LE PROVE NELLA FEDE, PERCHE’? - di Renzo Ronca – (1-8-11) -  18-6-18

 

1 Pietro 1:6 Perciò voi esultate anche se ora, per breve tempo, è necessario che siate afflitti da svariate prove, 7 affinché la vostra fede, che viene messa alla prova, che è ben più preziosa dell'oro che perisce, e tuttavia è provato con il fuoco, sia motivo di lode, di gloria e di onore al momento della manifestazione di Gesù Cristo.

 

Quando uno è giovane nella fede, parte con slancio e grande entusiasmo; il Signore lo ricolma di benedizioni, lo incoraggia e lo protegge nelle sue prime battaglie; ma questi, pur avendo buone intenzioni e grande vigore, non ha ancora il suo carattere ben forgiato. Per questo Dio permette che la nostra fede venga provata: affinché possa raffinarsi, impreziosirsi, acquistare spessore, raggiungere l’equilibrio e la maturità.

La fede provata di un’anima devota è un passaggio obbligato per noi ed è molto gradita al Signore che saprà come ricompensarla al Suo ritorno. Le prove servono alla nostra crescita spirituale qui sulla terra, ma anche come preparazione per la vita futura.(1)

A volte sembra che il Signore ci provi fino all’estremo limite della nostre possibilità, questo potrebbe spaventarci, ma le prove saranno sempre rapportate alle nostre capacità; non potranno mai travolgerci se manteniamo la nostra fede:

Nessuna tentazione vi ha còlti, che non sia stata umana; però Dio è fedele e non permetterà che siate tentati oltre le vostre forze; ma con la tentazione vi darà anche la via d'uscirne, affinché la possiate sopportare. (1Corinzi 10:13) 

Inoltre c’è un senso più ampio da considerare: pensiamo ad un buon soldato: il valore di un soldato è dato proprio dalla consapevolezza dei propri limiti. Questi limiti devono essere conosciuti sia dal soldato stesso che dal suo generale, il quale potrà così impiegarlo in missioni adeguate. Un soldato che non abbia mai sperimentato una sparatoria, come potrebbe reagire al momento di una battaglia? Potrebbe reagire bene restando al suo posto, ma anche male, scappando. La “prova del fuoco” per un soldato è basilare. Il superamento di questa prova darà sicurezza a lui e fiducia agli altri soldati che ricevono ordini da lui e tranquillità anche ai civili che egli dovrà proteggere. Il coraggio di un ufficiale ed il successo provato sul campo, sarà a suo merito personale, ma sarà anche la gloria del suo comandante.

Per un giovane cristiano la “prova del fuoco” è egualmente importante. Noi stessi sappiamo poco del nostro potenziale, potremo avere un’idea superiore delle nostre capacità (col rischio di far trovare male quelli che a noi si affidano), o una modestia esagerata che ci spinge a nascondere i nostri talenti.

E’ facile soprattutto nelle persone convertite da poco o poco mature nella fede, avere una sopravvalutazione di se stessi, ma il Signore ci invita ad essere cauti: “Per la grazia che mi è stata concessa, dico quindi a ciascuno di voi che non abbia di sé un concetto più alto di quello che deve avere, ma abbia di sé un concetto sobrio, secondo la misura di fede che Dio ha assegnata a ciascuno.”  (Romani 12:3)

E’ molto difficile l’equilibrio, ma solo lo Spirito di Dio che conosce i nostri cuori potrà portare alla luce ciò che siamo. E ciò che veramente siamo si vedrà quando sperimenteremo la fede nel quotidiano, nelle difficoltà del combattimento contro il maligno.

Gesù fu provato appena battezzato, fu condotto dallo stesso Spirito di Dio nel deserto. Accettiamo anche noi di buon grado queste prove, sono necessarie per poter servire.

 

(1) La Scrittura dice poco su questo, ma alcuni punti lasciano presupporre che nel regno di Dio che verrà opereremo sulla base della nostra fede di ora:   "Va bene, servo buono; poiché sei stato fedele nelle minime cose, abbi potere su dieci città" (Luca 19:17)

 

 

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