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TU HAI SPEZZATO LE MIE CATENE di Damaris Lerici (27-3-09)
Sì, o SIGNORE, io sono il tuo servo, sono tuo servo, figlio della tua serva;tu hai spezzato le mie catene. (salmo 116:16)
Questa frase è un inno meraviglioso di lode e di ringraziamento per la liberazione ricevuta. Il salmista dopo aver vissuto momenti di profonda angoscia, ringrazia Dio con tutto il cuore perché lo ha liberato dalle sue catene. Noi credenti siamo davvero liberi da ogni catene, da ogni blocco, da ogni impedimento della nostra carne? Lo Spirito Santo ha davvero sciolto le catene che ci tengono vincolati alla nostra vecchia natura? Senza che ce ne rendiamo conto si creano dentro di noi delle vere e proprie prigioni interiori: abbiamo troppi legami che ci tengono incatenati, prigionieri di noi stessi. Le catene dell’insicurezza, della gelosia, dell’orgoglio, della presunzione, dei pregiudizi, fanno purtroppo parte della nostra natura umana, a causa del peccato. Ma c’è anche un’altra catena alla quale forse diamo poca importanza: la catena dell’insoddisfazione. Spesso non ci sentiamo “all’altezza”, pensiamo di non essere “come gli altri”, di non riuscire a fare ciò che altri fanno, di non avere le cose che altri possiedono. Questo sentimento può sviluppare in noi un profondo senso di insoddisfazione, e non ci permette di assaporare la vera gioia di appartenere a Cristo. Nel mio caso, una delle mie catene interiori è sempre stata l’insicurezza: senza rendermene conto, usavo l’insicurezza come uno scudo per proteggermi da ogni forma di responsabilità. L’insicurezza che mi teneva bloccata, ancorata alle mie paure e al timore del giudizio degli altri, non mi permetteva di pensare e di agire in modo autonomo. Per paura di espormi, non ero in grado di “esaminare ogni cosa ritenendo il bene” (1 Tessalonicesi 5:21). Per “pigrizia ed inerzia” lasciavo che altri lo facessero per me. Quale grave errore davanti a Dio! Invece di andare ogni volta alla Scrittura “per vedere se le cose stavano così” (Atti 17:11), verificando se il mio comportamento e i miei pensieri corrispondevano a ciò che Dio desiderava, rimanevo bloccata, ferma, immobile, aspettando che altri decidessero e valutassero al posto mio. Questo è un atteggiamento molto infantile; ma noi siamo donne e uomini fatti, completi in Cristo, che dovrebbero avere “le facoltà esercitati a discernere il bene e il male” (Ebrei 5:14) Si può restare “pur sempre dei bambini quanto a malizia”… ma soltanto in questo!
Chiedi anche tu fratello o sorella al Signore che ti liberi da ogni catena e Lui lo farà per te, perché per questo sei nato: per essere libero nella Sua grazia.
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