Bollettino libero cristiano evangelico  della "Piccola Iniziativa Cristiana" a cui tutti possono partecipare utile per la riflessione e lo studio biblico

 

SMARRIMENTO E RESURREZIONE

di Renzo Ronca - 23-12-13-h.10,45 - (Livello 3 su 5) - Le guardie trovano la prigione vuota (Atti 5:22-23)  - Maria Maddalena trova la tomba vuota (Giov 20:11-14)

 

 

 

 

 

 

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Ma le guardie che vi andarono non li trovarono nella prigione; e, tornate, fecero il loro rapporto,  dicendo: «La prigione l'abbiamo trovata chiusa con ogni diligenza, e le guardie in piedi davanti alle porte; abbiamo aperto, ma non abbiamo trovato nessuno dentro» (Atti 5:22-23) 

 

Nella nostra mente ci sono funzioni psicologiche adibite al controllo di ciò che sembra pericoloso, una specie di “guardie” e “giudici” che controllano, imprigionano, giudicano, condannano ecc. Queste parti svolgono  spesso funzioni  utili ma non potendo comprendere lo Spirito del Risorto lo giudicano pericoloso e lo tengono imprigionato alla coscienza,  come se fa con le idee “sovversive”. Quando però lo Spirito Santo agisce e porta comunque liberazione e contatto con Dio, rimane nelle “guardie” cioè nella nostra razionalità, un senso di smarrimento difficile da gestire. Cerchiamo di non spaventarci, è lo Spirito del Risorto che ci libera!

Il nostro corpo, o per meglio dire le sensazioni che noi interpretiamo come parte del nostro corpo, quindi parti fisiche emotive, ci trasmettono provano un senso di vuoto terribile. E’ come se in una casa dove uno abita non trovasse più la porta e perdesse parte della coscienza di sé. E’ una mancanza di riferimenti a cui eravamo abituati che ci destabilizza in modo doloroso con ansia e persino qualcosa che assomiglia al soffocamento. Ma ci sarà sempre un aiuto per noi:

 

11 Maria, invece, se ne stava fuori vicino al sepolcro a piangere. Mentre piangeva, si chinò a guardare dentro il sepolcro, 12 ed ecco, vide due angeli, vestiti di bianco, seduti uno a capo e l'altro ai piedi, lì dov'era stato il corpo di Gesù. 13 Ed essi le dissero: «Donna, perché piangi?» Ella rispose loro: «Perché hanno tolto il mio Signore e non so dove l'abbiano deposto». 14 Detto questo, si voltò indietro e vide Gesù in piedi; ma non sapeva che fosse Gesù (Giov 20:11-14)

 

Gli angeli che parlano a Maria Maddalena hanno il compito di placare il suo smarrimento, il suo dolore. Ella aveva amato Gesù per questo lo aveva seguito. Non aveva capito tutto di Lui,  quello che diceva o che avrebbe fatto, però lo amava e voleva stare vicino a Lui. Questo solo le importava. Già dover accettare la Sua morte in croce era stato come vedere crocifisso un pezzo di sé. Vedere il corpo di Gesù portato nella tomba era come seppellire se stessa, chiudere in una tomba le sue speranze il suo amore. Ora trovare la tomba vuota era come trovare il nulla in se stessa, come non avere più nemmeno il cuore ferito… non sapeva più dove andare per starGli vicino e la sua vita le sembrava senza senso, cosa avrebbe fatto ora? Dove sarebbe andata? Come poteva vivere?

 

Anche per noi ci sono degli angeli, dei messaggeri celesti. Non importa come arrivino a noi ma sono aiuti di Dio. La prima cosa che notiamo è che Maria non è “dentro” la tomba, ne ha paura, ma si affaccia timidamente.  Di fronte al nostro vuoto improvviso dobbiamo sempre mantenere “i piedi fuori” e caso mai, accostarci delicatamente. Non potremmo reggere alla devastazione improvvisa di quello che per noi era tutto.

Ma anche quando stiamo per constatare il vuoto, che ci schiaccerebbe, ecco che qualcosa ci riporta a una rivalutazione dei fatti: «Donna, perché piangi?»

 

Non è la stranezza di quegli esseri luminosi che colpisce la donna, è talmente addolorata e  presa dal suo dolore, dall’aver perso persino il corpo di quello che era la ragione della sua vita, che risponde loro come si farebbe normalmente a tutti: «Perché hanno tolto il mio Signore e non so dove l'abbiano deposto». Lei aveva bisogno di avere ancora il suo Gesù “percepibile”, concreto, corporeo.  Vedere, sapere  Gesù anche in un corpo morto lei si sarebbe accontentata, perché il suo amore non guardava le parole ma il sentimento, l’appartenenza a Cristo. Le sarebbe bastato essere vicina al corpo del Signore per trovare almeno un briciolo di consolazione.

E’ a questo punto che l’infinito amore di Cristo supera ogni confine umano e spirituale pur di sollevare quel senso di struggente smarrimento della donna. Ed è per questo che le si presenta, vivo. Ma la delicatezza di Dio è pari alla Sua potenza e le si mostra gradatamente per non spaventarla. Poi si fa riconoscere e la consola.

Forse sarà così anche per noi.

Viviamo sempre più in un mondo che è la tomba della speranza e ci manca l’amore palpabile di Dio. Ci manca la Sua presenza, la Sua consolazione vera. Ma non disperiamo cari fratelli e sorelle Egli è vicino e saprà come fare per ridarci quella vita che abbiamo perduto.

 

 

 

 

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