Bollettino libero cristiano evangelico  dell'Associazione ONLUS  "Piccola Iniziativa Cristiana" a cui tutti possono partecipare utile per la riflessione e lo studio biblico

 

LA PARTITURA

Da “Abbiate tra voi un medesimo sentimento” – n. 6

di Renzo Ronca 24-9-11

 

 

[Fac-simile della partitura autografa della Nona Sinfonia di Beethoven - radio.rai.it]

 

Lo Spirito Santo compone una “partitura”[1]

 

ogni volta che, riunendoci in nome del Signore Gesù, siamo “Chiesa”.

Egli distribuisce cioè ad ognuno di noi una parte, un suono, una espressione di sé, del meglio di sé, affinché la preghiera, la lode, l’adorazione, il culto, sia gradito a Dio.

 

Chi scrive la partitura, per esempio di un incontro di adorazione in chiesa, è Dio nel tramite dello Spirito Santo. Le “musiche” sono celestiali e perfette. L’interpretazione è affidata a noi uomini imperfetti.

L’Eterno lo sa che siamo imperfetti, ma lo Spirito ci avvia spiritualmente ad una elevazione continua, verso la perfezione. Perfezione che troveremo realmente in futuro, nel momento in cui Gesù rapirà la Sua Chiesa.

 

Affinché l’esecuzione della “musica”, (cioè dello svolgere delle nostre parti nell’armonia della preghiera) sia migliore possibile, occorre che i musicisti (cioè i cristiani che compongono la comunità)  siano in grado di “leggere la partitura” (cioè sappiano leggere e capire la Bibbia).

 

Nei culti settimanali della Chiesa, il credente ripieno di Spirito, supera il proprio “io” e si fonde in un perfetto insieme con gli altri credenti. Dio è un “perfetto insieme”. Noi non potremo mai sperimentare la presenza di Dio se non sappiamo abbandonare il nostro egocentrismo ed unirci al cuore di chi ci sta accanto.

 

Nelle preghiere personali potevamo aprirci e parlare a Dio per molto tempo, potevamo vivere liberamente le nostre emozioni, pregando per tutti i nostri cari, gli amici, ecc. praticamente senza limiti di tempo. Nei culti settimanali la nostra libertà nell’uso del tempo è un’offerta alla libertà degli altri.

Pensate ad una cinquantina di fedeli; se ognuno pregasse senza limiti di tempo come quando è solo nella sua stanza, ci vorrebbero giorni per poter parlare tutti; ed alla fine per la stanchezza non riusciremmo più nemmeno a “spezzare il pane”.

 

Chi regola tutto questo è lo Spirito Santo, vero capo della Chiesa, che saprà come suggerire ai fedeli, al pastore e agli anziani il modo migliore per vivere e coordinare gli interventi.

 

L’accoglienza si mette in pratica in tanti modi: non è solo fare posto fisicamente alle persone nuove che arrivano, ma anche farci posto nei cuori l'un l'altro.  Nei culti passa attraverso il rispetto e l’ascolto reciproco. Ascoltarsi l’un l’altro è l’atto più difficile per l’uomo perché per ascoltare gli altri è necessario tacere spesso.

 

La partitura è fatta anche di silenzi. Guardate le note musicali nell’immagine iniziale: le note sono quei semini neri sulle righe (pentagramma). Ebbene, non ci si fa caso subito, ma ciò che dà valore alla nota è il silenzio tra una nota e l’altra. Tra una nota e l’altra infatti c’è uno spazio bianco; se uno parlasse/cantasse sempre sarebbe come scrivere una nota lunghissima dal suono infinito senza spazi bianchi. La bellezza di una “partitura-culto” sta nell’armonia di tanti “suoni-voci” che parlano e tacciono in un susseguirsi perfetto, guidato dallo Spirito.

 

Uno dei problemi nelle bellissime comunità vive è l’eccessivo zelo che, senza rendercene conto, ci fa “parlare/suonare”  troppo. Sarebbe come se nell’orchestra qualche singolo strumento facesse degli “a solo” lunghissimi. L’orchestra sarebbe ferma, inutilizzata. L’eccessivo zelo, pure se inavvertitamente, porterebbe a quanto detto sopra sull’egocentrismo o il personalismo. Tutto questo non è in armonia con lo Spirito Santo che sa saggiamente usare/gratificare ogni membro del Suo corpo, che è la Chiesa. Nella chiesa ciascuno deve sapere “che strumento è” e quando deve suonare.

 

Anche l’uso dei doni/carismi è attentamente regolato dallo Spirito Santo, dispensatore dei doni stessi, e noi dobbiamo stare attenti a non “squilibrare” questa concordanza.

 

 

(continua)

 

 

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[1]

La partitura in musica è la  “notazione complessiva delle parti, vocali e strumentali, che si concertano in un pezzo di musica, disposta in più righi musicali sovrapposti esattamente gli uni sopra gli altri e sistemati in modo che l’occhio possa constatare immediatamente di quanti e quali suoni si componga l’impasto sinfonico” (Treccani)

 

 

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