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Conflitto e ritrovamento di sé nelle consolazioni di Dio  (MOVIMENTI DELL’ANIMA 3) -

di Renzo Ronca (marzo 2001; 24-2-09) - (raccolta completa "Movimenti dell'anima" in PDF: www.ilritorno.it/es/eshtml/dossier/MOVIMENTI ANIMA.pdf )

 

 

 

 

 

 

Parlavamo anche dei nostri pensieri[1]. Noi siamo costituiti anche di pensieri. I nostri ricordi che si sovrappongono al presente, il nostro modo di elaborare l’insieme e tradurlo in movimento costituisce la nostra persona. I nostri pensieri siamo noi. Il corpo esprime fisicamente e lentamente il veloce susseguirsi del nostro pensiero. Il dare peso ad un pensiero anziché ad un altro determina una scelta piuttosto che un’altra; è davvero importante il valore del nostro pensiero; esso occupa la parte centrale e risolutiva del nostro essere: “L'uomo buono dal buon tesoro del suo cuore trae il bene; e l'uomo malvagio dal malvagio tesoro del suo cuore trae il male, perché la bocca di uno parla dall'abbondanza del cuore.”[2]  “Poiché dov'è il vostro tesoro, là sarà anche il vostro cuore.”[3]

Nella dispersione terrena, nel momentaneo isolamento dell’uomo da Dio, anche i nostri pensieri subiscono migrazione, sparpagliamento, divisione…

Dopo l’incontro con il Cristo, l’opera dello Spirito riallaccia instancabilmente i fili dei nostri pensieri rivelandoci la verità delle cose.

 

Tutto questo però non è detto che sia rapido né indolore. Si tratta di uno scontro molto forte di due tendenze. Noi infatti non conosciamo la via che ci suggerisce lo Spirito e non ci viene spontaneo affidarci a Qualcuno che ci plasma, anzi istintivamente ne respingiamo l’operare. Possiamo esserci consacrati mille volte a Dio, ma inevitabilmente dentro di noi ci sarà una istintiva resistenza alla Sua opera. Non è il nostro spirito, che subito intuisce ed accoglie Dio, ma è la nostra tendenza carnale, terrena, logica e razionale, che agisce come fosse un meccanismo automatico di difesa. Ed in un certo senso è comprensibile: si tratta di cambiare la nostra natura terrena egoistica e materiale in un’altra spirituale. Potremmo forse dire “lo spostamento del baricentro dell’io”. Ci viene chiesto di credere senza poter toccare con mano. Non è facile per nessuno avere questa fede.

 

Su questa controtendenza del tutto umana, che ci sospingerebbe alla deriva, alla dispersione, si immette per di più la forza dell’Ingannatore che cerca di amplificarla. L’opera dello Spirito in noi dunque trova ostacoli e resistenze molto forti. Più siamo amati da Dio più il diavolo si impegnerà a fondo aumentando a dismisura ciò che può controllare: non l’intelligenza, né lo spirito, ma le emozioni, le ferite, le paure, i dubbi… La sofferenza è spesso l’effetto di una guerra terribile, senza esclusione di colpi. Fuori possiamo anche chiamarla depressione, malinconia, in realtà si consuma dentro di noi un piccolo Getsemani che nessuno può vedere, capire… nessuno può farci compagnia. Il diavolo ci ha isolato e cerca di convincerci che nessuno ci ama, nemmeno Dio. E’ a questo punto che la lotta diviene davvero disumana. Nel senso che non dobbiamo combatterla tutta noi. Noi crolleremmo subito. Abbiamo una sola possibilità: ricordare la croce, pregare Dio con tutta la forza che abbiamo; ricordare che è per i meriti ed il sangue di Gesù che noi siamo salvati; che non è vero che siamo così soli nell’universo. Ecco che allora, guadagnando tempo guadagneremo terreno sul nemico che dovrà cedere. La tempesta che ci spingeva di nuovo al largo si calma e i nostri pensieri ritroveranno orientamento. Resistere, pregare, attendere.

Non abbiate paura cari fratelli. Non temete. Anche nella sofferenza non siete soli (come dice il pastore Masdea di cui riportiamo uno studio). Non la prendiamo di petto, non combattiamo direttamente ciò che ci si presenta; non sappiamo infatti da dove provenga; potrebbe essere anche un’opera di Dio che ci educa, che ci allena alla maturità spirituale. La prima cosa da fare è rivolgersi al Signore. Chiediamogli di capire, di aprirci la mente, di rafforzarci; apriamogli il nostro cuore senza mai rinnegare la nostra offerta di consacrazione; piangiamo pure le nostre amarezze, saranno lacrime benedette che, come ha detto il fratello Stefano in un toccante sermone, ci avvicineranno ancora di più alle consolazioni del Padre. E se alle volte vi sentite inspiegabilmente assorti, con agitazione, trepidazione, inquietudine interiore per qualcosa che vi sfugge… non temete, è il nostro Signore. Lo Spirito Suo infatti compie un lavoro incredibile e impossibile a dirsi fin dentro le profondità del nostro inconscio: Egli va a cercare tutte le nostre migliori particolarità che sono alla deriva, le raccoglie con infinito amore e le immette nel nostro carattere, ricostituendo la nostra persona così come era pensata da Dio, in origine. Affidiamoci dunque Lui con grande fiducia in una costante preghiera che è incontro continuo di due esseri che si stimano e si amano. Anche se questo stato di apparente degrado esteriore sembrerà avanzare, anche se persiste la sofferenza, vi renderete presto conto della verità, quando prenderà corpo nella vostra mente, sempre più nitida, una consapevolezza nuova e luminosa di voi stessi che avevate dimenticato. “Conoscerete la verità e la verità vi farà liberi”[4] Si, lo stato di libertà è meraviglioso, ti fa respirare a pieni polmoni da una montagna sul mondo. Ripresi dall’abbandono mortale, riuniti finalmente al Padre in Cristo per mezzo dello Spirito Santo, cominceremo in anticipo ad assaporare  la vita eterna felice e gioiosa nella casa che Gesù ci ha preparato. E se in questo modo il ricordo bello del paradiso perduto può riaffiorare, allo stesso tempo il ricordo degli affanni non ci sarà più: “E Dio asciugherà ogni lacrima dai loro occhi, e non ci sarà più la morte né cordoglio né grido né fatica, perché le cose di prima son passate”[5] Sia lode e gloria a Dio

che così tanto ci ama.

 


 

 

Correlazioni:

MOVIMENTI DELL’ANIMA 1 –Alla deriva

MOVIMENTI DELL'ANIMA 2 - Nostalgia - Riunione

 

 

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[1]  [nella prima parte di “movimenti dell’anima”]

[2] Luca 6:45

[3] Luca 12:34

[4] Giovanni 8:32

[5] Apocalisse  21:14

 

 

 

 

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