Sciame di moscerini

Rubrica fantasiosa satirica "Due chiacchiere de giornalaio"

[Scritto alla fine del 2004, quando dei grandi "moscerini" della scena mondiale facevano le elezioni e si preparavano a fare guerra ai popoli del petrolio. Purtroppo, sembra sempre attuale]

Tutti a quel tempo volevano essere più grandi, considerando troppo poco quello che già erano. Persino le mezze stagioni stanche di essere considerate “mezze” decisero di andarsene a trovare fortuna altrove. La primavera fece l’ultimo tentativo per non drammatizzare e prendere le cose con una certa leggerezza. Voleva scambiare due parole con l’autunno, ma quello era depresso e non voleva più uscire dalla sua tana perché si sentiva piccolo e disprezzato; con l’inverno poi non socializzava perché era maschilista, scorbutico e le rispondeva sempre freddamente, fortuna che se ne era andato in montagna. Così la primavera sbadigliò e si allungò in terra lasciando spazio al sole dell’estate che voleva sempre stare in mezzo. 

Il popolo dei Moscerini fu esaltato per questo cambiamento. “L’autunno è uno spreco ed il freddo ci ucciderebbe!” dicevano; “Restiamo sempre in estate perché ci rende abbronzati e così saremo più fotogenici e vivremo per sempre” (come tutti sanno il popolo dei moscerini amava molto farsi fotografare in pose di grande possanza fisica).

Gli alberi dapprima incerti, vedendo poi che il caldo perdurava, per ripararsi dal sole decisero di non far più cadere e le foglie. Tuttavia, la frutta aumentò e siccome non era abituata a quel grande calore si maturava troppo velocemente.

Gli “Stati Moscerini Uniti”, vedendo nella frutta decomposta un’estrema abbondanza di cibo, decisero di riprodursi al massimo per tentare alla fine un attacco per conquistare tutto il mondo. I loro cugini “Francen-mosceren” e “Germon-mosceron” si dissociarono perché vedevano il progetto troppo azzardato, ma gli “Stati Moscerini Uniti” convinsero tutti gli altri regalando grandi ceste di frutta andata a male in cui potevano godere e proliferare. Così la faccenda fu chiusa. Senza più indugi si prepararono tutti al grande assalto finale per la conquista del mondo.

Gli “Stati Moscerini Uniti” avevano molte telecamere ma non volevano nessuno specchio; ed è per questo motivo che filmandosi con lenti di ingrandimento sempre più potenti, si illudevano di essere davvero grandi giganti invincibili.

Ci credevano a tal punto che nacque uno scontro per il potere tra due maschi dominanti: il primo già in carica bellicoso si chiamava “Ammazzatut” ed il secondo, sfidante più moderato, si chiamava “Noncebisogn”.

Il popolo dei Moscerini fu chiamato a votare. La contesa fu molto aspra. Non ci si sposava più, nessuno andava più al lavoro e le “Vedette del tempo” (quelle che una volta prevedevano i temporali) furono abolite perché col grande caldo erano inutili.

Tutte le riserve finanziarie per i riscaldamenti invernali (a che servivano? Era sempre estate!) furono spese per colorare milioni di palloncini pubblicitari. Gli ospedali furono svuotati per far posto ai volantini ed agli uffici delle case cinematografiche.

Si rischiò la guerra civile per la lotta tra i due contendenti e per la prima volta si temette di perdere i benefici della “Rivoluzione Moscerina” del 1800 che li aveva resi indipendenti ed uniti.

Poi uno dei due maschi dominanti, “Ammazzatut”, riuscì a mostrare se stesso ancora più grande, tramite una lente incredibilmente potente appena inventata dai Japin-moscerin. Egli si mostrò su tutti gli schermi della nazione così grande, ma così grande che tutti fecero “OHHH!” (tutti devono sempre fare OHHH! ogni tanto, come già sapete) e gli diedero il voto. “Uno così grande”, dissero tutti, “sicuramente ci farà conquistare tutto il mondo!”.   Dopo le elezioni, infatti, “Ammazzatut” riunì il popolo degli “Stati Moscerini Uniti” e cominciò ad armarli per partire alla guerra in terre lontane.

Fu uno spettacolo epocale: colonne di milioni di soldati-moscerini, notai-moscerini, preti-pastori-moscerini e crocerossine-moscerine si misero in volo sorridendo alle telecamere sullo sfondo del sole coi suoi raggi caldi…

Ma che accadde all’improvviso? Il sole sembrò oscurarsi… forse un’altra colonna del glorioso popolo dei Moscerini? No, era più… non so…  ecco, si, era una nuvola! Non se ne vedevano più da tanto tempo! Una nuvola, anzi due, no… cento nuvole!!  Il sole si oscurava! Che freddo! E le vedette del tempo? Perché nessuno ha dato il segnale d’allarme? Che freddo!!! Pioggia e grandine improvvisa! Che freddo… aiuto… mi  sento mori r e…. che fr e d d…

Mentre anche Ammazzatut stramazzava al suolo, scivolando accanto ad un grattacielo di vetro, lontano dalla patria, pensò: “Cadrò ma con onore, come un grande eroe… voglio vedere ancora una volta la mia gigantesca immagine…”  Però le pareti di vetro erano senza lenti di ingrandimento e il povero moscerino Ammazzatut non riuscì a vedere altro che un puntino nero sparire su un manto di neve candida.

Un saluto dal vostro giornalaio.

R.R.

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