Bollettino libero cristiano evangelico  dell'Associazione ONLUS  "Piccola Iniziativa Cristiana" a cui tutti possono partecipare utile per la riflessione e lo studio biblico

 

 

"MI FACCIANO UN SANTUARIO.." (SANT-1)

di Renzo Ronca - 24-4-12

 

 

Il santuario è una richiesta di Dio:

Mi facciano un santuario, perché io abiti in mezzo a loro. (Esodo 25:8)

Che l’azione parta da Dio e l’uomo sia l’oggetto dell’azione è un punto importante perché non mostra come primaria l’esigenza dell’uomo verso l’Eterno, ma la precisa volontà d’amore di Dio verso l’uomo.

La frase che si sente più spesso da parte degli intellettuali atei è la seguente: “L’uomo ha bisogno di credere, è una sua esigenza per trovare sicurezza, per questo si è inventato un dio”. E’ un’affermazione che rispettiamo -ognuno è libero di credere a ciò che vuole- ma noi che crediamo in Dio abbiamo accesso a verità più profonde: secondo la Bibbia (che noi pensiamo essere l’espressione ispirata da Dio Essere vivo) la presenza di Dio accanto e al centro dell’uomo, non è conseguenza di un bisogno umano, ma un preciso desiderio di Dio, come abbiamo detto sopra.

Del resto si può arrivare a capirlo: il primo peccato in Eden, che perdura ed aumenta sempre più è l’allontanamento dal Signore e nell’autonomia ribelle; se l’uomo fosse stato lasciato a se stesso, così incline com’è a dimenticare, difficilmente avrebbe sentito il bisogno il desiderio di ritornare. Passando i secoli non si sarebbe nemmeno ricordato di chi era Dio. Ed in effetti gli ebrei schiavi in Egitto avevano dimenticato quasi completamente la loro identità e l’Eterno; tanto è vero che Mosè per parlare del Santo, in un ambiente pieno zeppo di idoli, per distinguere dovette dire continuamente “il Dio di Abramo, di Isacco, di Giacobbe…. Quel Dio che era dei vostri padri.. lo ricordate? E Lui che ancora c’è esiste e vuole liberarvi..”

 Se davvero fosse stato lasciato a se stesso, l’uomo, dimenticando Dio, avrebbe perso ogni contatto ogni legamento con l’eternità e si sarebbe disfatto in breve tempo. Infatti questa è la sorte di chi ha escluso il Signore dalla propria vita: se non c’è nessuno che intercede per lui, la sua vita è come quella degli animali e delle piante: finisce, si esaurisce nelle malattie e nel niente.

Ma è per questo che Dio (il cui sinonimo è “Amore”) decise di venire Lui stesso tra gli uomini. Con infinito amore e inesauribile pazienza Egli come un Padre, vuole essere vicino “fisicamente” alla Sua creatura, l’uomo, condividerne i pesi ed i problemi, anzi prenderli su di Sé. Egli è fedele. Un marito fedele di un popolo-donna infedele. Egli le si avvicina, le ricorda i bei momenti passati insieme, le mostra la Sua gloria, la rende partecipe del Suo progetto di salvezza e di distruzione del male e le dice:  “torna con me. Ti rivelo Chi sono, ti indico la strada, ti rivelo quello che farò…  perché vuoi morire senza di me?” Il Santuario nel deserto è la sintesi di tutto questo, di una presenza divina d’amore.

 

(continua)

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