"E quando sarò andato e vi avrò preparato il posto, ritornerò e vi accoglierò presso di me, affinché dove sono io siate anche voi” (Giov. 14:3)

 

 

IL GOVERNO DEGLI  UOMINI E QUELLO DI DIO – RIFLESSIONI TRA BIBBIA E IL NOSTRO TEMPO - 1 -di Renzo Ronca – 18-1-15 - (agg.3-10-20)

 

[il Davide di Michelangelo]

 

 

La volta scorsa parlammo di “pax romana” (SE TUTTI VOGLIAMO LA PACE, PERCHE’ VEDIAMO SOLO GUERRE?)...   Rimanendo in tema di “Romani” voi sapete che secondo le profezie bibliche negli ultimi tempi ci sarà un ultimo tentativo di ristabilimento dell’”Impero romano”. Qualcuno lo intende quasi alla lettera, con la riunificazione dei regni/nazioni d’Europa, altri cercano di interpretarlo. Molti biblisti sono comunque d’accordo sul fatto che ci sarà un tentativo politico militare globale -ispirato da Satana- con una potenza mondiale coalizzata, che cercherà di imporre la sua “pace democratica” ovunque. A capo probabilmente sarà messo l’Anticristo, che si rivelerà come tale solo verso la fine (nella seconda metà del periodo di tribolazione).

 

Il fatto dunque che oggi si parli sempre di pace significa solo che la pace non c’è. Anzi più se ne parlerà e più vicino sarà il suo opposto; infatti dice la Scrittura: “Quanto poi ai tempi e ai momenti, fratelli, non avete bisogno che ve ne scriva; 2 perché voi stessi sapete molto bene che il giorno del Signore verrà come viene un ladro nella notte. 3 Quando diranno: «Pace e sicurezza», allora una rovina improvvisa verrà loro addosso, come le doglie alla donna incinta; e non scamperanno. 4 Ma voi, fratelli, non siete nelle tenebre, così che quel giorno abbia a sorprendervi come un ladro; 5 perché voi tutti siete figli di luce e figli del giorno; noi non siamo della notte né delle tenebre. 6 Non dormiamo dunque come gli altri, ma vegliamo e siamo sobri; 7 poiché quelli che dormono, dormono di notte, e quelli che si ubriacano, lo fanno di notte. 8 Ma noi, che siamo del giorno, siamo sobri, avendo rivestito la corazza della fede e dell'amore e preso per elmo la speranza della salvezza. 9 Dio infatti non ci ha destinati a ira, ma ad ottenere salvezza per mezzo del nostro Signore Gesù Cristo, 10 il quale è morto per noi affinché, sia che vegliamo sia che dormiamo, viviamo insieme con lui. 11 Perciò, consolatevi a vicenda ed edificatevi gli uni gli altri, come d'altronde già fate.” (1 Tess. 5:1-11)

 

Quindi noi credenti siamo chiamati a stare accorti, a vigilare con attenzione sulla vera pace, infatti abbiamo appena letto: “noi non siamo della notte né delle tenebre. Non dormiamo dunque come gli altri, ma vegliamo e siamo sobri”.

 

Vediamo allora di riflettere sulla differenza tra la pace costruita dagli uomini e quella di Dio; capiremo subito perché la prima, quella costruita dagli uomini, è molto fragile e non dura.

 

Noi siamo indotti a pensare che sia il tipo di governo scelto a dare all’uomo giustizia pace equità, oppure infelicità ed ingiustizia.  Questo in parte è vero in parte no.

Il punto non è tanto la differenza per esempio tra il sistema comunista o dittatoriale o democratico, l’anello debole è L’UOMO che amministra il sistema, qualunque sia il sistema. Vi sarete accorti studiando la storia che c’è sempre un uomo o una élite di potere che parte bene con buoni propositi e poi si corrompe strada facendo.

 

Fino ad oggi tutti i governi sperimentati dell’uomo hanno portato guerre, ingiustizie, povertà a discapito dei più deboli. Su questa esperienza storica (che purtroppo non ci ha insegnato niente) noi credenti dovremmo sempre chiederci: “se questo è quello che in fondo noi vogliamo, la volontà di Dio qual è?”

