Bollettino libero cristiano evangelico  della "Piccola Iniziativa Cristiana" a cui tutti possono partecipare utile per la riflessione e lo studio biblico

 

LA POTATURA - di Anna Cuomo - (2-12-08) - 8-7-16 - h. 16,45

Stamattina sono stata svegliata prima del solito da un insolito rumore. Quando mi sono alzata ho visto che alcuni uomini armati di motosega e di una scala elevatrice erano indaffarati a segare i rami di un pino secolare altissimo che sovrasta tutti gli alberi che gli sono intorno ed anche i fabbricati più alti. Visto che dove abito non c’è molto verde, l’idea che quell’albero potesse essere sacrificato, per evitare  i rischi del maltempo, mi ha fatto molto dispiacere ed in cuor mio mi sono augurata che si trattasse soltanto di un’energica potatura. Finché ho potuto, ho guardato cadere giù ad uno ad uno i grossi rami carichi di fronde, poi ho dovuto sbrigarmi per andare al lavoro e non ho potuto osservare il prosieguo.

 Durante la giornata mi è capitato di andare con la memoria a quell’albero e alla sua possibile sorte.

Stasera, sulla strada del ritorno mi venivano in mente alcune considerazioni. In fondo, quell’albero ha pagato le conseguenze di un intervento tardivo di manutenzione. Se ci fosse stata una potatura regolare, non avrebbe rappresentato un pericolo. Inoltre, la potatura avrebbe dato maggior forza alle radici che, entrando più profondamente nel terreno, lo avrebbero reso più saldo. Non solo: con la potatura, sarebbero stati eliminati i rami vecchi e anziché crescere solo in altezza, si sarebbe irrobustito, per cui i rami nuovi avrebbero fatto da protezione al tronco che non avrebbe oscillato così pericolosamente.

Quando sono tornata a casa, la prima cosa che ho fatto è stato guardare dal balcone ma al posto dell’albero c’era solo un moncone di tronco reciso alla base. Il suo vicino, più piccolo era stato risparmiato ed aveva ricevuto solo un’energica potatura.

 Nella mia mente sono emersi alcuni passi biblici ed ho trovato naturale metterli in connessione tra loro. Pensando all’albero più grande: “Come mai sei caduto dal cielo, astro mattutino, figlio dell'aurora? Come mai sei atterrato, tu che calpestavi le nazioni? Tu dicevi in cuor tuo: «Io salirò in cielo, innalzerò il mio trono al di sopra delle stelle di Dio; mi siederò sul monte dell'assemblea, nella parte estrema del settentrione; salirò sulle sommità delle nubi, sarò simile all'Altissimo». Invece ti hanno fatto discendere nel soggiorno dei morti, nelle profondità della fossa! (isaia 14, 12-15)”

 Pensando all’albero più piccolo, mi è venuto in mente che  Gesù ha detto: "Io sono la vera vite e il Padre mio è il vignaiuolo. Ogni tralcio che in me non dà frutto, lo toglie via; e ogni tralcio che dà frutto, lo pota affinché ne dia di più... Se uno non dimora in me, è gettato via come il tralcio, e si secca; questi tralci si raccolgono, si gettano nel fuoco e si bruciano..." (Giovanni 15, 1-6).

 C’è un brano nei vangeli in cui Gesù guarisce un cieco e all’inizio egli vede gli uomini come alberi. Mc 9, 22-25: Giunsero a Betsaida; fu condotto a Gesù un cieco, e lo pregarono che lo toccasse. Egli, preso il cieco per la mano, lo condusse fuori dal villaggio; gli sputò sugli occhi, pose le mani su di lui, e gli domandò: «Vedi qualche cosa?» Egli aprì gli occhi e disse: «Scorgo gli uomini, perché li vedo come alberi che camminano».  Poi Gesù gli mise di nuovo le mani sugli occhi; ed egli guardò e fu guarito e vedeva ogni cosa chiaramente.

 Parafrasando questi versetti, potrei dire che oggi il Signore ha aperto in una certa misura anche a me gli occhi, mostrandomi invece gli alberi come uomini. Il Signore ha sempre lezioni da darmi e da darci ed io non trovo nemmeno le parole per  ringraziarLo. Signore fa’ che fatta  la Tua volontà e che possa sempre agire solo per la Tua gloria.

 

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