Bollettino libero cristiano evangelico  dell'Associazione ONLUS  "Piccola Iniziativa Cristiana" a cui tutti possono partecipare utile per la riflessione e lo studio biblico

 

LA SOFFERTA CONDIZIONE DELL’UOMO SPIRITUALE E TERRENO

di Renzo Ronca 28-3-12

 

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Abbiamo parlato di recinti protettivi per la nostra vita, come la legge di Dio, che non limita la nostra libertà ma anzi la difende  in pagina1; poi abbiamo visto i rischi che corriamo quando spostiamo i confini che Dio ha stabilito in pagina 2; adesso supponendo di aver accolto il senso del recinto protettivo, vediamo l’impegnativa condizione umana nello spazio che l’Eterno gli ha riservato.

Anche questa foto che ho scattato va guardata bene perché ci aiuterà a ragionare.

Vedete c’è una recinzione piuttosto alta e solida che divide la zona di mare a sinistra e la zona di terra a destra.

Facciamo l’ipotesi che la divisione indichi lo spazio buono da quello cattivo, il bene dal male, il sacro dal profano:

Misurò dai quattro lati il muro che formava il recinto: tutto intorno la lunghezza era di cinquecento, e la larghezza di cinquecento; il muro faceva la separazione fra il sacro e il profano. (Ezechiele 42:20)

A destra mettiamo le cose terrene: il mondo carnale, politico, soldi, potere, ecc governate da Satana; a sinistra mettiamo la parte spirituale: l’acqua del battesimo, il vento dello Spirito Santo, la “nuova nascita” per fede che ci prepara all’eternità.

Supponiamo di aver scelto già da quale parte stare: sentendoci attratti, sospinti a cercare Dio e sapendo che Lui si farà sentire a sinistra in un limite tra terra, sabbia, acqua e cielo… ci mettiamo lì.

Ma un posto che non è solo terra, non è solo sabbia, non è solo acqua, non è solo cielo, che posto è? Come ci si può adattare e vivere in questo insieme di condizioni?

In effetti la condizione dell’uomo in questa stretta fascia è precaria, instabile, provvisoria. Esattamente il contrario di quanto invece pretende giustamente la sua natura umana che cerca sicurezze, stabilità, persistenza.

Allora, come si è detto spesso, nell’uomo vi sono due nature che si contrastano: quella carnale e quella spirituale:

Galati 5:16 Io dico: camminate secondo lo Spirito e non adempirete affatto i desideri della carne. 17 Perché la carne ha desideri contrari allo Spirito e lo Spirito ha desideri contrari alla carne; sono cose opposte tra di loro; in modo che non potete fare quello che vorreste.

Ora la sottile striscia di terra, sabbia e acqua che abbiamo scelto, non è ancora il cielo azzurro sopra il mare; l’uomo credente infatti, volente o nolente è ancora legato alla terra, alla carne, perché è ancora terreno e mortale, pure se le sue aspirazioni sono elevate, spirituali.

Una condizione momentanea di transizione che non può durare sempre.

Guardate infatti al centro della foto: c’è un brandello di vestito che è rimasto impigliato nella rete. Il vento lo spinge fortemente verso il mare, ma una specie di filo, un legame, lo tiene ancora impigliato alla recinzione.

Supponiamo di essere noi quel panno alzato dal vento: siamo a sinistra, la zona “giusta”, quella dove si ascolta l’insegnamento del Signore; siamo sospinti fortemente dal vento, che simboleggia lo Spirito Santo; però non siamo completamente liberi di volare perché c’è ancora un filo che ci lega alla terra.

Cosa simboleggia quel filo? Si può, si deve spezzare? E poi?

Proprio questo filo che sembra legarci ancora alla terra, all’umano, al mondo, alla legge della morte, al peccato, è il centro della nostra riflessione di oggi.

Può finire il vento e noi cadere a terra senza più speranza, oppure può aumentare il vento e strappare il filo, oppure può aumentare il vento ma non riuscire a strappare il filo, allora si strapperebbe il panno, la stoffa, il nostro corpo. In ogni caso la nostra persona è una trasformazione vivente da una natura all’altra, e in questo passaggio qualcosa morirà certamente. O morirà la nostra parte carnale, fisica, assorbita, diremmo così, dalla nuova nascita spirituale oppure morirà la nostra parte spirituale risucchiata da quella umana.

La trasformazione completa avverrà quando il Signore Gesù, che già ha vissuto questo passaggio dalla morte alla resurrezione, tornerà a prenderci e ci cambierà in un attimo da corpi terreni a corpi spirituali:

Ecco, io vi dico un mistero: non tutti morremo, ma tutti saremo trasformati, in un momento, in un batter d'occhio, al suono dell'ultima tromba. Perché la tromba squillerà, e i morti risusciteranno incorruttibili, e noi saremo trasformati. (1Corinzi 15:51-52)

Allora sarebbe come se il filo che ci lega non esistesse più e noi liberi nel cielo potremo assumere la nostra forma vera, quella che Dio aveva concepito nel Suo pensiero quando ci amò prima che noi fossimo nati.

Ma dobbiamo resistere.

Se l’anima nostra anela a Dio e Lo desidera troppo, tanto da rifiutare categoricamente tutto ciò che è ancora umano, potrebbe forzare quel filo e tentare di strapparlo prima del tempo. In questo caso potremmo danneggiare il nostro corpo la nostra mente con sofferenze indicibili ed il panno si strapperebbe. Forse potremmo morire di dolore.

Se invece, pur col desiderio di Dio e della resurrezione, accettiamo ancora questo legame con il mondo e le sue leggi fino a quando Dio vorrà, allora il nostro distacco dal Signore sarà più sopportabile nell’ubbidienza e la nostra attesa meno dolorosa:

Romani 7:21 Mi trovo dunque sotto questa legge: quando voglio fare il bene, il male si trova in me. 22 Infatti io mi compiaccio della legge di Dio, secondo l'uomo interiore, 23 ma vedo un'altra legge nelle mie membra, che combatte contro la legge della mia mente e mi rende prigioniero della legge del peccato che è nelle mie membra. 24 Me infelice! Chi mi libererà da questo corpo di morte? 25 Grazie siano rese a Dio per mezzo di Gesù Cristo, nostro Signore. Così dunque, io con la mente servo la legge di Dio, ma con la carne la legge del peccato.

La condizione del credente che ha già scelto lo spazio protettivo degli insegnamenti di Dio, che attraverso l’acqua ha già volontariamente dichiarato Gesù come suo Signore, che è nato di nuovo per fede attraverso lo Spirito Santo, è uno stato di intensa mobilità e trasformazione, dove la gioia dell’immenso di ciò che sarai, viene raffreddata dalla consapevolezza di essere ancora limitato come sei.

E’ il doloroso momento del bruco che muore per liberare la farfalla. Un vestito si toglie ed una nuova natura viene a nascere e a rappresentarci.

Che il Signore ci aiuti a saper aspettare il momento del distacco completo dal mondo terreno e ci rafforzi con la forza dello Spirito Suo Santo affinché non ci stanchiamo mai di fare il bene in questa attesa.

 

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