 

Ci accorgeremmo con sorpresa che l’uomo, non accettando i tempi di Dio e volendo fare da solo senza di Lui, ha sempre prematuramente preteso un’autonomia che non ha mai saputo gestire, trovandosi poi in gravi difficoltà. Ha sempre fatto così e continua a farlo, pure se continua a sbagliare; come il moscone che batte sul vetro. Il peccato dell’Eden si ripete in continuazione: l’uomo prende scorciatoie per avere prima del tempo, per possedere di più, per fare come gli pare, rifiutando quasi sempre il consiglio del Padre celeste.

 

Non è che Dio non voglia un popolo in grado di governarsi, anzi l’ha creato proprio per una vita eterna ripiena di saggezza e di libertà nelle scelte. Ma pensiamoci bene: l'unica scelta possibile per un uomo di fede  matura non è forse "vivere in Dio, con Dio"? A questo solo aspira l'anima del credente. E come potrebbe un uomo, una creatura, vivere  in Dio senza dipendere da Lui? L'unico re possibile dunque è il Signore. E il Signore a quel tempo parlava per bocca dei Suoi profeti. Ma noi uomini non vogliamo aspettare, vogliamo sempre sovvertire il piano di Dio. Vogliamo tutto e subito.

 

Troviamo già nel libro dei Giudici tentativi da parte di Israele di avere una monarchia umana indipendente:

Allora gli uomini d'Israele dissero a Gedeone: «Regna su di noi, tu, tuo figlio, e il figlio di tuo figlio, poiché ci hai salvati dalla mano di Madian». Ma Gedeone rispose loro: «Io non regnerò su di voi, né mio figlio regnerà su di voi; il SIGNORE è colui che regnerà su di voi!» (Giudici 8:22-23)

 

Gedeone centra il discorso e risponde bene all’impulso emotivo del popolo che lo voleva re dicendo “il SIGNORE è colui che regnerà su di voi!”.

 

Ma l’impulsività l'emotività umana non sempre si controlla, e già nel capitolo 9 di Giudici vediamo il brutto esperimento di Abimelek che uccide i suoi fratelli per farsi proclamare re. Se leggete tutto il capitolo vi accorgerete come fu negativo questo tentativo di monarchia.

 

L’esperienza doveva servire,  ma l’uomo dimentica e continua a fremere per fare come gli pare. Chi ha dei figli adolescenti sa quanto è forte e pericolosa questa spinta.

 

Così in seguito, questa pressione autonomista di un governo umano contrapposto a quello teocratico dell’Eterno, torna più forte che mai. L’occasione è data dalla vecchiaia di Samuele e dalla malvagità dei suoi figli: il popolo chiede di nuovo e con grande insistenza un re “come lo hanno tutte le nazioni” (Samuele 8:5).

 

Notate ancora questa esigenza: Israele vuole un re “come lo hanno tutte le nazioni”.

“Anche dopo essere stati testimoni della sbalorditiva vittoria sui Filistei ad Eben-Ezer sotto la guida del Signore, Israele chiedeva un capo umano e fallibile” (1)

La motivazione dunque non era giustificata da qualche difetto del governo dell’Eterno, ma dal desiderio di avere un re “come lo hanno tutte le nazioni”! Ci sembra incredibile questo desiderio di adeguarsi più al mondo che a Dio, eppure avvenne così, ed avviene così anche oggi.

 

Ovviamente a Samuele dispiacque questa richiesta, non avrebbe voluto, e pregò l’Eterno (1 Sam 8:6).

Dispiacque anche a Dio (dopo che li aveva liberati dalla schiavitù dell’Egitto e li aveva guidati e protetti miracolosamente tante volte, essi ora volevano subito un proprio re!), ma comunque decise di accontentarli.

 

Ho pensato molto a questa accondiscendenza dell'Eterno non facile da capire. Me la spiego solo con un grande gesto di amore, come fece nella parabola il padre del figliol prodigo quando vide il figlio determinato a fare una scelta sbagliata. Dio ha scelto di non obbligarci. Ci ama, ci aspetta, ci chiama, ci educa, ma per un amore grandissimo sa anche accettare quando non vogliamo seguirLo. Ma non smetterà mai di amarci e sempre sarà pronto a soccorrerci quando vogliamo tornare a Lui.

