Parliamo di battesimo. Perché è giusto farlo?

 

di Renzo Ronca - (30-5-12) 18-9-19

 

 

 

 

Per più di 10 anni, forse 13, dopo aver conosciuto il Signore, non ho sentito l’esigenza del battesimo pensando che in fondo, avendoLo già ricevuto con la forte presenza dello Spirito  Santo, potevo considerarmi già “a posto”. Poi ad un certo momento in uno studio che stavo facendo con una chiesa, questi mi posero il problema. Secondo loro dovevo farlo comunque. Mi presi il mio tempo e ci pensai a lungo. Ragionai in qs modo:

1)     E’ vero, da un punto di vista personale, pensando solo a me e al mio riservato rapporto con D, non ci sarebbe stato bisogno di fare un battesimo in acqua. Gesù, vivendo in me, mi aveva in un certo senso già salvato e quindi perdonato dei peccati miei e di quelli ereditati in quanto essere umano.

2)     Tuttavia sorgeva una domanda: il Signore mi aveva chiamato a stare in disparte, mi aveva già chiamato in cielo,  oppure mi stava chiamando ad una partecipazione missionaria in seno alla Sua Chiesa nascosta?  Mi sembrò giusta questa ultima risposta. Gesù ha fondato la Chiesa non un cammino solitario di pochi asceti. Mi stava chiamando a servirLo in un insieme di fratelli che testimoniano Cristo nel mondo, dove Cristo non c’è. Testimoniare Cristo significa fare dire e seguire ciò che Lui fece e disse.

3)     La domanda allora non era tanto se avesse senso il battesimo per me, quanto se avesse senso come segno di qualche cosa oltre me, nell’insieme della famiglia di Dio, dei chiamati. A questa domanda ho dovuto rispondere che in effetti si, era necessario, per i seguenti motivi:

 

A)   Gesù lo fece. Che necessità c’era visto che non aveva peccato? Però lo fece “perché così era necessario” come disse a Giovanni Battista. Necessario non per Lui evidentemente, che non aveva peccato, quanto per altri motivi. E quali son qs altri motivi?

 

B)   Ubbidienza-umiltà. Non è facile per noi “intelligenti persone del 2012” accettare l’idea di fare una cosa che potrebbe essere solo teorica o simbolica. Accettare di farla solo perché qualcuno te lo chiede significa in fondo far tacere un certo tipo di raziocinio. Tuttavia Gesù (che fece il battesimo) ha lasciato detto agli apostoli “andate e battezzate nel nome del P, del F e dello Sp S.” Una indicazione precisa. Non ha detto "andate e assicuratevi che abbiano capito il senso del battesimo", ma ha detto: “andate e fatelo”. Giacomo nel suo stile sobrio ed asciutto  ripete il concetto in modo chiaro per chi è troppo teorico: E siate facitori della parola e non uditori soltanto, ingannando voi stessi. (Giacomo 1:22)

 

C)     Testimonianza. Anche questo concetto è ampio. Con il battesimo in acqua una persona volontariamente dice agli invitati, e per estensione lo dice al mondo, e in senso ancora più elevato lo dice anche agli angeli di Dio nel creato, ed anche a quelli caduti di satana, che ha preso una decisione fondamentale per la sua vita da quel momento e per sempre: vale a dire considerare la sua vita sottomessa alla volontà nome del Padre, del F e dello Sp Santo, un insieme che dichiara di considerare come unico Dio. E’ l’attuazione concreta e coraggiosa di un patto.

 

D)     Il patto va sempre sancito in modo visibile e concreto. Noi siamo creature in via di formazione, non siamo un “prodotto finito” di Dio, ma siamo un prodotto interrotto nella sua crescita che dovrebbe trovare completezza nell’eternità, sempreché riesca a mantenersi in un certo stato di “salute” spirituale. La crescita di ogni creatura passa attraverso età ben visibili: l’infanzia, l’adolescenza, la maturità, la vecchiaia…

 

E)      Attraverso il battesimo ci innestiamo di nuovo nella giusta età dello sviluppo, ma senza il serpente, come nuovi figli appena nati. Riprendiamo cioè il discorso interrotto dal serpente che ci fece perdere la grazia e così, “nati di nuovo” per fede in questa grazia, ricominciamo a crescere nello spirito e nel comportamento, al fine di portare a termine la nostra giovinezza terrena. E’ l’unico modo per arrivare alla maturità celeste, accanto al Signore che ci ha creati, per diventare ed essere nel giusto modo come siamo stati concepiti. Solo allora saremo consapevoli di chi veramente siamo. Dunque il battesimo in acqua per noi che eravamo terreni senza Dio, testimonia anche la consapevolezza, l’accettazione di essere nati di nuovo in Dio, di aver bisogno come dei bambini della mano della mamma, della istruzione del papà, della compagnia dei fratelli maggiori. Tutto questo Dio vuole che sia manifestato, visibile.

 

F)      Uno dei motivi di un patto visibile, di una testimonianza la mondo e al creato, sta nel nostro futuro: vi sarà un giudizio. E’ molto difficile per noi che viviamo nel tempo della terra capire quali giudizi il Signore abbia già dato (stabilendo già per esempio quelli che devono essere rapiti prima del millennio e quelli che devono restare). Tuttavia sappiamo con certezza che vi sarà un giudizio finale. Un giudizio finale significa una specie di processo aperto davanti a tutti i mondi dell’universo con tutte le creature spirituali che lo abitano. In questi giudizi cosa sarà messo sul piatto della bilancia? Sarà messo il nostro patto con Dio più o meno tradito. Gesù fu condannato per una sua parola, per essersi dichiarato apertamente Figlio di Dio: molti di noi saranno condannati per non averlo apertamente detto, per paura, per rifiuto.

 

G)    Gesù non ha fatto finta di passare un battesimo d’acqua (con Giov Battista) e di sangue (sulla croce), ma lo ha compiuto realmente, come uomo. REALMENTE. Poteva dire: “fai come se io lo avessi già fatto e nella fiducia della mia sola intenzione potrai essere salvato”, ma non disse così. Gesù venne in carne ed ossa, patì per noi sul serio e prese per noi la condanna per liberarci. Prese i tradimenti, gli schiaffi, le derisioni, le spine, gli insulti e gli sputi  VERAMENTE non in maniera intellettuale simbolica teorica virtuale.

 

4)     Io non lo so perché Dio abbia scelto questa strada anziché altre. So che ha scelto questa strada e ci invita a percorrerla. Vedendo Gesù che ha fatto questo per me, salvandomi, se io ci credo, se mi chiede di battezzarmi ufficialmente, all’aperto, alla luce del sole, perché non dovrei farlo? Cosa lo impedisce? Se motivi ce ne sono, vediamoli pure uno alla volta e magari li risolveremo, se non ce ne sono, allora perché aspettare?

 

(CONTINUA)

 

 

 

Correlazioni:

IL BATTESIMO IN ACQUA

BATTESIMO DA ADULTI O APPENA NATI

 

 

 

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