Bollettino libero cristiano evangelico  della "Piccola Iniziativa Cristiana" a cui tutti possono partecipare utile per la riflessione e lo studio biblico

 

PREGHIERA FORTE DECISA MA SEMPRE UMILE

L’esempio della “lotta con Dio” di Abramo e della donna cananea – di Renzo Ronca – 18-12-15-h.17,30 -  (Livello 2 su 5) 

 

 

 

 

 Com’è l’atteggiamento giusto quando rivolgiamo una preghiera a Dio nel nome di Gesù? La Bibbia ci fornisce innumerevoli esempi, ne avvicineremo due.

 

L'esempio di Abramo che "lottò con Dio"

C’è una linea dottrinale evangelica che suggerisce un tipo di preghiera molto insistente “combattiva”, che prosegue ad oltranza in una specie di lotta spirituale fino ad ottenere l’esaudimento della richiesta. Questa linea prende come esempio letterale “la lotta di Abramo con Dio” in Genesi 32:24-32 (1). Un passo piuttosto difficile che, a mio parere, andrebbe commentato con molta saggezza nelle chiese prima di farne un semplice esempio. Se non spiegato bene infatti potrebbe passare un falso messaggio dove l’uomo che prega vince addirittura su un dio che non vuole concedere la grazia. La preghiera esaudita allora diventerebbe un premio per la determinazione e la “prepotenza” dell’uomo forte che si fa sentire a tutti i costi su un dio che lo ostacola. Ovviamente non è così. E’ il Signore stesso che alle volte ci sospinge ad una preghiera insistente, non perché non senta o non capisca o non voglia benedirci, ma perché in certi casi desidera educarci alla lotta che troveremo nel mondo e ci rafforza sospingendoci a pregare incessantemente con determinazione per ottenere quello che pensiamo essere importante.

Ma questo esempio come anche: “Tutte le cose che domanderete in preghiera, se avete fede, le otterrete” (Matteo 21:22) ed altri passi, se non spiegati bene possono ottenere l’effetto contrario sui fedeli; infatti nei casi di non esaudimento della preghiera per diversi motivi (2), il credente potrebbe sentirsi in colpa per non essere stato sufficientemente “bravo”. Come se l’esaudimento dipendesse dalla nostra bravura, cioè dalle opere, dai nostri meriti, e non più per grazia da parte di Dio per i meriti di Cristo.

Allo stesso modo preghiere che durano mesi e mesi con pratiche di mortificazione della carne (fare dei “voti”, autoinfliggersi delle punizioni, o un eccessivo digiuno), potrebbero essere male indirizzate e male usate.

 

 

Esempio della donna cananea:

Matt 15:21-28

“Partito di là, Gesù si ritirò nel territorio di Tiro e di Sidone. Ed ecco una donna cananea di quei luoghi venne fuori e si mise a gridare: «Abbi pietà di me, Signore, Figlio di Davide. Mia figlia è gravemente tormentata da un demonio». Ma egli non le rispose parola. E i suoi discepoli si avvicinarono e lo pregavano dicendo: «Mandala via, perché ci grida dietro». Ma egli rispose: «Io non sono stato mandato che alle pecore perdute della casa d'Israele». Ella però venne e gli si prostrò davanti, dicendo: «Signore, aiutami!» Gesù rispose: «Non è bene prendere il pane dei figli per buttarlo ai cagnolini». Ma ella disse: «Dici bene, Signore, eppure anche i cagnolini mangiano delle briciole che cadono dalla tavola dei loro padroni». Allora Gesù le disse: «Donna, grande è la tua fede; ti sia fatto come vuoi». E da quel momento sua figlia fu guarita.”

Vediamo qui il coraggio (la donna non era giudea ma “uscì fuori” lo stesso sfidando “le regole”), la forza (“si mise a gridare”), la richiesta con il riconoscimento di Gesù Messia (“Abbi pietà di me, Signore, Figlio di Davide”), l’insistenza decisa (Ella però venne e gli si prostrò davanti, dicendo: «Signore, aiutami!»), ma soprattutto la profonda umiltà: («Dici bene, Signore, eppure anche i cagnolini mangiano delle briciole che cadono dalla tavola dei loro padroni»).

La donna, pure essendo insistente coraggiosa decisa e pronta a rischiare tutto, tanto che si pone proprio davanti a Gesù che camminava apparentemente insensibile per la sua strada, sa "lottare" contro le convenzioni, ma non lotta mai contro il Signore. Non contraddice Gesù che fa riferimento alla Sua missione prima verso i Giudei. La donna piena di amore per la figlia si identifica coi cagnolini (i Cananei erano spesso chiamati “cani” dai Giudei) non si pone nemmeno al livello dei Giudei che stanno attorno alla tavola del padrone. Ella è consapevole di tutto non avanza pretese, non vuole rivoluzionare le cose, ma con intelligenza e profonda umiltà, senza danneggiare nessuno o portar via il cibo degli altri, chiede almeno le briciole della grazia di Dio. Insomma, nonostante quelle prove a cui probabilmente il Signore l’aveva sottoposta volontariamente, la donna supplica umilmente.

Ecco trovo questo esempio importante per noi. La preghiera è sottoposta a Dio, pure se insistente. Gesù rimane per lei il Signore che decide e Gli apre il suo cuore con franchezza, non per se stessa, ma per la propria amata figlia. Il tutto rimanendo come all’ultimo posto, simile ai cagnolini sotto la tavola, senza nemmeno la pretesa di ricevere il cibo dalle Sue mani.

E Gesù stesso loda questa preghiera da cui possiamo imparare molto:  coraggio, determinazione ma soprattutto umiltà.

 

 

 

 

 

 

(1) Genesi 32:24-32 “24 Giacobbe rimase solo e un uomo lottò con lui fino all'apparire dell'alba; 25 quando quest'uomo vide che non poteva vincerlo, gli toccò la giuntura dell'anca, e la giuntura dell'anca di Giacobbe fu slogata, mentre quello lottava con lui. 26 E l'uomo disse: «Lasciami andare, perché spunta l'alba». E Giacobbe: «Non ti lascerò andare prima che tu mi abbia benedetto!» 27 L'altro gli disse: «Qual è il tuo nome?» Ed egli rispose: «Giacobbe». 28 Quello disse: «Il tuo nome non sarà più Giacobbe, ma Israele, perché tu hai lottato con Dio e con gli uomini e hai vinto». 29 Giacobbe gli chiese: «Ti prego, svelami il tuo nome». Quello rispose: «Perché chiedi il mio nome?» 30 E lo benedisse lì. Giacobbe chiamò quel luogo Peniel, perché disse: «Ho visto Dio faccia a faccia e la mia vita è stata risparmiata». 31 Il sole si levò quando egli ebbe passato Peniel; e Giacobbe zoppicava dall'anca. 32 Per questo, fino al giorno d'oggi, gli Israeliti non mangiano il nervo della coscia che passa per la giuntura dell'anca, perché quell'uomo aveva toccato la giuntura dell'anca di Giacobbe, al punto del nervo della coscia.”

 

(2) Sarà forse il caso di ricordare che la preghiera è una richiesta e una richiesta può anche non essere esaudita.  A volte potremmo essere convinti che una tale cosa sia bene per noi, ma solo il Signore lo sa con certezza e invece di darci quanto chiediamo potrebbe invece volerci dare qualcosa più o di diverso; per questo il nostro atteggiamento dovrebbe essere sereno in ogni caso perché “sappiamo che tutte le cose cooperano la bene di quelli che amano Dio” (Rom 8:28a)

 

 

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