FINO A CHE PUNTO L'AMORE CRISTIANO VERSO CHI COMMETTE PECCATO?

di Renzo Ronca – 24-1-13-

 

Abbiate pietà di quelli che sono nel dubbio; salvateli, strappandoli dal fuoco; e degli altri abbiate pietà mista a timore, odiando perfino la veste contaminata dalla carne. (Giuda 22-23)

Certo è giusto avere misericordia per tutti, ma il nostro senso di amore cristiano fino a che punto si può spingere verso chi si trova nel peccato?

Giuda nella sua lettera (1) parla di “pietà mista a timore” “odiando persino la veste contaminata della carne”. Dunque il nostro amore deve essere distaccato. Amare cristianamente un peccatore non significa amare il peccato, né fare sconti sui comportamenti peccaminosi, né condividere certe esperienze o accettarle passivamente.

Alcuni sono senza Dio per ignoranza o per inavvertenza, altri lo sono per scelta. Chi è determinato e consapevole del suo peccare ha già fatto le sue scelte. Per quanto ci possa dispiacere dobbiamo prenderne atto. Nulla ci vieta di pregare per queste persone, ma l’amore che abbiamo da Dio e che fa di noi un “tempio santo”, ci impedisce di coprire la loro trasgressione o di avvicinarci troppo ad essa cercando delle scusanti o anche degli ambigui compromessi.

 

  

NOTE 

(1)Ovviamente l’autore della lettera non è Giuda Iscariota, ma è probabile che sia il fratellastro di Gesù, come Giacomo. (Da “investigare le Scritture”)

 

 

Indice riflessioni in pillole   -   Home

Rendere partecipi gli altri delle proprie meditazioni sulla Parola del Signore è anche dividere il pane di Dio tra fratelli. Mandate pure gli scritti a mispic2@libero.it