Bollettino libero cristiano evangelico  dell'Associazione ONLUS  "Piccola Iniziativa Cristiana" a cui tutti possono partecipare utile per la riflessione e lo studio biblico

 

LA PURIFICAZIONE DAL PECCATO

Riflessioni su Ezechia rapportate ai nostri giorni - 3

Di Renzo Ronca – 31-7-11

2 Re 18:4 [Ezechia] Soppresse gli alti luoghi, frantumò le statue, abbatté l'idolo d'Astarte, e fece a pezzi il serpente di bronzo che Mosè aveva fatto; perché fino a quel tempo i figli d'Israele gli avevano offerto incenso; lo chiamò Neustan.

[Louvre: Astarte dea della fecondità]

 

 

Appena il tempio si apre all’Eterno, l’Eterno vi entra e lo santifica con la Sua presenza. Ma la presenza di Dio significa l’assenza di tutto ciò che Gli è estraneo. Non può sussistere lo Spirito di Dio assieme al peccato. O l’uno o l’altro. Il tempio allora deve essere pulito; per questo Ezechia subito ordina questa purificazione da ogni idolatria precedente.

Questa decontaminazione indispensabile la vediamo anche con Gesù: Appena il nostro cuore si apre al Signore, ecco che il Signore entra purifica la Sua casa.

 

Matteo 21:12 “Gesù entrò nel tempio, e ne scacciò tutti quelli che vendevano e compravano; rovesciò le tavole dei cambiamonete e le sedie dei venditori di colombi. 13 E disse loro: «È scritto: "La mia casa sarà chiamata casa di preghiera", ma voi ne fate un covo di ladri».”

 

Noi siamo stati creati in funzione di una comunione perenne con l’Eterno, ma l’esserci allontanati da Lui ha permesso al peccato di entrare nel cuore e di mettervi delle radici. Davanti a Dio tutto questo è sudiciume che non può coesistere con la Sua gloria. Convertirsi a Dio significa riprendere un cammino di perfezione spirituale ed abbandonare decisamente tutto quanto Gli è estraneo o si frappone tra noi e Lui.

 

Non dobbiamo aver paura di questa azione purificatrice nel nostro cuore.

La tendenza ad idealizzare oggetti (il serpente di bronzo) come dei feticci a cui elevare preghiere è presente anche oggi.

Quando si parla di idoli come Astarte non pensiamo solo a statuette di legno, ma cerchiamo di vedere l’aspetto idolatrico che essa rappresenta, e chiediamoci se potrebbe esistere in noi. Persino Salomone cadde con la promiscuità spirituale.

Tutto ciò che in noi assume una importanza come Dio o addirittura di più, è idolatria: L’eccessivo attaccamento ad un marito, una moglie, dei figli, al denaro, al successo… Da soli è difficile e qualcosa potrebbe rimanere come gli  “alti luoghi”[1]

per questo è necessario essere coraggiosi e docili all’azione di Dio che ci purifica direttamente. Lasciamo al Signore il compito di evidenziare in noi tutto quello che Gli è estraneo. Diciamo come Davide: “Investigami, o Eterno, e mettimi alla prova; purifica col fuoco la mia mente e il mio cuore”. (Salmi 26:2)

 

Poi, con determinazione, come Ezechia, togliamo tutte queste brutture dai nostri cuori. Solo così la presenza di Dio ci illuminerà nel pensiero e nelle azioni.

(continua)

 

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[1]

Sugli “alti luoghi” il popolo offriva sacrifici sia all’Eterno che agli idoli. Erano rimasti nonostante la proibizione Deuteronomio 12:2 “Distruggerete interamente tutti i luoghi - sugli alti monti, sui colli e sotto ogni albero verdeggiante - dove le nazioni che state per scacciare servono i loro dèi. 3 Demolirete i loro altari, spezzerete le loro statue, darete alle fiamme i loro idoli d'Astarte, abbatterete le immagini scolpite dei loro dèi e farete sparire il loro nome da quei luoghi.”  Anche i migliori re prima di Ezechia non erano riusciti a togliere completamente questa tradizione e superstizione.

 

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