Bollettino libero cristiano evangelico  della "Piccola Iniziativa Cristiana" a cui tutti possono partecipare utile per la riflessione e lo studio biblico

 

 

PERCHE' IL DESERTO E' ASSOCIATO ALLA LIBERAZIONE DEL POPOLO DI DIO?

 di Renzo Ronca 1-9-14-h.17,15 (Livello 2 su 5)

 

 

 

 

 

Ezechiele 20:9-12

9 Tuttavia io agii per amor del mio nome, perché non fosse profanato agli occhi delle nazioni in mezzo alle quali essi si trovavano, in presenza delle quali io mi ero fatto loro conoscere, allo scopo di farli uscire dal paese d'Egitto. 10 Così li condussi fuori dal paese d'Egitto e li guidai nel deserto. 11 Diedi loro le mie leggi e feci loro conoscere i miei precetti, per i quali l'uomo che li metterà in pratica vivrà. 12 A loro diedi anche i miei sabati perché servissero di segno tra me e loro, perché conoscessero che io sono il SIGNORE che li santifico.

 

 

 

Riflettevo su questa frase di Ezechiele  in cui Dio parla del suo popolo. Parla di liberazione dalla schiavitù (li condussi fuori dall’Egitto) e parla di deserto (li guidai nel deserto). Due mondi che sembrano non avere nulla in comune. Come non fu capito allora, è difficile anche oggi -in una prima lettura frettolosa- associare l’idea di liberazione a quella del deserto. Infatti essere liberati dalla schiavitù suggerisce al nostro modo di pensare l’andare incontro a grandi feste, divertimenti, libertà finalmente di poter fare tutto….  Si certo, ringraziare anche quel Dio che avevamo dimenticato, però soprattutto avere ricchezze come le avevano i nostri padroni egiziani, e spenderle per mangiare, bere, divertirsi… Una vita insomma fatta di colori sgargianti,  vestiti di lusso in case bellissime con tanti servitori.. non lavorare più, non soffrire più, ma godere finalmente anche del piacere fisico del rilassamento.

 

Da un punto di vista umano queste aspettative avevano anche una giusta logica. Ma non era la logica di Dio: l’Eterno non dà al suo popolo nulla di tutto questo, ma solo il deserto. Uno spazio vuoto, infinitamente vuoto e senza vita, riarso, dove non hai riparo dal sole che ti brucia, dove manca l’acqua e anche il cibo deve essere razionato. Normale la perplessità di molti. Perché l’Eterno si comportò così? Egli stesso ce lo rivela ed è alla nostra portata capirlo.

 

Credo che i motivi di riflessione per provare a comprendere la volontà di Dio siano due:

 

a)Nella liberazione dall'Egitto l’Eterno non sta dando un premio al suo popolo perché è stato tanto bravo. Al contrario sta correggendolo per i suoi peccati e lo libera non perché se lo merita ma solo “per amore del Suo nome” (v.9); lo libera per reinserirlo nella giusta via. Il deserto è una fase importante di un percorso interrotto del piano di Dio.

 

b) Il deserto non è una condanna ma rientra nella grazia di Dio non compresa dall’uomo. Il Signore voleva tornare “a mettere a parte” il suo popolo dalla corruzione in cui era finito. Il deserto poteva essere un passaggio breve se Israele avesse capito che Dio donava se stesso e chiedeva solo di essere riconosciuto per il Dio amorevole che era. Ma le continue ribellioni di questo popolo “dal collo duro” fecero durare l’esodo una generazione intera. Solo la generazione seguente (a parte un paio di persone) poterono assistere all’arrivo nella terra promessa. Il deserto è dunque una santificazione, un dono immeritato, accettato con ribellione dal parte dell’uomo, un mezzo con cui Dio voleva riallacciare il legami d’amore e di fiducia tra l’uomo e Se stesso.

 

 

LIBERAZIONE NON COME PREMIO

Il cap. 20 di Ezechiele ci fa vedere come degli anziani di Israele  non vengano ascoltati da Dio; non solo ma Egli usando il profeta Ezechiele come un “pubblico ministero” fa a loro (e quindi al popolo) una specie di processo in cui mette in evidenza i loro peccati a partire dal tempo di Mosè.

