"PURIFICATEVI DAL VECCHIO LIEVITO" - di Renzo Ronca - 25-11-15 -

 

“Purificatevi del vecchio lievito, per essere una nuova pasta, come già siete senza lievito. Poiché anche la nostra Pasqua, cioè Cristo, è stata immolata. Celebriamo dunque la festa, non con vecchio lievito, né con lievito di malizia e di malvagità, ma con gli azzimi della sincerità e della verità.” (1Corinzi 5:7-8)

 

 

 

 

 Il lievito è il principio attivo che fa fermentare la massa della pasta prima che diventi pane. Nella Bibbia il lievito la fermentazione ha un duplice significato: può indicare il Regno di Dio che viene (Matt 13:33) oppure il peccato (soprattutto nel Vecchio Testamento) o l’ipocrisia degli scribi (Matt 16:11).

 

In questo caso (1 Cor 7:8) è usato in modo negativo come peccato.

Si fa riferimento alla tradizione degli ebrei che prima di Pasqua eliminano dalla casa ogni traccia di lievito e qualsiasi cibo che ne contenga (wikipedia).

 

L’apostolo usa questa esortazione di togliere il vecchio lievito perché sta parlando a dei giudei, persone che conoscevano bene questo uso prima della Pasqua. Per noi non è così immediato capirlo anche perché non usiamo più far lievitare il pane in casa e sappiamo poco della fermentazione, tuttavia l’invito dell’apostolo è chiaro: togliere dal nostro cuore tutte le abitudini del vecchio sistema di vita legato alla mondanità e vivere in modo nuovo, secondo gli insegnamenti di Gesù Risorto.

 

Dirlo è molto facile, viverlo tutti i giorni un po’ meno facile.

 

Gli affanni quotidiani si ripetono, aumentano, aggravano i nostri pensieri. Quando ci svegliamo la mattina sentiamo già il peso di una giornata che ne siamo certi sarà simile a quella di ieri.

Tuttavia è proprio in questo clima di malinconia e tristezza che la parola del Signore interviene e ci fa riflettere.

Come c’è un principio attivo di vita (il lievito come il Verbo, lo Spirito Santo, che fa crescere in noi la presenza del Signore Risorto in una nuova nascita) così c’è un principio di morte che ancora agisce in questo mondo e può influenzarci. Anche questo si comporta come il lievito e partendo dall’abitudine alla tristezza e alla malinconia, potrebbe far depositare questi sentimenti nel nostro cuore, soffocando la speranza e l’attesa del ritorno del Signore.

Perdere queste speranze significa perdersi nelle preoccupazioni e dimenticarsi della fede. Ciò che ci si presenta allora è un mondo triste, dove aumentano solo le cose brutte a cui pare non ci sia rimedio.

Non è difficile in qs modo avviarci alla depressione.

Tuttavia l’insegnamento del Signore è semplice: butta via queste cose e pensa alle cose nuove! Cerca un presente vivo in te come la presenza del Signore  e da lì prendi la tua forza per crescere!

 

Certo, modificare il corso dell’umore non sarà facile perché non dipende solo dalla nostra volontà, tuttavia se noi proviamo a mettere in disparte ogni cosa, almeno per un attimo, e solleviamo i pensieri verso il Signore, ecco che non sarà più il lievito del peccato a aumentare la massa dei pensieri negativi ma sarà un altro principio attivo ad agire, quello di Dio vivo presente in noi, che ci riporterà la speranza.

Come faccia non lo so, ma se ci rivolgiamo a Lui questo succede.

E se ricadiamo nel peccato o nelle preoccupazioni?

Che importa, noi di nuovo solleviamo lo sguardo a Dio, pregandoLo!

Restiamo accanto alla speranza in un Gesù che torna: il Signore ci rinnova ogni giorno, seppure in mezzo ad un mondo che muore.

 

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