IL MATURARE DELLA COSCIENZA CRISTIANA

di Renzo Ronca – (2-12-14)-  

 

 

 

Ripensiamo all’atteggiamento che aveva Pietro prima di andare da Cornelio. Pietro lo potremmo definire un “giudeo MOLTO ortodosso”, attentissimo alla legge. La sua coscienza di bravo giudeo era più che a posto. Anche dopo, diventato cristiano, ricevuto lo Sp Santo,  potremmo dire che era uno rimasto molto rigido nell’osservanza della legge. Durante il sogno sulla terrazza, di fronte all’invito mangiare cibi proibiti dalla legge disse: Ma Pietro rispose: «No assolutamente, Signore, perché io non ho mai mangiato nulla di impuro e di contaminato» (Atti 10:14)

 

Ripensiamo adesso ad un altro tipo di coscienza, più in sintonia  con la volontà di Dio, anche se ciò a molti giudei sembrò in contraddizione, cioè il mangiare le spighe di grano di Gesù e dei discepoli nel giorno di sabato: 1 Avvenne che in un giorno di sabato egli [Gesù] passava per i campi di grano. I suoi discepoli strappavano delle spighe e, sfregandole con le mani, mangiavano il grano. 2 E alcuni farisei dissero: «Perché fate ciò che non è lecito di sabato?» 3 Gesù rispose loro: «Non avete mai letto ciò che fece Davide, quand'ebbe fame, egli e coloro che erano con lui? 4 Come entrò nella casa di Dio, e prese i pani di presentazione, ne mangiò e ne diede anche a quelli che erano con lui, benché non sia lecito mangiarne se non ai soli sacerdoti?» 5 E diceva loro: «Il Figlio dell'uomo è signore del sabato». (Luca 6:1-5)

 

Gesù ci mostrò il senso del comandamento, che era per la vita.

Per chi idealizza la legge invece la regola è fine a se stessa.

 

7 Se sapeste che cosa significa: "Voglio misericordia e non sacrificio", non avreste condannato gli innocenti; 8 perché il Figlio dell'uomo è signore del sabato». (Matt 12:7-8)

 

Poi disse loro: «Il sabato è fatto per l'uomo e non l'uomo per il sabato. (Marco 2:27)

 

Il sabato (La Legge) è stata fatta per la vita dell’uomo, per il suo bene. Non è l’uomo che è stato fatto per seguire la legge. La legge non salva, la salvezza è per fede. La fede è in un Dio che perdona, che ha misericordia di noi e ci libera dalla morte per mezzo del Figlio. Se avessimo lasciato fare alla Legge di per se stessa saremmo tutti morti senza speranza.

 

Pietro non comprende subito la correzione dello Sp Santo (“non dichiarare impuro ciò che Dio ha purificato”) ma lo comprende di fronte all’evidenza, quando cioè Dio gli mostra come abbia agito con misericordia e potenza per la salvezza e la vita eterna anche per Cornelio che era un romano e non un giudeo.

 

La coscienza nostra matura un poco alla volta. Non ci sono condanne, c’è una maturazione. Lo Sp Santo ci rivela cose sempre più grandi e di fronte alla grandezza di Dio anche la nostra mente e la nostra coscienza si ingrandiscono accettando, “com-prendendo” sempre più cose, per la Vita che Dio ha pensato e pensa.

 

In considerazione di questa maturazione continua cerchiamo di evitare atteggiamenti religiosamente drastici.

 

 

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