Bollettino libero cristiano evangelico  dell'Associazione ONLUS  "Piccola Iniziativa Cristiana" a cui tutti possono partecipare utile per la riflessione e lo studio biblico

 

 

NELLA SOFFERENZA L’AIUTO DI DIO

Stiamo attenti a lamentarci, potremmo dispiacere al Signore

 

 

Non mormorate, come alcuni di loro mormorarono, e perirono colpiti dal distruttore. Ora, queste cose avvennero loro per servire da esempio e sono state scritte per  ammonire noi, che ci troviamo nella fase conclusiva delle epoche. Perciò, chi pensa di stare in piedi, guardi di non cadere. Nessuna tentazione vi ha còlti, che non sia stata umana; però Dio è fedele e non permetterà che siate tentati oltre le vostre forze; ma con la tentazione vi darà anche la via d'uscirne, affinché la possiate sopportare. Perciò, miei cari, fuggite l'idolatria. Io parlo come a persone intelligenti; giudicate voi su quel che dico. (1Corinzi 10:10-15)

  

La disperazione è il sentimento di chi non conosce Dio ed ha come fine solo la morte.

 L’infelicità non fa parte della creazione né di chi ha fede; infatti la speranza di essere presto rapiti col Signore ci permette di ridimensionare gli aspetti più dolorosi ed amari della realtà umana presente.

 Si può esser infelici per il male che vediamo ogni giorno nel mondo, ma Gesù ha vinto il mondo, dunque tale tristezza va presto sostituita con la speranza.

 Quando un credente, preso dalla tentazione dello sconforto, si lamenta, lo faccia nel suo angolo privato, nella sua preghiera personale con Signore, affinché Lui stesso possa consolarlo. Ma se quel credente riveste ruoli edificanti o è visto da altri come un riferimento, allora stia attento perché non è bene rattristare le anime deboli. Non occorre essere pastori per avere un ruolo di riferimento, a volte può bastare l’esempio che diamo agli altri in ciò che diciamo o scriviamo.

 Io come molti conosco la sofferenza e sono sempre stato uno che si è sempre lamentato cercando consolazioni umane a destra e a sinistra, ma il Signore mi ha corretto più volte ed ancora mi corregge facendomi capire che ciò non è bene.

 La sofferenza può derivare da una prova in atto, ed allora dobbiamo esercitare la nostra resistenza, la pazienza, la fede aspettando che la prova passi.

Inoltre una prova ha quasi sempre un insegnamento che va capito e non ci dobbiamo stancare di chiedere al Signore uno spirito di discernimento per comprendere cosa ci vuole dire il Signore attraverso quella prova.

 Alcune prove sembrano insormontabili e possono mettere a dura prova la nostra vita; ma il Signore è fedele ed attento. Avendoci creati consce il limite di ciascuno di noi, perché abbiamo tutti dei limiti differenti al dolore. Il Signore ci darà sempre l’aiuto necessario.

 Noi che siamo nati di nuovo cerchiamo di non lamentarci più delle nostre condizioni, o di testimoniare tristezze e sofferenze (a meno che non siano indicative di una soluzione positiva), ma al contrario, usiamo queste eventuali esperienze di crescita come un mezzo per consolare chi ancora deve conoscere Gesù e sta perdendo la speranza. 

(RR)

 

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