Bollettino libero cristiano evangelico  della "Piccola Iniziativa Cristiana" a cui tutti possono partecipare utile per la riflessione e lo studio biblico

 

 

LA GRANDE MOLTIPLICAZIONE DEI PANI DI GESU’ – IL MOMENTO PARTICOLARE ALLORA COME OGGI – parte 2 -

Episodio descritto in Matteo 14:13-21; Marco 6:30-44; Luca 9:10-17; Giovanni 6:1-14. - di Renzo Ronca - 6-1-16- h. 18,45 - (Livello 2 su 5) 

 

 

 

(segue)

…Più che mai i credenti oggi hanno bisogno di due spinte:

1) quella di ritirarsi come fece Gesù in luoghi-ambienti-momenti di preghiera per riflettere purificarsi capire concentrarsi santificarsi;

2) quella di tornare al Cristo risorto per prendere il pane da dare alle persone che non hanno idea di come sfamare la propria anima.

Vediamo nello specifico gli insegnamenti del nostro Maestro.

 

PREPARAZIONE DELL’EVENTO

Gesù era un Rabbì sapiente ed organizzato; sapeva il poco tempo che aveva a disposizione prima della Sua partenza e dopo aver insegnato ed operato direttamente nei villaggi aveva già deciso di ampliare l’opera di evangelizzazione mandando i discepoli in missione con importanti direttive (Marco 6:7-13). Marco inserisce l’episodio della moltiplicazione dei pani poco dopo il loro ritorno, quando riferivano al loro Maestro quanto avevano testimoniato e come avevano operato: “Gli apostoli si riunirono attorno a Gesù e gli riferirono tutto quello che avevano fatto e insegnato” (Mar 6:30).

Gesù li invita in disparte sia per la folla che si stava radunando e sia per farli riflettere perché era necessaria una maggiore consapevolezza; infatti Giovanni Battista era stato decapitato e i tempi della Pasqua si maturavano: “Ed egli disse loro: «Venitevene ora in disparte, in un luogo solitario, e riposatevi un poco». Difatti, era tanta la gente che andava e veniva, che essi non avevano neppure il tempo di mangiare” (Mar 6:31).

Gesù con i suoi apostoli si distaccò con una barca e andò su una collina con loro: “Una gran folla lo seguiva, perché vedeva i miracoli che egli faceva sugli infermi. Ma Gesù salì sul monte e là si pose a sedere con i suoi discepoli” (Giov. 6:2-3)

 

ALZATI GLI OCCHI…

“Gesù dunque, alzati gli occhi e vedendo che una gran folla veniva verso di lui…” (Giov 6:5a). L’apostolo Giovanni il più “mistico” tra tutti inserisce questa osservazione: “alzati gli occhi”. Può sorgere una domanda: se “Gesù salì sul monte” era in un luogo elevato e per vedere la folla che arrivava avrebbe dovuto abbassare lo sguardo, non alzarlo. Se Giovanni non si limitò a dire che vide “una gran folla venire” ma aggiunse “alzati gli occhi”  si può pensare che non fu per caso, ma per evidenziare il fatto in sé. E perché lo fece? Si dice spesso che Giovanni metta nel suo Vangelo il completamento di quanto non abbiano detto gli altri evangelisti, ed in linea di massima è vero. Gesù quando si isolava era per stare in raccoglimento con il Padre, in una perfetta comunione. Alzare gli occhi significa con molta probabilità “guardare a Dio-Padre”. La stessa frase del resto è ripetuta in Matt 14:18 e Marco 6:41 poco più avanti quando Gesù benedisse e spezzò il pane. Ora se fosse stato un passaggio “normale” delle opere di Gesù (in fondo stava in disparte, vide la gente ne ebbe compassione e scese verso di loro; nulla di particolare) perché inserire questo gesto piccolo ma significativo? Probabilmente perché si stava preparando un evento importante che si sarebbe raccontato sempre da quel giorno in poi, e poi perché i discepoli avrebbero dovuto salire uno scalino importante nella loro istruzione di fede; dunque era fondamentale la perfetta unione tra Padre e Figlio. Gesù era sempre in contatto col Padre ma penso che in certi momenti lo era molto di più e si riempiva anche Lui di grazia mentre la diffondeva [1].

 

ANCHE PER NOI c’è una preparazione necessaria per una attività importante. I tempi maturano per il rapimento della Chiesa e moltissimi credenti e brave persone in buona fede seguono Gesù come possono, ma non sono preparate ed hanno bisogno di pane, cioè istruzione più dettagliata più completa. L’invito di “mettersi in disparte” (cioè in disparte dalla mondanità) per riflettere ed essere pronti a distribuire il pane di Gesù è valido per tutti i responsabili cristiani di oggi; che siano nelle chiese o fuori.  Il Signore sta per agire in maniera più evidente più potente e lo farà tramite noi.  Non meravigliamoci se al presente “ci prova“; cerchiamo solo di avere fede e seguire quanto ci dirà, la qual cosa è già abbastanza difficile come vedremo.

