Bollettino libero cristiano evangelico  dell'Associazione ONLUS  "Piccola Iniziativa Cristiana" a cui tutti possono partecipare utile per la riflessione e lo studio biblico

 

ASSUMERSI LE PROPRIE RESPONSABILITA’

di Renzo Ronca - 22-6-11 

…[Gesù] chiese loro: «Chi cercate?» Gli risposero: «Gesù il Nazareno!» Gesù disse loro: «Io sono» (Giov 18:4-5)

 

 

 

Una volta, da ragazzo, mentre con mio cugino trafficavamo di nascosto con la macchina del padre, combinai un guaio abbastanza grave. Avevo paura di mio zio, sarei voluto scappare chissà dove e chiesi vigliaccamente a mio cugino: “Puoi dire che sei stato tu?”. Ma alla fine, volente o nolente, dovetti confessare, assumendomi la responsabilità del fatto, con l’aggiunta della vergogna che sentivo per aver tentato di nascondermi dietro un altro.

 

Non è per niente facile assumersi le proprie responsabilità. E’ umano avere paura e tentare di fuggire; è umano ma è un comportamento immaturo, non giusto.

 

Quando la serva portinaia domandò a Pietro: «Non sei anche tu dei discepoli di quest'uomo?» Egli rispose: «Non lo sono» (Giov 18:17). Il rinnegamento di Pietro che si ripeté per tre volte.

 

Anche Pietro a quel tempo era un immaturo nella fede. Ebbe modo poi, nel corso della vita di dare tutt’altra testimonianza, fino alla morte. In quel momento però fu più grande la paura.

 

Gesù stesso ebbe paura nel Getsemani, fu un combattimento interiore di una potenza inimmaginabile per quello che c’era in gioco. E Gesù, dal lato umano, temeva le atrocità che avrebbe dovuto subire; non aveva certo piacere a “bere quel calice” a causa nostra, ne avrebbe fatto a meno quando disse:  «Padre, se vuoi, allontana da me questo calice!.... » Ma ecco, dopo la battaglia dei sentimenti, arrivare la maturità, l’obbedienza, il piegarsi al volere del Padre: «…Però non la mia volontà, ma la tua sia fatta». (Luca 22:42)

 

Assumersi le proprie responsabilità è un atto che arriva dopo una elaborazione sofferta delle nostre emozioni e dei nostri istinti, mettendo sul piatto il nostro bene personale, egoistico, e l’osservanza di un principio di fede. Istinto di sopravvivenza, onore, dignità, si fronteggiano tra mille paure.

 

Non devi sentirti in colpa se hai avuto paura, se quella volta sei fuggito. Crescerai un po' alla volta nella coscienza e nella responsabilità dei tuoi princìpi di fede; e quando ti troverai di nuovo di fronte a delle scelte difficili non sarà più come prima.

 

Gesù, superato da solo il combattimento interiore più grande, quando arrivò il momento non si sottrasse, ma prese addirittura l’iniziativa e senza aspettare “chiese loro: «Chi cercate?» Gli risposero: «Gesù il Nazareno!» Gesù disse loro: «Io sono»” (Giov 18:4-5)

 

Proviamo a non fuggire di fronte alle responsabilità della vita, proviamo con la maturità che ci dà lo Spirito Santo, a dire anche di fronte agli errori commessi: “eccomi, sono qui, sono io”. Forse la voce ci uscirà debole debole, ma pensate davanti al Signore quanto sarà importante quel fil di voce! Quanto sarà evidenziato quel coraggio in paradiso! Non sarà il debole a dire: “Si, sono stato io. Se c'è qualcosa su mio conto me ne assumo la responsabilità” No, non è il debole che parla così, ma è l’uomo nuovo, forte e deciso vincitore in Cristo!

 

 

 

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