Bollettino libero cristiano evangelico  della "Piccola Iniziativa Cristiana" a cui tutti possono partecipare utile per la riflessione e lo studio biblico

 

LA MISTICA NELL'ABBANDONO A DIO

 

Allegato 1 a: “IL DUPLICE MECCANISMO DELL’ABBANDONO” di Renzo Ronca - 29-4-15

 

 

C’è una conoscenza “diretta” con il Divino che diventa esperienza particolare e personale in uno speciale stato di unione anima-Dio. Questa particolare strettissima fusione spirituale che si espande nello spazio nel tempo e nelle dimensioni sconosciute è un versamento trasversale che attraversa chiese, confessioni e persino religioni. Occorre per questo una solida attenta configurazione di base di fede prima di avventurarsi; infatti si tratta di contemplare ed abbandonarsi fino ad unirsi con l’oggetto d’amore prescelto. Se questo non fosse Dio ma qualcosa o qualcuno che si fa passare per Lui, la nostra anima (spirito mente corpo) si troverebbe come a vagare in spazi senza fine e senza orientamento. Raccomando dunque di apprendere questa forma d’amore e di abbandono totale solo quando si ha una fede cristiana solida e matura; in questo modo avremmo una mistica cristiana. La mistica cristiana fa dell'identificazione col Cristo la porta per contemplare Dio attraverso le vie suggerite dallo Spirito Santo.

 

DEFINIZIONE DI “MISTICA”: Esperienza interiore, attestata in tutte le forme di civiltà e soprattutto nelle varie religioni storiche (taoismo, induismo, buddismo, ebraismo, cristianesimo, islamismo), descritta come la capacità che alcuni individui hanno di cogliere un oggetto o un essere, una realtà misteriosa altra da sé, al di là delle consuete forme di conoscenza empirica o razionale: si tratta di una percezione (esperienza mistica) che il soggetto avverte come contatto con l’oggetto fino a trasfondersi, trasformarsi e identificarsi con esso. Proprio per il suo carattere individuale e fuori dal normale esercizio delle facoltà logiche e razionali, l’esperienza mistica può essere trascritta solo in termini metaforici, simbolici, allusivi; alcune forme tuttavia possono considerarsi costanti: uno stato iniziale di passività radicale di fronte all’altro, un forte senso della totalità in cui il soggetto si esplica e si realizza superando distinzioni, limitazioni e contrapposizioni, una forma di rapporto conoscitivo, non logico ma intuitivo e unitivo, una presenza di momenti esemplari spesso accompagnati da fenomeni psicosomatici (estasi, raptus, ecc.) e uno stato finale sentito come liberazione da ogni limite empirico. (Treccani)

 

 

 

Torna a “IL DUPLICE MECCANISMO DELL’ABBANDONO”

 

 

 

 

Questo sito ed ogni altra sua manifestazione non rappresentano una testata giornalistica - vedi AVVERTENZE