Bollettino libero cristiano evangelico  della "Piccola Iniziativa Cristiana" a cui tutti possono partecipare utile per la riflessione e lo studio biblico

 

 

SOLO DIO PUO’ DARE SPERANZA ANCHE NELLE AFFLIZIONI – Romani 15:1-5 parte seconda - Lo Spirito Santo, nostro “Personal Trainer” - Di Renzo Ronca – 26-1-14-h.16,15-(Livello 3 su 5)

 

 

 

 

 

 

 

 

(segue)

Abbiamo visto la volta precedente che attraverso questa porta aperta da Gesù, l’uomo può godere della grazia di Dio. Uno stato di elevazione particolare del nostro essere percepibile a diversi livelli prima spiritualmente ma anche fisicamente.

 

Giustificati dunque per fede, abbiamo pace con Dio per mezzo di Gesù Cristo, nostro Signore, mediante il quale abbiamo anche avuto, per la fede, l'accesso a questa grazia nella quale stiamo fermi e ci gloriamo nella speranza della gloria di Dio; (Rom 5:1-2)

 

L’apostolo Paolo adesso con una analisi profonda dei sentimenti e delle emozioni ci mostra un susseguirsi di passaggi importanti partendo dalla fermezza nella grazia, che mostrano come si possa gioire anche nelle afflizioni (come disse anche Giacomo: “considerate una grande gioia quando venite a trovarvi davanti a svariate prove” –Giac 1:2-)

 

Lo stato di fede in Cristo Gesù ci ha assicurato la grazia;

 

La grazia ci aiuterà ad essere fermi, cioè determinati, risoluti, saldi, resistenti.

 

Questa fermezza (in cui molto peso ha la ns volontà rafforzata dal Signore) dà l’avvio ad una serie di reazioni di fronte alle afflizioni che culminerà nella speranza.

 

“3 non solo, ma ci gloriamo anche nelle afflizioni, sapendo che l'afflizione produce pazienza, 4 la pazienza esperienza, e l'esperienza speranza. 5 Or la speranza non delude, perché l'amore di Dio è stato sparso nei nostri cuori mediante lo Spirito Santo che ci è stato dato. (Rom 5:3-5)

 

La fermezza nelle afflizioni, cioè il non scappare, il resistere con la forza che abbiamo davanti ad esse produrrà come primo risultato la pazienza (hypomonen “fermezza la capacità di resistere sotto il peso delle difficoltà senza cedere”). Questa disposizione dell’animo a sopportare le difficoltà è un passo importantissimo per arrivare ad esempio alla tolleranza.

A mano a mano che resistiamo alle afflizioni qualcosa succede dentro di noi: acquistiamo esperienza (dokimen “prova” qui con l’idea di “carattere messo alla prova”).

 

In un certo senso possiamo vedere l’ostacolo, l’afflizione, la difficoltà, proprio come l’atleta vede i manubri dei pesi o la bicicletta o il percorso dove allenarsi a correre: se la prima volta riuscirà a sollevare pochi chili o a percorrere solo qualche centinaio di metri, ecco che pian piano, in queste graduali “difficoltà” i suoi muscoli si rafforzano e la sua  capacità di resistenza aumenta fino a sollevare grandi pesi o a percorrere lunghe distanze.

 

Questo è facile a dirsi ma le afflizioni possono sembrarci davvero pesanti ed abbiamo bisogno di TUTTA la ns forza e determinazione per andare avanti.

 

 

La costanza di fronte alle afflizioni dunque non è l’atto debole di chi si rassegna passivamente, ma è l’azione virile, forte, di un lottatore che sa perfettamente cosa sta facendo: egli con una graduale esperienza renderà il suo corpo disciplinato e forte:

“Non sapete che coloro i quali corrono nello stadio, corrono tutti, ma uno solo ottiene il premio? Correte in modo da riportarlo. Chiunque fa l'atleta è temperato in ogni cosa; e quelli lo fanno per ricevere una corona corruttibile; ma noi, per una incorruttibile. Io quindi corro così; non in modo incerto; lotto al pugilato, ma non come chi batte l'aria; anzi, tratto duramente il mio corpo e lo riduco in schiavitù, perché non avvenga che, dopo aver predicato agli altri, io stesso sia squalificato”. (1 Cor 9:24-27)

 

Ora un carattere cristiano perché rimane fermo resistente durante le afflizioni? Per un motivo molto semplice per la sua fede. La fede in Cristo gli ha permesso di attivare un circolo meraviglioso di crescita e di potenziamento di trasformazione del suo carattere e del suo corpo: egli ha fede cioè sa che anche di fronte a queste prove il Signore lo vede. Questa consapevolezza gli dà la forza di resistere. Quando siamo in palestra siamo spesso seguiti da un “personal trainer” o allenatore personale; noi lo sappiamo ne abbiamo fiducia e ci sottoponiamo volentieri anche agli sforzi faticosi e dolorosi con la fiducia che questo allenatore, conoscendoci direttamente, non ci farà fare esercizi fuori dalla nostra portata che ci possano far male. Lo scopo dell’allenatore è farci stare bene di renderci capaci di correre, renderci forti fisicamente. Bene lo Spirito Santo è il nostro “Personal Trainer” che ci allena per passare bene la vita terrena, nella grazia e nella speranza della vita eterna.

 

Questa speranza passa di uno stato di vaga ipotesi ad uno stato di “sicura certezza di cose sperate”, proprio per questo affinamento ed irrobustimento del carattere, che ci permette di sentire, percepire, la presenza del Signore ( vedi anche LA FEDE: MOLTO PIU’ DELLA FIDUCIA)

 

“Or la speranza non delude, perché l'amore di Dio è stato sparso nei nostri cuori mediante lo Spirito Santo che ci è stato dato”. (Rom 5:5)

 

La consapevolezza dell’amore di Dio per noi, per noi singolarmente (“…ed egli chiama le proprie pecore per nome e le conduce fuori.” Giov 10:3), sospinge e dà senso alla nostra speranza. Per questo la ns speranza non può deludere perché noi sentiamo realmente l’amore di Dio in noi, nel nostro cuore perché (sempre per il solo atti di fede) Gesù ha sparso dentro di noi lo Spirito Santo cioè l’Amore stesso che germoglia, vivifica e consola.

 

Correlazioni:

SPERANZA SCONOSCIUTO SENTIMENTO DI QUESTA EPOCA (RR)

LA SPERANZA FONTE DI BENESSERE (GC)

LA SPERANZA E IL PECCATO DELLA DELLA DISPERAZIONE (RR)

IL TEMPO NELLA DEPRESSIONE E IL TEMPO NELLA SPERANZA    movimenti di prigionia e liberazione dentro di noi (PDF)

 

 

 

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