Bollettino libero cristiano evangelico  dell'Associazione ONLUS  "Piccola Iniziativa Cristiana" a cui tutti possono partecipare utile per la riflessione e lo studio biblico

 

Lo Spirito Santo e i doni - riflessioni INTRODUTTIVE

 

Da “Abbiate tra voi un medesimo sentimento” – n. 8

di Renzo Ronca 28-9-11

 

 

Nell’ampio panorama delle chiese cristiane del mondo, quelle che si rifanno alla guida dello Spirito Santo non sono poche e la loro crescita è notevole. Ecco un commento in occasione del centenario pentecostale del 2006[1]

“in cento anni i pentecostali sono diventati oltre 500 milioni, all’incirca un quarto dei cristiani di tutto il mondo; diverse previsioni indicano che nel giro di venticinque anni sarà pentecostale un cristiano su tre. Per dare qualche dato sulla intensità della loro crescita, in trent’anni i pentecostali sono passati da 8 ad oltre 37 milioni in Europa; in Nord America da 24 a quasi 80; in Africa da 17 a 126; in Asia da 10 a 134; da 12 a 141 in America Latina. Nessun’altra comunità di fede conosce un tasso di crescita così impetuoso.”

Personalmente sono convinto che tale movimento sia stato, e sia tuttora, sospinto da Dio per un potente risveglio del Suo popolo, il quale si stava come appiattendo nella vuota tradizione esteriore; penso tuttavia che tale movimento non sia ancora stato compreso bene dalla base del cristianesimo nella maturità del suo pieno effetto.

La caratteristica principale di un movimento pentecostale, carismatico, o apostolico o comunque ispirato dallo Spirito di Dio, sta nel dinamismo creativo ed espressivo dello stesso Spirito Santo.

Lo Spirito Santo non può, né potrà mai, essere definito, incanalato, regolarizzato, “dogmatizzato”. Quando una chiesa ne vuole stabilire delle caratteristiche “fisse”, ecco che il “fuoco dello Spirito di Dio” sfugge ad ogni tentativo di definizione e la chiesa si irrigidisce su posizioni fisse. Più la chiesa ristagna nelle sua fissità delle sicurezze organizzative, più lo Spirito santo l’abbandona, esce dal “Tempio” e lascia quella che era una chiesa viva in una struttura gerarchica vuota.

Ciò che colpisce, in chi va a leggersi le origini dei movimenti cristiani ispirati allo Spirito Santo, è il susseguirsi di scismi, di divisioni. Questo è un bene ed un male: è un bene perché lo Spirito di Dio mostra sempre la sia vitalità e non accetta “le briglie” di nessuna organizzazione; è un male perché l’uomo non ne comprende la libertà e vuole sempre definirlo in qualche modo. Immaginate uno spettacolo di fuochi artificiali di notte; come si potrebbe prendere e limitare quel continuo e meraviglioso esplodere di colori? Come puoi prendere un solo fuoco e inserirlo nel tuo giardino? Ma non c’è niente da fare, è nella natura umana il voler possedere, gestire. Una natura, questa, che ci riesce alquanto difficile modificare. C’è forse un solo modo: diminuire  il nostro “io”, fondersi in Dio, fin quasi ad annullarsi nelle aspettative umane. Ma al di là delle parole, siamo disposti davvero a questo “impoverimento”? Fino a quanto riusciamo a non voler gestire lo Spirito che nel Suo amore ci si dona? Fino a quanto riusciamo a far piccola e silenziosa la nostra persona per far parlare solo Lui?

Sbaglia chi definisce lo Spirito Santo in un certo modo, come allo stesso modo sbaglia chi lo definisce in un altro modo. Non è da definire, ma da vivere.  E’ il solito tentativo di voler conoscere e limitare Dio. E’ bene voler conoscere Dio, ma è male il volerlo definire con la nostra limitatezza. Lo Spirito Santo non si lascia etichettare in alcun modo.

Non è dello Spirito che si deve parlare per tracciarne dei contorni; questo non serve a molto. Ma è nel nostro essere cristiani piccoli, che lo Spirito stesso si esprime nella Sua grandezza. E’ solo così che Lo possiamo conoscere, diminuendo il personalismo nostro, vivendolo senza troppi schemi, sperimentandone l’amore, la creatività ed i doni al momento che si presentano.

