Bollettino libero cristiano evangelico  dell'Associazione ONLUS  "Piccola Iniziativa Cristiana" a cui tutti possono partecipare utile per la riflessione e lo studio biblico

 

L’ UMILTA’ E’ LEGATA ALL’ACCOGLIENZA DI CHI DEVE CRESCERE

Di Renzo Ronca – 16-4-11

 

 

 

[Imm da images.style.it]

 

 

 

Luca 9:46 Poi cominciarono a discutere su chi di loro fosse il più grande. 47 Ma Gesù, conosciuto il pensiero del loro cuore, prese un bambino, se lo pose accanto e disse loro: 48 «Chi riceve questo bambino nel nome mio, riceve me; e chi riceve me, riceve Colui che mi ha mandato. Perché chi è il più piccolo tra di voi, quello è grande».

 

Non pensiamo che solo i discepoli discutessero “su chi di loro fosse più grande”. Questa tendenza a primeggiare è in tutti noi. A volte è in buona fede nel desiderio e nello zelo di piacere il più possibile al nostro Maestro, alle volte però potrebbero esserci punte di gelosia o di esibizionismo. Il Signore Gesù anche in questo caso, con infinita pazienza sa come correggerci. Egli prende un bambino e lo pone accanto a Sé, un modo come per dire “vedete? Lo metto accanto a me, io lo accolgo”; invita poi i discepoli a fare lo stesso: chi vuole essere il più grande deve saper riconoscere ed accogliere la piccola statura.

La piccola statura è riferita alla piccolezza degli altri ma anche al ridimensionamento di noi stessi (in effetti siamo spesso molto meno di quanto crediamo di essere).

Saper accogliere un bambino non è poi così facile come sembra. Il bambino non è solo simbolo di purezza ed ingenuità: è una persona piccola non ancora formata, in via di crescita, spesso capriccioso e vivace; si potrebbero perdere facilmente senza protezione ed amorevole aiuto. Potremmo dire in senso lato che si tratta di un individuo che non ha ancora raggiunto la maturità e che ha bisogno di crescere.

Chi vuole piacere a Gesù deve fare come Lui ha fatto: saper accogliere la piccola statura di se stesso e degli altri con affetto e pazienza.

Essere umili davanti a Dio quando siamo soli e ci battiamo il petto in segno di pentimento è una cosa significativa, ma relativamente facile. La cosa difficile sta nell’umiltà con il nostro prossimo, quando chi ci sta davanti deve ancora crescere e a volte parla per inavvertenza e forse con impertinenza. Dobbiamo saper vedere nell’altro il bambino che Gesù ha visto in noi quando ci ha accolto; saper accogliere con amore, ridimensionarci, pensando che in fondo non siamo tanto diversi da chi deve imparare ancora molto.

 

Indice riflessioni in pillole   -   Home

 

 

Questo sito ed ogni altra sua manifestazione non rappresentano una testata giornalistica - vedi AVVERTENZE