Bollettino libero cristiano evangelico  della "Piccola Iniziativa Cristiana" a cui tutti possono partecipare utile per la riflessione e lo studio biblico

 

 

 

LA DIVINITA' PERCEPITA NEL CREATO

di M.V.  28-5-15- h.7

 

 

 

 

 

Romani 1:20-21

20 infatti le sue qualità invisibili, la sua eterna potenza e divinità, si vedono chiaramente fin dalla creazione del mondo essendo percepite per mezzo delle opere sue; perciò essi sono inescusabili, 21 perché, pur avendo conosciuto Dio, non l'hanno glorificato come Dio, né l'hanno ringraziato; ma si sono dati a vani ragionamenti e il loro cuore privo d'intelligenza si è ottenebrato.

 

 

Tutti conoscono Dio!

 

Lo Spirito Santo inizia molto presto a “bussare  alla porta” del nostro Io spirituale, già da bambini in tenerissima età.

 

Le opere di Dio sono manifeste semplicemente ammirando la creazione in ognuno dei suoi aspetti, dai quali si percepisce chiaramente la potenza e divinità di Dio, ma anche il Suo Amore per noi nel donarci tanta Grazia.

 

Rendere grazie dovrebbe essere un moto spontaneo dell’anima, vivere per glorificare il Signore è di fatto lo scopo per cui siamo stati creati e fare questo ci riempirebbe di gioia il cuore, ma succede qualcosa, ci chiudiamo al richiamo dello Spirito Santo per la paura alimentata da un inganno.

 

Quando lo Spirito Santo ci fa capire che Dio vuole avere con noi un rapporto personale, ecco che l’ingannatore ci mette in guardia: “cosa vorrà in cambio da te questo Dio che ti ha dato tanto, vorrà senz’altro controllarti, limitare la tua libertà, metterti in una prigione d’oro”.

 

Ecco che, per paura di perdere la nostra falsa libertà, resistiamo allo Spirito Santo fino a far riaddormentare il nostro Io spirituale, lasciando tutto lo spazio alla carne che fa cose contrario allo spirito fino a renderci falsi atei.

 

Ma nessuno è ateo in realtà, ha conosciuto Dio e a giudizio sarà inescusabile.

 

Apriamo il nostro cuore e la nostra anima allo Spirito Santo, non è tardi, ma facciamolo oggi, per evitare di trovarci, dopo la vita terrena, a scusarci davanti al Giudice dicendo “non sapevo della tua esistenza, nessuno me lo ha detto”.

 

 

 

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