“non siate come gli ipocriti” (Matt. 6:5) -  ISTRUZIONI DI GESU’ AI DISCEPOLI PER LA PREGHIERA - Parte 2 - di Renzo Ronca - (6-6-15) -8-10-20

 

 

 

 

GLI IPOCRITI

«Quando pregate, non siate come gli ipocriti; poiché essi amano pregare stando in piedi nelle sinagoghe e agli angoli delle piazze per essere visti dagli uomini. Io vi dico in verità che questo è il premio che ne hanno.

 

E’ molto diffusa in certe chiese evangeliche (soprattutto quelle libere o di tipologia pentecostale) la consuetudine di alzarsi e pregare a voce alta durante le riunioni di culto. Questa prassi non è sempre condivisibile. Parlano battezzati e non battezzati, ragazzini e vecchi. Si spezzano i momenti di adorazione, si fanno preghiere interminabili, suppliche personali piangendo, preghiere con battute spiritose, preghiere per i politici, per i familiari, per i parenti del pastore…. Diciamo che un minimo di ordine non starebbe male certe volte.

 

Ma c’è anche un aspetto più interiore e subdolo: immaginate di essere voi a pregare ad alta voce, provate a farlo in questo momento (se siete soli)… ecco mentre parlate, mentre le vostre parole escono e le ascoltate, riuscite ad essere veramente raccolti nello Spirito di Dio? A volte si a volte no… Immaginate la stessa cosa di fronte ad una cinquantina di persone… Magari vi verranno in mente pensieri del tipo:  “…Starò dicendo bene? Si capirà quello che voglio dire? E se poi tizio si offende? E se faccio una brutta figura? Forse parlo troppo piano… forse strillo troppo… se dico questa cosa qui farò più bella figura…”

Sinceramente non so se uno riesca davvero a pregare nella serenità e nel pieno raccoglimento facendo una preghiera pubblica.

Sono convinto che in tutti esista una piccola (o grande) parte di esibizionismo, anche in molti pastori.

Questa tendenza a mettersi in mostra non va bene e non andrebbe incoraggiata. (1)

 

Ecco che allora questo meccanismo verso gli altri ci condiziona; così come i commenti degli altri verso di noi dopo, verso ciò che abbiamo detto.

Se condiziona può introdurre nella preghiera verso Dio una ambiguità: “mi piace essere considerato anche dagli altri, ricevere apprezzamenti per la mia bravura”.

Questo modo di pregare Dio stando però attenti a come piacere agli altri, è ambiguo e rischia di portarci verso l'ipocrisia. Gesù ci insegna a non essere così, dunque facciamo del nostro meglio per evitarlo.

 

(continua)

 

 

 

 

 

(1) Certo molto dipende anche dalle culture da cui proveniamo. Per tanti credenti di origine africana o sudamericana più che di esibizionismo si dovrebbe parlare di SPONTANEITA'; tuttavia anche la spontaneità quando è eccessiva, in certi contesti non va troppo incoraggiata; ovviamente questa è solo la mia opinione.

 

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