelle stesse opere che faccio, testimoniano di me che il Padre mi ha mandato. 37 Il Padre che mi ha mandato, egli stesso ha reso testimonianza di me. La sua voce, voi non l'avete mai udita; il suo volto, non l'avete mai visto; 38 e la sua parola non dimora in voi, perché non credete in colui che egli ha mandato. 39 Voi investigate le Scritture, perché pensate d'aver per mezzo di esse vita eterna, ed esse sono quelle che rendono testimonianza di me; 40 eppure non volete venire a me per aver la vita!

41 Io non prendo gloria dagli uomini; 42 ma so che non avete l'amore di Dio in voi. 43 Io sono venuto nel nome del Padre mio, e voi non mi ricevete; se un altro verrà nel suo proprio nome, quello lo riceverete. 44 Come potete credere, voi che prendete gloria gli uni dagli altri e non cercate la gloria che viene da Dio solo? 45 Non crediate che io sia colui che vi accuserà davanti al Padre; c'è chi vi accusa, ed è Mosè, nel quale avete riposto la vostra speranza. 46 Infatti, se credeste a Mosè, credereste anche a me; poiché egli ha scritto di me. 47 Ma se non credete ai suoi scritti, come crederete alle mie parole?»

 

 

 

 

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