Bollettino libero cristiano evangelico  dell'Associazione ONLUS  "Piccola Iniziativa Cristiana" a cui tutti possono partecipare utile per la riflessione e lo studio biblico

 

I COMANDAMENTI DI DIO LIMITANO LA NOSTRA LIBERTA’?

di Renzo Ronca - 25-3-12

 

 

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Guardate la foto che ho scattato.

C’è una staccionata, un recinto su un monte. Il recinto segna un divisione di un territorio: una parte è di qua e una parte è di là dalla recinzione.

Trattandosi di un territorio vasto è difficile concepire il perché della recinzione visto che entrambe le parti sembrano composte di sassi e cielo; cosa e da cosa divide quella staccionata? Vista la cura con cui è stata costruita in una zona così isolata ed impervia ci sarà senz’altro un motivo importante, almeno nell’intento di chi l’ha ideata.

Forse la proprietà? Vuole forse indicare che una parte appartiene a qualcuno ed una parte no? Potrebbe essere. Di solito si recinta una zona per far capire a tutti che quella zona è privata. Tuttavia non è questo il caso, il monte in questione non è stato privatizzato, è del Comune che è proprietario di entrambe le parti.

Allora se non è la proprietà cos’è?

Non potrebbe essere una protezione?

Si, ci siamo arrivati, è una divisione protettiva. E’ come se il costruttore della staccionata ti dicesse: -Ehi stai attento, se oltrepassi questa divisione potresti cadere di sotto!-

Dunque una divisione, una recinzione, che di solito è indice di restrizione, cosa limitata, negativa, impedimento alla libertà, assume in questo caso una indicazione protettiva, per il nostro bene. Non è un imposizione, è solo un avviso per il bene di chi la vede: -Ehi, io te l’ho detto, se vai di là potresti cadere, fai come vuoi-

E’ ingiusto fare una separazione degli spazi in questo modo? Io non direi. Nessuno ti obbliga, però l’indicazione è chiara, spetta alla tua responsabilità poi decidere se restare nella parte protetta oppure avventurarti dove c’è pericolo.

Stessa cosa quando sei al mare e ci sono le boe di segnalazione: -Attento, oltre questo segnale è pericoloso, se non sai nuotare più che bene, se hai bambini, ti consiglio di non andare-

Il senso della legge di Dio penso sia proprio questo proteggere ed indicare la vita.

E’ come se i dieci comandamenti fossero la staccionata e Dio ci dicesse: -Ehi, stai attento, ti dò la libertà di andare dove vuoi però ti avviso che in quella zona puoi lasciarci la pelle-

La domanda allora è: i comandamenti di Dio sono una restrizione, un limite alla nostra libertà? O sono una preziosa indicazione per la nostra vita?

E’ la stessa cosa degli spuntoni che stanno sui tralicci dell’alta tensione: L’ordine perentorio –Vietato oltrepassare!- limita la tua libertà oppure ti indica un pericolo?

In effetti ubbidire all’ordine: –Vietato oltrepassare!- significa davvero autolimitarsi, significa in accettare che esista una regola che in qualche modo ti possa condizionare. Ma vivere è una regola punitiva? No, non lo è, visto che quasi tutti gli uomini vuole vivere. Dunque questo “limite” serve a vivere.  Perché ci offendiamo se qualcuno ci dice cose che potremmo non sapere? Che al di sopra di quegli spuntoni metallici nel traliccio possano esistere correnti elettriche fortissime che per induzione possono bruciarti il cervello noi lo accettiamo come vero, ci fidiamo dei tecnici che hanno messo il cartello, no? Che al di là della staccionata esistano dei precipizi che non si scorgono subito è un avviso per il nostro bene.

Ora mettiamo che ci sia un proprietario di infiniti spazi di terra e di cielo, Dio, il quale conscendo bene ciò che è suo, ti dica –Ehi questa parte qua è pericolosa e ci puoi perdere la vita-  ebbene perché offenderci e ribellarci? Lui potrebbe pure non dirti niente, magari non rivelarti che in quella strada ci sono dei pozzi profondi tra i cespugli in cui potresti cadere, potrebbe pure non dirti niente e lasciarti incamminare con la testa fra le nuvole mentre i tuoi pedi ti fanno precipitare nel pozzo. Invece ti avverte. Dovresti invece ringraziare dell’avviso, no?

Questo è il senso del decalogo cioè dei 10 comandamenti di Dio: una indicazione per viere. Più volte nelle Scritture del Vecchio Testamento e del Nuovo questo concetto viene ripetuto. Il Signore ci pone davanti una scelta, una possibilità, la scelta spetta a noi. Lui come un padre ci dice come stanno le cose, a noi spetta avere fiducia oppure no. E’ tutta qui la fede. Insistere troppo sull’idea di fede come un dono mi pare fuorviante: la fede è anche un dono, nel senso che Dio ti offre la vita; ma tale offerta è per tutti. Nessuno dica –io non ho ricevuto questo dono, vorrei credere ma non posso- perché direbbe una bugia. Sono innumerevoli le sollecitazioni di Dio tramite i Suoi profeti all’uomo affinché si salvi e scelga la vita. La fede è in realtà molto più semplice di quanto si pensi. Proviamo a rifletterci ancora una volta:

11 Questo comandamento che oggi ti do, non è troppo difficile per te, né troppo lontano da te. 12 Non è nel cielo, perché tu dica: "Chi salirà per noi nel cielo e ce lo porterà e ce lo farà udire perché lo mettiamo in pratica?". 13 Non è di là dal mare, perché tu dica: "Chi passerà per noi di là dal mare e ce lo porterà e ce lo farà udire perché lo mettiamo in pratica?". 14 Invece, questa parola è molto vicina a te; è nella tua bocca e nel tuo cuore, perché tu la metta in pratica.

15 Vedi, io metto oggi davanti a te la vita e il bene, la morte e il male; 16 poiché io ti comando oggi di amare il SIGNORE, il tuo Dio, di camminare nelle sue vie, di osservare i suoi comandamenti, le sue leggi e le sue prescrizioni, affinché tu viva e ti moltiplichi, e il SIGNORE, il tuo Dio, ti benedica nel paese dove stai per entrare per prenderne possesso. 17 Ma se il tuo cuore si volta indietro, e se tu non ubbidisci ma ti lasci trascinare a prostrarti davanti ad altri dèi e a servirli, 18 io vi dichiaro oggi che certamente perirete, e non prolungherete i vostri giorni nel paese del quale state per entrare in possesso passando il Giordano. 19 Io prendo oggi a testimoni contro di voi il cielo e la terra, che io ti ho posto davanti la vita e la morte, la benedizione e la maledizione; scegli dunque la vita, affinché tu viva, tu e la tua discendenza, 20 amando il SIGNORE, il tuo Dio, ubbidendo alla sua voce e tenendoti stretto a lui, poiché egli è la tua vita e colui che prolunga i tuoi giorni. Così tu potrai abitare sul suolo che il SIGNORE giurò di dare ai tuoi padri Abraamo, Isacco e Giacobbe». (Deuteronomio 30:11-20)

 

 

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