Bollettino libero cristiano evangelico  della  "Piccola Iniziativa Cristiana" a cui tutti possono partecipare utile per la riflessione e lo studio biblico

 

 

QUANDO TORNIAMO DALL’ESILIO?

Noi forse non ce ne accorgiamo, presi come siamo dalla nostra presunzione, ma nonostante i richiami del Signore nostro, siamo sempre in esilio, lontani da Dio.

Di Renzo Ronca – 23-9-12

 

29 Tu li scongiuravi per farli tornare alla tua legge; ma essi si inorgoglivano e non ubbidivano ai tuoi comandamenti, peccavano contro le tue prescrizioni che fanno vivere chi le mette in pratica. La loro spalla rifiutava il giogo, essi irrigidivano i loro colli e non volevano ubbidire. 30 Hai avuto pazienza con loro molti anni, mentre li avvertivi per mezzo del tuo Spirito e per bocca dei tuoi profeti; ma essi non vollero dare ascolto, e tu li hai messi in mano ai popoli dei paesi stranieri. 31 Però, nella tua immensa compassione, tu non li hai sterminati del tutto, e non li hai abbandonati, perché sei un Dio clemente e misericordioso. (Neemia 9:29-31)

Quando un giudeo parla della Legge di Dio lo fa con un significato ben diverso dal nostro. Per noi occidentali, salvo particolari casi, il concetto di “legge” non è mai tanto positivo, è qualcosa di forzato, obbligato, di estraneo alla libertà. Per l’israelita che amava ed ama Dio invece, la Sua Legge è qualcosa di regale, immenso, profondità delle ricchezze, sorgente di sapienza, riparo dal pericolo. E’ in questo senso aperto, positivo e sublime che va intesa la Legge in questo scritto del profeta  Neemia (o Nehemia).

L’Eterno è stato con il Suo popolo come un padre-madre paziente che esorta i propri figli in modo accorato, per il loro bene. Ma essi non hanno dato ascolto. L’esilio dunque è la conseguenza della ribellione alla Legge buona, del loro indurimento.

Noi forse non ce ne accorgiamo, presi come siamo dalla nostra presunzione, ma nonostante i richiami del Signore nostro, siamo già in esilio, lontani da Dio.

Vale a poco dire di conoscere il Cristo o qualche frasetta del Vangelo (assieme a tanti scritti orientali che magari conosciamo meglio della Bibbia) il fatto che non conosciamo Dio né siamo da Lui conosciuti.

Questo non avvicinarci, questo continuo modo di rifiutare la grazia dei nostri tempi, ci mantiene estranei alla conoscenza di Dio. Siamo per così dire “fuori da Lui”.

Il fatto che abbiamo solo una generica conoscenza intellettuale di Dio e non Lo conosciamo realmente si vede facilmente perché non ascoltiamo né i profeti né lo Spirito Santo.

Non dire “seguo la chiesa e perciò siccome la chiesa segue Dio allora sto a posto”, perché chi te lo ha detto che la tua chiesa segue davvero i profeti e lo Spirito Santo? Chi lo testimonia? Gli uomini? E’ solo Dio stesso che può testimoniarlo. La testimonianza di Dio si trova nelle Scritture, a cominciare dalla meditazione buona sulla Legge per arrivare poi alla libertà nello Spirito Santo nella grazia ci ha donato il Cristo.

Controlla se la parola che senti predicare corrisponde agli insegnamenti di Dio. Vedi se le esortazioni ti portano a Lui oppure alla dispersione della fede.

Il Signore è paziente e buono, ma avviene una selezione tra gli uomini e solo un rimanente sarà salvato: quello che si affida interamente, veramente, in Dio e in nessun altro.

 

 

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