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Amore e sofferenza di Carmela Visone - 10-10-10
[imm da "partecipiamo"]
Amore, obbedienza, onore e gioia sono perfettamente amalgamati tra loro.
“Amare” non è da applicarsi alla maniera umana, che presenta due estremi: 1) “Vabbé amo tutto e tutti qualsiasi cosa facciano”; 2) “amo solo chi ama me”; L’amore di Dio comporta invece anche una obbedienza per onorare colui che amiamo. Infatti Gesù certamente era amato dal Padre[1] eppure il Padre lo educò e lo rese perfetto anche nella sofferenza: Benché fosse Figlio, imparò l'ubbidienza dalle cose che soffrì; e, reso perfetto, divenne per tutti quelli che gli ubbidiscono, autore di salvezza eterna, (Ebrei 5:8-9)Comprendiamo allora che l’amore di Dio è anche educare i Suoi figli attraverso la sofferenza per comprendere il senso dell’onore verso il Padre e scoprire le benedizioni che sono all’ombra della croce. Essere amati da Dio non significa dunque non soffrire mai, ma quando ciò capita per vari motivi, dobbiamo accettare la prova come mezzo di crescita per future benedizioni.Allora Gesù disse ai suoi discepoli: «Se uno vuol venire dietro a me, rinunci a se stesso, prenda la sua croce e mi segua. (Matteo 16:24)
[1] Ed ecco una voce dai cieli che disse: «Questo è il mio diletto Figlio, nel quale mi sono compiaciuto». - Matteo 3:17 (anche Matt 17:5, ecc)
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