E' SPONTANEO PER L'UOMO DESIDERARE UN RE - di M. V. (27-11-12) - 8-4-18

 

 

 

Gesù rispose: «Il mio regno non è di questo mondo; se il mio regno fosse di questo mondo, i miei servitori combatterebbero perché io non fossi dato nelle mani dei Giudei; ma ora il mio regno non è di qui». Allora Pilato gli disse: «Ma dunque, sei tu re?» Gesù rispose: «Tu lo dici; sono re; io sono nato per questo, e per questo sono venuto nel mondo: per testimoniare della verità. Chiunque è dalla verità ascolta la mia voce».(Giovanni 18:36-37)

 

Si parla molto di politica, soprattutto in Italia. Telegiornali, dibattiti, tribune politiche, talk show sono tutte occasioni quotidiane per sentire parlare di politica, per ascoltare il politico di turno che spiega all’elettore la sua ricetta per risolvere tutti i problemi, come se questi fossero risolvibili come un rebus che si intuisce con un colpo di genio.

 

Si chiacchiera molto di politica anche tra la gente, sempre più delusa e insoddisfatta del politico al potere, magari votato nelle ultime elezioni, ma sempre pronta a farsi ingannare dalle promesse del suo successore.

 

Viviamo in un paese democratico: è il popolo, sulla carta che è sovrano e che elegge liberamente i propri rappresentanti, e di nazioni democratiche ce ne sono parecchie al mondo, ma la realtà, lo sappiamo tutti, è ben diversa dall’apparenza che lo stato di diritto ci presenta.

 

Il fatto che il Signore parli del Regno dei Cieli e si proclami Re è un messaggio che suona anacronistico, fuori dalla modernità, coercitivo a chi crede di essere parte attiva nelle decisioni politiche del proprio paese.

 

Parlare di re e regni fa ricordare i despoti del medioevo che sfruttavano i sudditi com’era per i servi della gleba.

I pochi re rimasti nel mondo sono effettivamente despoti oppure sono reali di facciata.

 

Eppure, istintivamente, le persone, anche nelle democrazie moderne, sognano in politica un leader, una figura carismatica, onesta, pulita, che pensi realmente al bene dei cittadini come se li conoscesse uno ad uno, che risolva i problemi con potere ed autorità, che incarni la giustizia.

 

Pensano di fatto ad un re, potente, giusto, che abbia con i propri sudditi un rapporto che sia un rapporto d’amore personale con ognuno, che conosca quindi le necessità di ognuno e si adoperi per il loro bene e la loro felicità.

 

E’ un imprinting della sovranità di Dio che tutti abbiamo nel nostro intimo, sovranità basata sull’amore, lo stesso amore che Gesù ha per noi, sul quale sarà fondato il suo regno e la sua sovranità.

 

 

Spegniamo la televisione, rendiamoci impermeabili agli inganni e alle false promesse della politica dell’uomo e come nuovo “slogan politico”  diciamo:

 

“Signore, venga il Tuo regno e sia fatta la tua volontà”.

 

 

 

 

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