Bollettino libero cristiano evangelico  della "Piccola Iniziativa Cristiana" a cui tutti possono partecipare utile per la riflessione e lo studio biblico

 

DUE TIPI DI CROCE  CON PROSPETTIVA A SORPRESA

 

Ora sono lieto di soffrire per voi; e quel che manca alle afflizioni di Cristo lo compio nella mia carne a favore del suo corpo che è la chiesa (Coloss. 1:24)

 

 

 

 

 

 

 

 

Dobbiamo tenere presente che vi sono due tipi di sofferenze: quella “salvifica” di Gesù Cristo sulla croce e quella della nostra personale croce. Sulla prima non c’è nulla da aggiungere o togliere: tutto il nostro peccato è stato preso da Gesù al posto nostro che ha espiato la legge morendo in croce. Sulla seconda invece, è piaciuto al Signore dare a ciascuno di noi una sua croce particolare assieme alla grazia. Non so perché Dio abbia stabilito così nella Sua infinita sapienza, ma è così. Dio ha scelto la croce per Sé come modello prima della resurrezione ed ha voluto dare anche a noi un calice amaro da bere. La quantità e l’amarezza di questo calice è diversa per ognuno di noi, ma ciascuno ha la sua dose fino all’orlo e va bevuto tutto.  Diversamente da Gesù che sperimentò l’abbandono più profondo che esista, persino dal Padre,  noi non saremo mai soli in queste sofferenze, perché assieme alle prove Dio ci darà la forza per superarle. Un modo per accettare meglio questa condizione è che tali sofferenze hanno un significato non solo per noi singolarmente, ma anche per il bene di tutta la Chiesa che Gesù si è scelta. La sorpresa è grande se riusciamo ad inquadrare il discorso in questa prospettiva: Ciascun uomo (credente o non credente) nasce già con la sua croce più o meno pesante, che volente o nolente deve portare. Questa è la vita umana ed il nostro punto di partenza.  La differenza è che il cristiano ha Gesù che lo aiuta a portarla. Ecco quindi che la credenza comune (cioè che solo il cristiano deve portare la croce) viene ribaltata. Gesù prende la Sua terribile croce, ma nel suo percorso amaro solleva anche la nostra e la rende sopportabile.

Come questo avvenga non lo so. Però so che senza di Lui 40 anni fa sarei stato schiacciato da un grave peso esistenziale;  è stata la Sua presenza reale che mi ha salvato. Una salvezza non solo di fede teorica e lontana, ma di possibilità concreta quotidiana di vivere. Non mi ha magicamente tolto il mio dolore, ma ha riempito il mio cuore di qualcosa che mi permette di superarlo e di vivere. Una vita che non è tirare avanti ma anche sperare nel Suo nome. Lode a Dio!

 

 

 

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