LA VIOLENZA DEL MONDO E LA CALMA NEL SIGNORE

di Renzo Ronca - 5-2-15-

 

Aumentano i casi in cui la gente “scoppia” in raptus di violenza contro i familiari o nei suicidi o in comportamenti di guerra particolarmente feroci.

 

Probabilmente perché in noi è il gene di Caino o perché siamo tutti repressi e frustrati, resta il fatto che in noi l’aggressività latente è molto forte e sale sempre più. Una buona educazione basata sull’autocontrollo può fare molto, ma a volte questa impetuosità non si contiene, così straripa  in comportamenti violenti contro il prossimo o, se inibiti, contro la nostra stessa persona.

 

Per quanto misteriosa sia l’origine di questi attacchi contro la vita, noi credenti sappiamo dalle parole di Gesù che il diavolo è malvagio e fu “omicida dall’inizio” (Giov 8:44) e dunque possiamo dedurre che la distruttività in noi sia la conseguenza dell’apertura all’ingannatore nell’Eden, cioè la conseguenza del peccato primitivo.

Nella radice della violenza non c’è Dio (Sal 54:3; 86:14; ecc), ma Dio ci può proteggere da questa brutalità: «Ti libererò dalla mano dei malvagi, ti salverò dalla mano dei violenti» (Geremia 15:21). Per questo allora il nostro modo di difendersi è prima di tutto quello di chiederlo al Signore in preghiera.

 

Chi, tra i credenti, è consapevole di avere in se stesso una certa fragilità nell’autocontrollo, una pulsione forte all’aggressività, è bene che lo chieda insistentemente in preghiera, perché la tendenza della malvagità ai nostri tempi è simile a una pressione sul mondo che aumenta sempre più. Questa spinta fa leva anche su argomentazioni razionalmente positive come un falso senso di libertà, di giustizia, sulla depressione, sulla mancanza di lavoro, sulla disperazione, sulla mancanza di affetti, sul sentirsi sempre più minacciati, sull’insicurezza del futuro, ecc  ma è comunque vero che da soli non ce la faremmo a contenere queste forze e che per resistere abbiamo bisogno della protezione e dell’amore di Dio.

 

L’attività benefica del Signore agisce nelle profondità del nostro DNA “riparandolo” riportandolo gradatamente sempre più vicino a quello della creazione, di come ci concepì, di come pensò in modo meraviglioso a ciascuno di noi.

Questa è la tendenza dell’amore di Dio, la direzione in cui Lui opera. Ovvio che la “riparazione” completa avverrà nel momento del rapimento, tuttavia già da prima il nostro Signore saprà dare inizio alla trasformazione psicofisica della nostra persona.

 

C’è del bello in noi, ci sono qualità uniche ed irripetibili per ciascuno di noi, che nemmeno noi conosciamo bene, ma che Dio conosce e vuole far rifiorire. Quindi nessuna paura di certi impulsi che a volte sentiamo: più ci appaiono forti e più avviciniamoci in preghiera al Signore. Nel tornare con forte volontà al Signore diminuirà l’aggressività e la volenza nel nostro cuore per lasciare spazio alla mitezza ed alla calma:

 

«Nel tornare a me e nello stare sereni sarà la vostra salvezza; nella calma e nella fiducia sarà la vostra forza» (Is. 30:15)

 

 

 

 

 

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