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TU SEI LA LUCE CHE RESTA A cura di Damaris Lerici - 4-11-10
[imm da http://blog.libero.it/Numeriamo/commenti.php?msgid=8479114 ]
Il Signore è la mia luce e la mia salvezza, chi temerò? (sal 27:1)
“Tu sei la luce che resta”, scrive Agostino alla fine delle sue Confessioni. “Tu sei luce che resta, a cui chiedo consiglio su tutto… E’ cosa che faccio spesso e trovo gioia nel farla; non appena mi posso rendere libero dagli affari inevitabili, questa gioia diventa il mio rifugio. In tutte queste cose che percorro interrogando te, non trovo posto sicuro per l’anima mia, tranne che in te, dove si raccoglie la mia dispersione e nulla di mio da te si allontana…mi fai entrare in un sentimento del tutto insolito nel profondo di me, in una dolcezza inesprimibile”. “Il Signore è la mia luce e la mia salvezza, chi temerò”, così inizia il salmo 27. Per il salmista Dio è la luce che resta, anche dopo la paura. Resta la gioia della luce, più forte d’ogni timore. Resta questa esperienza interiore della luce, esperienza indicibile. Dio è quel che resta, al di là dei nostri affari inevitabili, subito dopo le nostre fatiche, i nostri sovraumani sforzi; Dio è quel che resta, tra le cose che costruiamo, le macerie che lasciamo. Dio resta, intenso come una luce, accogliente come una luce. Resta Dio come il posto più sicuro, il baluardo della mia vita. “Egli mi dà riposo nella sua capanna nel giorno della sventura, -è il salmista che parla- mi nasconde nel nascondiglio della sua tenda, mi solleva sopra una rupe” [...]
[tratto da un commento al salmo 27 della Chiesa Battista di Firenze http://chbattistaborgognissanti.interfree.it/Salmo%2027%2021%20aprile.htm ]
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