Ogni volta che si parla di doni dello Spirito Santo (carismi) la nostra tendenza è quella della classificazione rigida. Si fanno tabelle ed elenchi; chi è dentro è dentro e chi è fuori è fuori. Questo modo però ci viene a complicare di più le cose invece di semplificarle; prendiamo ad esempio gli insegnamenti catechistici cattolici di base: questi dicono che ve ne sono solo sette: saggezza, sapienza, conoscenza, consiglio, fortezza, pietà e timor di Dio. L’aggiunta dei doni carismatici di cui parla Paolo (1 Cor capp 12-14) fede, guarigione, miracoli, profezia, discernimento, lingue, interpretazione delle lingue, ecc li costringe ad aggiungere ulteriori  spiegazioni e definizioni.  E’ giusto sapere che esistono molti doni[2]  

ma stiamo attenti a non chiuderli in un elenco dentro una pentola sigillata, il fuoco dello Spirito ce la farebbe scoppiare in faccia. Ovviamente le stesse raccomandazioni valgono per le chiese evangeliche di risveglio, che fanno dei doni dello Spirito la loro esperienza quotidiana. Viviamoli i doni, conosciamoli, chiediamoli, ma non gli facciamo indossare definizioni standard troppo strette.

I doni sono l’espressione della Persona dello Spirito Santo per la nostra consolazione ed edificazione, non sono la prerogativa di una denominazione che li fa propri.

E’ la singola denominazione che, composta da singoli credenti che offrono se stessi a Dio,[3]

offre tutta se stessa allo Spirito di Dio.

Ed è questa offerta fiduciosa dei singoli che compongono le comunità, e delle comunità che compongono la Chiesa, in nome di Gesù Cristo, che viene accolta da Dio Padre e viene ricambiata dalla pienezza dello Spirito Suo Santo che ci trasforma e ci dà l’onore di partecipare alle Sue meravigliose attività.

Questo discorso ci serve per dire che è bene accostarci allo studio dei doni dello Spirito e dei Ministeri che ne derivano stando attenti a non classificarli con eccessiva sicurezza, evitando di gestirli troppo e cercando di non istituzionalizzarli alla maniera umana per poterli controllare.

D’altra parte anche su queste affermazioni bisogna stare attenti, perché è sempre presente il rischio contrario, ovvero “la regola della non gestibilità”, l’eccessiva libertà del “sento che…”; infatti c’è il rischio di parlare a ruota libera ed esprimere senza controllo l’eventuale dono ricevuto, dimenticando che lo Spirito di Dio agisce in armonia, senza enfasi, senza eccessi e senza difetti ma non vuole degli uomini marionetta, non crea dei robot. Lo Spirito agisce insieme alla nostra persona, all’unisono, se così si può dire.

C’è sempre una parte della nostra personalità che partecipa nell’esercitare i doni, perché è giusto, perché a Dio così piace. Pensate ai 66 libri della Bibbia ispirati dallo Spirito Santo mettendo in attività semplici persone che hanno riportato quanto hanno sentito nel cuore, in forma scritta; Lo Spirito di Dio avrebbe potuto anche dettarli, invece ha lasciato che ogni profeta, ogni evangelista, esprimesse quei contenuti nella forma che più gli era propria. Noi leggendoli abbiamo la possibilità di accedere ai contenuti divini (perfetti, assoluti nel tempo e nella Verità) ed ai contenuti storici e personali del carattere di chi li ha scritti (imperfetti, dipendenti da molti fattori). Questo è bene perché ci permette anche di avvicinarci senza paura, con la nostra umanità, usando la nostra intelligenza per ragionare ed elaborare contenuti, modi ed impressioni.

Significa infine che esiste sempre una parte di responsabilità personale, delle possibili scelte ed adattamenti, nei modo in cui noi esercitiamo i doni e nel modo in cui li vediamo negli altri.

(continua)

 

 Pag. precedente  -  Pag. successiva   -  Indice studi biblici  -  Home

 


 

[1]

NEV - NOTIZIE EVANGELICHE - 12 aprile 2006 - settimanale - anno XXVII - numero 15

[2]

1Corinzi 12:1 - Circa i doni spirituali, fratelli, non voglio che siate nell'ignoranza.

[3]  

Romani 12:1 - Vi esorto dunque, fratelli, per la misericordia di Dio, a presentare i vostri corpi in sacrificio vivente, santo, gradito a Dio; questo è il vostro culto spirituale.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Questo sito ed ogni altra sua manifestazione non rappresentano una testata giornalistica - vedi AVVERTENZE