 

GESU’ “PROVA” I DISCEPOLI

Giov 6:5 Gesù dunque, alzati gli occhi e vedendo che una gran folla veniva verso di lui, disse a Filippo: «Dove compreremo del pane perché questa gente abbia da mangiare?» 6 Diceva così per metterlo alla prova; perché sapeva bene quello che stava per fare.

 

Che educatore il nostro Signore!! Egli sapeva quel che stava per fare ma non agisce ancora, pone la domanda a Filippo (e indirettamente anche agli altri): “quanta gente! Come faremo a sfamarli adesso che non abbiamo da mangiare?”

I discepoli mostrano subito la loro inadeguatezza: «Questo luogo è deserto ed è già tardi;  lasciali andare, affinché vadano per le campagne e per i villaggi dei dintorni e si comprino qualcosa da mangiare» (Mar 6:35b-36); che poi significa “lascia che si arrangino da soli come possono”.

 

DATE VOI A LORO DA MANGIARE

Ma Gesù dà una indicazione contraria precisa, secca, molto chiara: “«Date loro voi da mangiare»” (Mar 6:37).

 

Quante volte tutti noi ci siamo sentiti in questa situazione, alle strette tra una richiesta del nostro Signore e la nostra impotenza umana di fronte alle difficoltà! E quante volte abbiamo detto “Signore è impossibile, faccio tutto ciò che posso lo sai, ma qui devo rinunciare, non ho altre possibilità”. Quanto ancora dobbiamo imparare! Teniamo in mente questa indicazione: “date voi a loro da mangiare” perché il Signore ce lo chiederà sempre più spesso.

 

Secondo la stima degli apostoli, in base ai loro ragionamenti fin troppo pratici, sarebbe stata necessaria una somma di circa duecento denari cifra per loro impossibile da trovare [2]. “Filippo gli rispose: «Duecento denari di pani non bastano perché ciascuno ne riceva un pezzetto»” (Giov. 6:7)

 

Gesù sembra dare un certo spazio alle loro preoccupazioni pratiche in modo da coinvolgerli sempre più ed in un certo senso da metterli sempre più alle strette:

“Egli domandò loro: «Quanti pani avete? Andate a vedere»” (Mar 6:38a)

Essi lo fecero e pensiamo che sarà passato un certo tempo per informarsi tra tutte le migliaia di persone presenti. Gesù li lascia fare ed aspetta.

“Essi si accertarono e risposero: «Cinque, e due pesci»”

 

Stringe il cuore nel vedere la sollecitudine dei discepoli che corrono ad informarsi ubbidendo al loro Maestro ma rimanendo sempre sul piano terreno.

 

Non ci sentiamo superiori perché spesso noi nemmeno questo siamo capaci di fare. Quando vediamo una cosa difficile subito ci scoraggiamo e presi dalla tristezza ce ne andiamo, magari “pregando il Signore” che risolva Lui in qualche modo quello che noi non siamo stati capaci di fare. Riflettiamoci bene. Se il Signore ci dicesse veramente:  “date voi a loro da mangiare” non saprebbe che siamo uomini limitati? Ma se ce lo dicesse lo stesso, non avrebbe previsto qualcosa che noi non sappiamo? Non spetterebbe a noi farlo senza preoccuparci d’altro se non di ubbidire?

 

CAMBIA IL LIVELLO DELLA PROVA

La prova dei discepoli da parte del Signore continua in modo diverso. Non li interroga più, non pone più loro il problema del “come fare” o dell’analisi della situazione, ma dà delle indicazioni. Il Signore non si mostra arrabbiato o deluso coi suoi discepoli, che pure avevano visto tanti miracoli da Lui; Egli probabilmente si rende conto della loro fragilità della loro insufficienza spirituale e con infinito amore passa ad un livello più basso di insegnamento , ma non meno difficile: Egli come se non avesse sentito nulla delle loro risposte -che si possono sintetizzare con “non c’è niente da fare”- dà delle indicazioni che certamente li avranno spiazzati, messi in contraddizione con le loro preoccupazioni tanto reali ed umane:

“Allora egli comandò loro di farli accomodare a gruppi sull'erba verde; e si sedettero per gruppi di cento e di cinquanta” (Mar 6:39-40)

 

Immaginiamo le domande e le perplessità dei discepoli mentre eseguivano. Non capivano ancora. Non si rendevano conto del perché Gesù avesse fatto loro quelle domande e poi si stesse comportando in modo tanto “irrazionale”. Eppure –e questo era l’altro livello della prova- lo eseguirono, umilmente senza mormorare. Io li ammiro. Probabilmente molti di noi, io per primo, ci saremmo lasciati andare a commenti a mezza bocca, brontolii, semi-ribellioni nel fare una cosa così contraria alla nostra “intelligenza”! Forse chissà, spero di no, ma forse avremmo persino dubitato di Gesù! Invece gli apostoli pur non capendo, ubbidirono. Trovo questa loro ubbidienza nonostante i loro dubbi una cosa grande; e in tantissime situazioni vorrei essere anche io così come loro!

(continua)

 

 

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