Bollettino libero cristiano evangelico  dell'Associazione ONLUS  "Piccola Iniziativa Cristiana" a cui tutti possono partecipare utile per la riflessione e lo studio biblico

 

 

NON CREDIAMOCI TROPPO MATURI NELLA FEDE

  “Vi ho nutriti di latte, non di cibo solido, perché non eravate capaci di sopportarlo; anzi, non lo siete neppure adesso, perché siete ancora carnali” (1 Cor 3:2)

 Quale è la differenza tra salvezza e santificazione? Abbiamo davvero capito il senso della croce?

di Renzo Ronca - 4-6-11

 

 

Leggiamo con calma questi passi: 1Corinzi 2:6-3:3

2:6 Tuttavia, a quelli tra di voi che sono maturi esponiamo una sapienza, però non una sapienza di questo mondo né dei dominatori di questo mondo, i quali stanno per essere annientati; 7 ma esponiamo la sapienza di Dio misteriosa e nascosta, che Dio aveva prima dei secoli predestinata a nostra gloria 8 e che nessuno dei dominatori di questo mondo ha conosciuta; perché, se l'avessero conosciuta, non avrebbero crocifisso il Signore della gloria. 9 Ma com'è scritto: «Le cose che occhio non vide, e che orecchio non udì, e che mai salirono nel cuore dell'uomo, sono quelle che Dio ha preparate per coloro che lo amano». 10 A noi Dio le ha rivelate per mezzo dello Spirito, perché lo Spirito scruta ogni cosa, anche le profondità di Dio. 11 Infatti, chi, tra gli uomini, conosce le cose dell'uomo se non lo spirito dell'uomo che è in lui? Così nessuno conosce le cose di Dio se non lo Spirito di Dio. 12 Ora noi non abbiamo ricevuto lo spirito del mondo, ma lo Spirito che viene da Dio, per conoscere le cose che Dio ci ha donate; 13 e noi ne parliamo non con parole insegnate dalla sapienza umana, ma insegnate dallo Spirito, adattando parole spirituali a cose spirituali. 14 Ma l'uomo naturale non riceve le cose dello Spirito di Dio, perché esse sono pazzia per lui; e non le può conoscere, perché devono essere giudicate spiritualmente. 15 L'uomo spirituale, invece, giudica ogni cosa ed egli stesso non è giudicato da nessuno. 16 Infatti «chi ha conosciuto la mente del Signore da poterlo istruire?» Ora noi abbiamo la mente di Cristo. 3:1 Fratelli, io non ho potuto parlarvi come a spirituali, ma ho dovuto parlarvi come a carnali, come a bambini in Cristo. 2 Vi ho nutriti di latte, non di cibo solido, perché non eravate capaci di sopportarlo; anzi, non lo siete neppure adesso, perché siete ancora carnali. 3 Infatti, dato che ci sono tra di voi gelosie e contese, non siete forse carnali e non vi comportate secondo la natura umana?

 

 

Adesso approfondiamo insieme.

 

L’apostolo Paolo quando all'inzio arrivò nella città di Corinto predicò la base della fede, vale a dire la giustificazione per grazia, cioè la salvezza che si ottiene per fede credendo in Gesù Cristo. Assieme a questo parlò delle benedizioni che avrebbero poi ricevuto i credenti.

Questo è quello che Paolo chiama “latte”[1], cioè la riconciliazione con il Padre per mezzo della fede in Cristo (Rom. 5:1-2). 

Ma questo era solo l’inizio della trasformazione (Rom. 12:2).

La maturità della fede invece consiste nel senso della croce. Un paradosso[2] per i giudei di allora e anche per noi oggi.

 

Il senso della croce sta nella santificazione giornaliera, cioè nell'accettazione giorno per giorno della volontà di Dio modificando a tal fine il nostro comportamento. La giustificazione deve portare ad un progressivo cambiamento del nostro comportamento.  Il nostro comportamento infatti, avendo conosciuto la salvezza per fede, non può più essere egoistico, ma, abbandonandosi a Dio -riconosciuto come nostro Sommo Bene-, deve preoccuparsi degli altri, rinunciando al proprio “io”.

 

Solo in questo modo possiamo percepire il pensiero di Dio, la Sua guida tramite lo Spirito Santo: abbassando e umiliando noi stessi tramite l’obbedienza giornaliera, la nostra croce.

 

Solo in questo modo diventeremo spirituali, maturi, e non più carnali, egoisti, preoccupati solo del nostro senso di giustizia e del nostro guadagno.

 

I Corinzi, benché avessero ricevuto molti carismi, erano rimasti egoisti e dunque settari,[3] avevano liti tra loro e parecchi disordini in se stessi, nelle loro famiglie e nella loro chiesa. Volevano subito le benedizioni ma non volevano passare attraverso la croce della maturità.

 

Noi invece come siamo?

Non so voi, ma io mi riconosco nell’immaturità della fede. Se penso alla croce, istintivamente vedo spine e dolori e vorrei fuggirne; se poi mi forzo a rimanere, dopo mi rendo conto che ai piedi della croce c’è un tesoro. Senza l’esperienza della croce non potrei mai cambiare. Prego per questo il Signore di aiutarmi nella mia debolezza.

 

La giustificazione è come un’esplosione ed una rinascita improvvisa. Ma che rinascita sarebbe se poi non continuasse nello sviluppo? A volte si dice che è bene rimanere come bambini. Ma dov’è il bene nel rimanere eternamente bambini?

