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DISCERNERE LE CORREZIONI DI DIO Spesso il Signore ci parla ma noi non vogliamo sentire di Renzo Ronca e Katia Mallaci -(1-12-08) - 14-10-13-h.10,30- (Livello 1 su 5) [Vedi anche Video - indir. preciso: http://www.youtube.com/watch?v=HKOXEJC5qsw ]
Luca 13:34 Gerusalemme, Gerusalemme, che uccidi i profeti e lapidi coloro che ti sono mandati, quante volte ho voluto raccogliere i tuoi figli, come la chioccia raccoglie i suoi pulcini sotto le ali; e voi non avete voluto! Il cristiano giovane, appena convertito, potrebbe avere del Signore e del Suo modo di educarci un’idea ancora magico-miracolistica. Pretendere che Gesù scenda solo per noi, ci parli direttamente indicandoci a voce i nostri errori è un atto di superbia: Dio ci ha lasciato già la Sua Parola nella Bibbia. Il Signore può anche parlarci direttamente è vero, si può servire anche di angeli, e può far parlare persino gli asini, ma perché ricercare sempre cose così eclatanti? Io credo che anche le persone della famiglia o della chiesa possano essere considerate ogni tanto, “messaggeri” di Dio; anzi molte volte sono proprio le persone a cui diamo minor peso quelle che usa il Signore per riprenderci. Se un giovane che frequenta una chiesa può essere fraternamente corretto dagli anziani, più difficile invece è la situazione di chi reputa se stesso già cresciuto nella fede, senza tuttavia aver mai accettato le correzioni. In questo caso l’amore di cui parla, l’umiltà teorica che insegna è solo saccenza umana e superbia; egli non sarà mai in grado di discernere la buona volontà di Dio e ripeterà i suoi errori all’infinito, soffrendo molto e magari dicendo “Signore ma perché mi fai soffrire così?” Una correzione non fa mai piacere… Ebrei 12:11 È vero che qualunque correzione sul momento non sembra recar gioia, ma tristezza; in seguito tuttavia produce un frutto di pace e di giustizia in coloro che sono stati addestrati per mezzo di essa. … tuttavia dobbiamo esercitarci nell’umiltà e saperla accettare, anche se al momento ci pare un’assurdità. Evitiamo la ribellione o la polemica ma lasciamo alla nostra coscienza rinnovata il compito di elaborare pian piano quanto ci è stato detto. Considerate che le correzioni utili e vere fanno sempre male all’inizio; come il medico quando vi tocca una parte ferita. Il nostro istinto è non farci mai “toccare” in quei punti in cui sentiamo dolore; ma così facendo mostriamo solo la nostra immaturità e non guariamo mai. Ci vuole un grande coraggio ad esser umili, perché il nostro “io” non vuole mai morire e si maschera ed assume l’apparenza della persona rinata; egli si configura falsamente con noi stessi in Cristo e quando poi il Signore o chi per lui lo va a toccare per rimuoverlo ci fa provare tanto di quel dolore da sembrare di morire con lui; ma rinnegare se stessi è l’unica strada.
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