"E quando sarò andato e vi avrò preparato il posto, ritornerò e vi accoglierò presso di me, affinché dove sono io siate anche voi” (Giov. 14:3)

 

 

 

MANTENERE LA PAROLA DATA

- di Renzo Ronca (26-10-08) - 15-12-20

 

 

 

 

 

Soprattutto, fratelli miei, non giurate né per il cielo, né per la terra, né con altro giuramento; ma il vostro sì, sia sì, e il vostro no, sia no, affinché non cadiate sotto il giudizio. (Giacomo 5:12)

 

 

Vi sarà capitato di prendere degli impegni con qualcuno che prima vi dice “si” poi vi “dà buca” perché nel frattempo ha preso un altro impegno. Dopo due o tre volte che questa persona si comporta così come considerate la sua parola? Inconsistente, certamente! In caso di bisogno sapete che non potrete mai ricorrere a quella persona perché inaffidabile.

Ovviamente stiamo parlando di comportamenti ripetuti e consapevoli non di dimenticanze o casi saltuari che possono capitare a tutti.

 

Se queste sono persone del mondo allora dovremo spiegare loro perché è importante mantenere la parola data, cos’è la parola, ecc. ma se l’inaffidabile è un fratello  una sorella di fede, allora è più triste; un cristiano maturo non dovrebbe comportarsi così. Permettetemi un “predichetta” per i primi (quelli del mondo) ed una rispolveratina per i secondi (i fratelli dalla memoria labile):

 

Il “Verbo” o la “Parola” non è solo un insieme di lettere che esprime un significato, ma è un sinonimo di Dio stesso:

 "Nel principio era la Parola, la Parola era con Dio, e la Parola era Dio". (Giovanni 1:1)

 

Questa “Parola” si è poi fatta carne in Cristo ed è venuta sulla terra:

 

 E la Parola è diventata carne e ha abitato per un tempo fra di noi, piena di grazia e di verità […] (Giovanni 1:14) 

 

La Parola dunque è Cristo.

 

Questo ci impone subito un rispetto perché non stiamo parlando di una cosa qualsiasi di poca importanza, ma di Gesù, dell’Essere che ci ha salvati con la Sua vita.

 

A Dio è piaciuto fa risiedere Se stesso in Cristo ed ha dato vita al messaggio dell’Evangelo che attraverso lo Spirito Suo, come Parola vivente, noi trasportiamo agli altri tramite la nostra bocca, il suono delle nostre parole. Le nostre parole dunque sono importanti.

 

In Cristo non c’è mai stata doppiezza o ambiguità; noi dovremmo assomigliarGli.

 

TUTTE le nostre parole, non solo quando parliamo del Signore ma persino quando prendiamo il pane dal fornaio, dovrebbero avere un significato preciso ed attento. Non possiamo avere due tipi di linguaggi, uno “vero” per le cose di Dio ed uno “più scandente” per il resto della giornata, perché “La fonte emette forse dalla stessa apertura il dolce e l'amaro?” (Giacomo 3:11)

 

Lo scadere delle parole, la loro relativa importanza nel vivere quotidiano, l’ambiguità del significato, sono grandi successi del diavolo che è riuscito a far perdere importanza a questo mezzo nobile, cioè l’espressione verbale a cui il Signore affida la trasmissione dei contenuti della verità biblica. “Parola” e “Verità” vanno di pari passo perché identificano il Signore stesso.

 

Ora se un predicatore (ovvero una persona chiamata da Dio a diffondere la “Verità” tramite l’uso delle parole) prima dice “si” ad un impegno qualsiasi e dopo due giorni dice “no” perché ne ha preso un altro, cosa penserà il non credente di lui e conseguentemente della “Verità” che testimonia e rappresenta?

 

E allora, come cristiani maturi, facciamo attenzione a quanto diciamo e cerchiamo di essere coerenti;  come abbiamo detto all’inizio “…il vostro sì, sia sì, e il vostro no, sia no.."  (Giacomo 5:12).

 

 

 

 

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