LA BELLEZZA INFINE

 di Stefania - (12-2-15)- 21-2-18

 

 


 

Ci sono parole che non vorremmo mai sentirci rivolgere, come quelle di una diagnosi nefasta che ci mette all'improvviso di fronte alla fragilità della nostra vita o di quella dei nostri cari.

Di colpo, le cose che riempivano le nostre giornate, la routine che ci faceva sbuffare di insoddisfazione, tutto cade sullo sfondo come foglie secche. Le immagini si fanno più nitide, illuminate da una luce nuova e più intensa, come quando fa molto freddo e l'aria è secca. Così possono apparire le cose che stanno per finire. Nostalgia e paura possono travolgerci, la netta consapevolezza di avere un tempo finito da vivere ci spiazza.

Non adesso, non a me.

Il pensiero della fine fa pulizia nella mente, ci riporta prepotentemente all'essenziale, non vogliamo fronzoli adesso, non vogliamo più ridere o divertirci, né litigare o raggiungere obiettivi. Vogliamo osservare, recuperare e trattenere ricordi, vedere che cosa resta di noi quando stiamo per togliere tutto ciò che pensavamo contasse..

C'è molta bellezza in tutto questo, e già non vediamo più gli sguardi impietositi né ascoltiamo le parole di chi non sa più cosa dire, già siamo oltre le battaglie quotidiane, oltre l'esigenza di controllare ogni cosa.

Non conta più tutto questo. Conta solo l'incanto che ci sta davanti, la toccante e ingenua magnificenza di un universo perfetto nell'immensamente piccolo come nell'immensamente grande.

Non c'è più paura né rabbia in noi, con i sensi completamente ridestati vediamo l'amore dato e ricevuto risaltare in primo piano, siamo parte di questo maestoso disegno e sentiamo forte la gratitudine per ciò che è stato e per ciò che sarà.

 

 

 

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