Bollettino libero cristiano evangelico  della "Piccola Iniziativa Cristiana" a cui tutti possono partecipare utile per la riflessione e lo studio biblico

 

I NOSTRI PECCATI DI IERI E DI OGGI - SARA' IL CASO DI CONVERTIRSI SUL SERIO? -  (Breve riflessione da Ezechiele 22:1-12)

di Renzo Ronca - (4-11-14) - 26-4-17

 

 

 

Quante volte abbiamo sentito prediche del tipo: “Convertitevi dai vostri peccati! Convertitevi perché il giudizio è vicino!” Vi è mai capitato? A me si, magari in qualche vecchio film americano. Certo ci sarà stato del fanatismo nel predicatore e un modo antiquato ed enfatico di dire le cose, però mi chiedo se ogni tanto, anche oggi, non ci faccia bene riflettere davvero sui nostri peccati.

Stavolta vorrei prendere come riferimento Ezechiele 22:1-12

 

1 La parola del SIGNORE mi fu rivolta in questi termini: 2 «Ora, figlio d'uomo, non giudicherai tu, non giudicherai tu questa città di sangue? Falle dunque conoscere tutte le sue abominazioni 3 e di': Così parla il Signore, DIO: "O città che spandi il sangue in mezzo a te stessa perché il tuo tempo giunga, e che ti fai idoli per contaminarti! 4 Per il sangue che hai sparso ti sei resa colpevole, e per gli idoli che hai fatto ti sei contaminata; tu hai fatto avvicinare i tuoi giorni e sei giunta al termine dei tuoi anni; perciò io ti espongo all'insulto delle nazioni e allo scherno di tutti i paesi. 5 Quelli che ti sono vicini e quelli che ti sono lontani si faranno beffe di te, o tu che sei macchiata d'infamia e piena di disordine! 6 Ecco, i prìncipi d'Israele, ognuno secondo il suo potere, sono intenti a spargere il sangue in mezzo a te; 7 in te si disprezza il padre e la madre; in mezzo a te si opprime lo straniero; in te si calpesta l'orfano e la vedova. 8 Tu disprezzi le mie cose sante, tu profani i miei sabati. 9 In te c'è gente che calunnia per spargere il sangue; in te si mangia sui monti, in mezzo a te si commettono scelleratezze. 10 In te si viola l'intimità del proprio padre, in te si violenta la donna impura per le sue mestruazioni; 11 in te l'uno commette abominazioni con la moglie del prossimo, l'altro contamina con incesto la propria nuora, l'altro violenta sua sorella, figlia di suo padre. 12 In te si prendono regali per spargere il sangue; tu prendi interessi, dai ad usura, trai guadagno dal prossimo con la violenza, e dimentichi me", dice il Signore, DIO.

 

 

In questo passo molto duro l’Eterno evidenzia due tipologie di peccati: Il “sangue sparso” (cioè la violenza) e l’idolatria (v.3). Ci accorgiamo subito che da allora ad oggi non è cambiato niente, anzi ciò che prima era limitato a una nazione è divenuto globale, si è esteso cioè a tutto il mondo.

Passando nello specifico (vv.6-12), l’Eterno elenca l’ingiustizia sociale, l’apostasia, l’idolatria, l’immoralità, l’ingordigia e la base di ogni peccato: l’aver dimenticato Dio.

 

Un elenco così, letto di corsa, non ci colpisce molto, tanto è la nostra normalità di vita. Ma il Signore Dio quando mette in mostra i nostri peccati sa farlo in maniera molto cruda, senza eufemismi: “..10 In te si viola l'intimità del proprio padre, in te si violenta la donna impura per le sue mestruazioni; 11 in te l'uno commette abominazioni con la moglie del prossimo, l'altro contamina con incesto la propria nuora, l'altro violenta sua sorella, figlia di suo padre..”.  Forse questo linguaggio senza mezze misure può colpire le persone sensibili, ma era la realtà di allora e ahimé è la realtà di oggi.

 

Le notizie dei telegiornali scavano morbosamente questi particolari di cronaca; li prendono, li riprendono, li amplificano, li spiegano in tutti i particolari e magari ipotizzano scenari ancora più orribili. Oltre che condizionarci per un uso politico (nascondono le ingiustizie sociali che i governi commettono regolarmente) questo perdurare della cronaca nera e dell’immoralità fa diventare normale la violenza e la perversione, che col tempo nemmeno ci scandalizzerà più. Ricordo i ragazzi di una scuola superiore dove lavoravo che di fronte ad un commento su certi orribili fatti accaduti seppero dire solo: “embè?” come a dire: “e allora? Quale è il problema?”

 

Vorrei invitare i lettori a cercare di non osservare questi peccati con la morbosità mondana, ma a vederli nella loro gravità come offesa a Dio, come conseguenza del nostro allontanamento dalla Sua grazia. Essere lontani da Dio e dalla Sua grazia equivale ad una morte spirituale. La morte spirituale non pensate che sia poca cosa, perché è peggiore di quella fisica. Se un corpo muore fisicamente ma è in grazia di Dio, vivrà (Giov.11:25), ma se non è in grazia di Dio morirà per sempre.

 

Vediamo allora di salvare le nostre anime e quelle dei nostri figli.  Almeno noi che diciamo di essere cristiani cerchiamo di non considerare mai "normale" il peccato.

 

Nessuno di noi è senza peccato, chiediamo allora perdono al Signore per i nostri peccati e quelli dei nostri cari; chiediamolo col cuore sincero se siamo pentiti, chiediamolo nel silenzio della nostra stanza, quando siamo soli con Lui. E se anche piangiamo un poco non importa.

 

 

 

 

 

 

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