Questa società ce lo fa credere come fosse una cosa bella: senza pensieri, sempre bambini, sempre innamorati, sempre appresso alle emozioni e alle nuove esperienze da vivere una per una, senza inibizioni…

NO! Questa non è la libertà di un uomo vero! E’ solo l'inganno di un potere disonesto che ci vende i suoi falsi prodotti di "eterna gioventù"!

Allo stesso tempo questo è il voler fare il nostro comodo. Restare bambini è solo la vigliaccheria egocentrica di chi vuole pensare solo a se stesso. In questo modo, mantenendoci capricciosi incostanti e contraddittori come i bambini, “costringeremo” per forza qualcun altro ad occuparsi di noi, facendo per noi le cose che noi eviteremo di fare per gli altri.

Se tu ti comporti sempre da bambino, visto che il bambino da solo non è in grado di badare a se stesso, ti ci vorrà, per permetterti di saltare i doveri di ogni giorno, qualcuno che ti faccia sempre da genitore. Non è così? Quindi tu ti diverti e vivi sulle spalle di qualcun altro. E magari per convincerlo gli dici che questo suo è "amore", perché deve saperti prendere "così come sei". Ma guai se fosse così! Nessuno, conosciuto il Cristo potrà rimanere così com'era prima. Se lo fa, allora è solo un immaturo nella fede che campa a rimorchio degli altri.

 

 

Paolo all’inizio del nostro brano (2:6), riferisce la sua esposizione “a quelli tra di voi che sono maturi”. Ma esistono, mi chiedo, le persone mature, “davvero nate di nuovo” nella fede? Gli studiosi pensano che Paolo probabilmente si riferisse agli individui menzionati in fondo alla lettera.[4] Ad ogni modo resta il fatto che in una comunità grande come quella di Corinto, egli considerasse “maturi” solo una piccolissima parte.

 

Noi invece diamo tutti per scontato di essere maturi, sapienti nella fede. Non sarà il caso di rivedere questa presunzione?

Aver sperimentato la grazia della salvezza non significa essere maturi, vuol solo dire che abbiamo trovato una ragione, una motivazione, per poter iniziare un percorso. Un percorso chiamato di santificazione, ovvero di azioni dedicate a Dio, staccate dal mondo, attentamente rivedute e corrette. Mentre prima il nostro comportamento era dettato dall’egoismo, dal guadagno personale, dal controllo razionale della nostra persona del nostro destino, adesso, conosciuta la grazia, ogni nostra azione deve essere la conseguenza della nostra fede in Dio, per i meriti di Cristo, con l’aiuto dello Spirito Santo.

Solo chi riesce ad abbandonarsi senza riserve all’opera trasformante di Dio (Rom 12:2), confidando in Lui per ogni cosa, può entrare davvero ogni minuto di ogni giorno nel “settimo giorno”, cioè nel “riposo” di Dio.

 

Abbandonarsi a Dio non è lo stato di beatitudine come chi è sospeso tra le nuvole, che possono averci insegnato; al contrario, è avere presente l’amore di Dio per la nostra singola persona e per il destino degli altri, pur nella dura realtà del quotidiano.

Non solo averlo presente, ma addirittura essene convinti pur nelle ingiustizie del mondo. Esserne convinti mentre constatiamo che non abbiamo mai ricevuto amore dagli altri.

E non solo questo, ma abbandonarsi alla provvidenza di  Dio, significa anche uscire dal ruolo di giudice dei fatti e dei destini nostro e degli altri. Se io mi fido davvero di Dio, come posso dire allora: “Signore non quello che mi hai fino adesso è giusto, ma dammi questo e quest’altro, perché io lo so che sarebbe più giusto”.

 

Dio in Cristo ci ha mostrato la via della croce, dell’obbedienza. La nostra crescita che chiamiamo santificazione, passa da questa accettazione serena.

 

Che Dio aiuti tutti noi ad abbracciare ogni giorno quanto ci viene dato, la parte facile e quella difficile, nella convinzione che tutto si convogli verso il bene, in virtù del Suo amore.


 

 

 Indice studi biblici  -  Home

 

 


[1] Concetti tratti dal commentario “Investigare le Scritture” di Walwoord e Zuck.

[2] Paradosso: dal greco “opinione” e “contro” - Che va contro l’opinione o contro il modo di pensare comune, e quindi sorprende perché strano, inaspettato. (Treccani)

[3] 1 Cor 3:4 Quando uno dice: «Io sono di Paolo»; e un altro: «Io sono d'Apollo»; non siete forse uomini carnali?

[4] 1Corinzi 16:15-18 - 15 Ora, fratelli, voi conoscete la famiglia di Stefana, sapete che è la primizia dell'Acaia, e che si è dedicata al servizio dei fratelli; 16 vi esorto a sottomettervi anche voi a tali persone, e a chiunque lavora e fatica nell'opera comune. 17 Mi rallegro della venuta di Stefana, di Fortunato e di Acaico, perché hanno riempito il vuoto prodotto dalla vostra assenza; 18 poiché hanno dato sollievo allo spirito mio e al vostro; sappiate dunque apprezzare tali persone.

 

 

Questo sito ed ogni altra sua manifestazione non rappresentano una testata giornalistica - vedi AVVERTENZE