“1 Il settimo anno, il decimo giorno del quinto mese,  [si tratta del 14 agosto del  591 a.C.) alcuni anziani d'Israele vennero a consultare il SIGNORE e si sedettero davanti a me. 2 La parola del SIGNORE mi fu rivolta in questi termini: 3 «Figlio d'uomo, parla agli anziani d'Israele e di' loro: Così parla il Signore, DIO: "Siete venuti per consultarmi? Com'è vero che io vivo, io non mi lascerò consultare da voi", dice il Signore, DIO. 4 "Giudicali tu, figlio d'uomo, giudicali tu! Fa' loro conoscere le abominazioni dei loro padri". 5 Di' loro:

Così parla il Signore, DIO: "Il giorno che io scelsi Israele e alzai la mano, per fare un giuramento alla discendenza della casa di Giacobbe, e mi feci loro conoscere nel paese d'Egitto, e alzai la mano per loro, dicendo: 'Io sono il SIGNORE, il vostro Dio'. Quel giorno alzai la mano, 6 giurando che li avrei fatti uscire dal paese d'Egitto per introdurli in un paese che io avevo cercato per loro, paese dove scorrono il latte e il miele, il più splendido di tutti i paesi. 7 Dissi loro: 'Gettate via, ognuno di voi, le abominazioni che attirano i vostri sguardi e non vi contaminate con gli idoli d'Egitto; io sono il SIGNORE, il vostro Dio!'

8 Ma essi si ribellarono a me e non vollero darmi ascolto; nessuno di essi gettò via le abominazioni che attiravano il suo sguardo e non abbandonò gli idoli d'Egitto; allora parlai di voler riversare su di loro il mio furore e sfogare su di loro la mia ira in mezzo al paese d'Egitto.

Da qui possiamo capire che l’Egitto con la sua schiavitù è solo la conseguenza di una condotta apostata da parte di Israele, non di un destino ostile dovuto alla distrazione del Signore.

Il v. 9 è significativo ed inizia con “Tuttavia…”

9 Tuttavia io agii per amor del mio nome, perché non fosse profanato agli occhi delle nazioni in mezzo alle quali essi si trovavano, in presenza delle quali io mi ero fatto loro conoscere, allo scopo di farli uscire dal paese d'Egitto. 

“Tuttavia”, cioè “nonostante la loro condotta sbagliata…”

La Bibbia non parla molto della condotta riprovevole di Israele che lo condusse in Egitto, ma certo non fu fedele al patto iniziale con Dio. L’Eterno rivelò se stesso all’uomo e gli fu accanto per il suo bene, in cambio chiese solo fedeltà. Un fedeltà che a quanto pare l’uomo non riesce mai a dare.

Come per la “salvezza per grazia” e non per opere, così la liberazione dall’Egitto non fu certo per i meriti di Israele, ma solo per l’amore di Dio stesso, per la coerenza con le Sue promesse, perché solo Dio mantiene quanto promette.

 

 DESERTO COME UN GRANDE TESORO

Quando decidiamo di convertirci ed il Signore ci libera dal peccato in cui ci trovavamo entriamo anche noi in un deserto virtuale. Iniziamo un cammino di conversione/santificazione molto duro per chi rimane legato al mondo ma ricchissimo di benedizioni per le anime che cercano davvero Dio.

Lo Spirito Santo, come la nube nel deserto, ci conduce per strade spesso difficili da capire, ma preziose nel loro silenzio e nella loro pace.. scopriamo un tempio in noi dove la presenza di Dio è rapportata al nostro piccolo cuore e dove il nostro piccolo cuore si espande nello Spirito infinito.

 

Non ci meravigliamo allora se avvicinandoci al Signore, Egli liberandoci dal passato, ci presenterà un deserto privo di attrattive mondane. E’ lì nella scoperta della Sua rivelazione in noi che il deserto si trasforma nel paradiso.

 

 

 

 

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