 

Allora il SIGNORE disse a Samuele: «Da' ascolto alla voce del popolo in tutto quello che ti dirà, poiché essi non hanno respinto te, ma me, affinché io non regni su di loro. (1Samuele 8:7)

In un certo senso l'Eterno, davanti alla testardaggine del Suo popolo è "costretto" a rivedere tutto il Suo piano di salvezza prendendo atto che  l'uomo non era ancora in grado di apprezzare il governo di Dio e voleva governarsi da solo. Volle comunque che l'uomo fosse consapevole di quello che stava facendo e tramite Samuele lo avvisò di quello che gli sarebbe capitato eleggendo un re.

 

Samuele riferì al popolo che Dio lo avrebbe accontentato ma che il re sarebbe stato tiranno, dittatore esigente e che si sarebbe arricchito sulle loro spalle.

Leggiamo direttamente gli avvisi di Samuele da parte dell’Eterno:

11 Disse: «Questo sarà il modo di agire del re che regnerà su di voi. Egli prenderà i vostri figli e li metterà sui carri e fra i suoi cavalieri e dovranno correre davanti al suo carro; 12 ne farà dei capitani di migliaia e dei capitani di cinquantine; li metterà ad arare le sue terre e a mietere i suoi campi, a fabbricare i suoi ordigni di guerra e gli attrezzi dei suoi carri. 13 Prenderà le vostre figlie per farsene delle profumiere, delle cuoche, delle fornaie. 14 Prenderà i vostri campi, le vostre vigne, i vostri migliori uliveti per darli ai suoi servitori. 15 Prenderà la decima delle vostre sementi e delle vostre vigne per darla ai suoi eunuchi e ai suoi servitori. 16 Prenderà i vostri servi, le vostre serve, il fiore della vostra gioventù e i vostri asini per adoperarli nei suoi lavori. 17 Prenderà la decima delle vostre greggi e voi sarete suoi schiavi. 18 Allora griderete a causa del re che vi sarete scelto, ma in quel giorno il SIGNORE non vi risponderà».

19 Il popolo rifiutò di dare ascolto alle parole di Samuele e disse: «No! Ci sarà un re su di noi; 20 anche noi saremo come tutte le nazioni; il nostro re amministrerà la giustizia in mezzo a noi, marcerà alla nostra testa e condurrà le nostre guerre».(1Samuele 8:11-20)

 

Vedete le ultime parole del popolo: «No! Ci sarà un re su di noi; anche noi saremo come tutte le nazioni; il nostro re amministrerà la giustizia in mezzo a noi, marcerà alla nostra testa e condurrà le nostre guerre».

 

Le parole del popolo Iniziano con un “NO!”, una negazione. Una negazione all’Eterno.

Dio aveva detto esplicitamente: "Allora griderete a causa del re che vi sarete scelto, ma in quel giorno il SIGNORE non vi risponderà “ che sarebbe come a dire: “guardate che se fate questo adesso vi troverete molto male”. Ma loro “No!” Il popolo crede di saperne sempre più di Dio, come i figli ribelli della nostra generazione pensano di saperne sempre più dei genitori. Il popolo si sente forte nella sua impulsiva arroganza: “Ci sarà un re su di noi… come tutte le nazioni”, come a dire: “No! Non vogliamo più il tuo governo, vogliamo un re umano adesso subito… come tutte le nazioni del mondo, il quale amministri la “nostra” giustizia ci guidi e conduca le “nostre” guerre! Facciamo da soli, lasciaci stare!”

 

Penso che questa scelta consapevole dell'uomo di non seguire la strada consigliata da Dio abbia molto complicato il suo cammino; e forse anche oggi paghiamo questa autonomia orgogliosa.

(continua)

 

 

 

NOTE

(1)Commentario “Investigare le Scritture”

 

 

CORRELAZIONI

PADRE “NOSTRO”? - LA DIFFICILE RELAZIONE TRA DIO E  LE RELIGIONI NELLA GLOBALITA’ DI OGGI -  di Renzo Ronca

 

 

 

 

 

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