Bollettino libero cristiano evangelico  della "Piccola Iniziativa Cristiana" a cui tutti possono partecipare utile per la riflessione e lo studio biblico

 

 

ADIRATEVI E NON PECCATE

di Renzo Ronca – (24-5-11) 26-4-15  (livello 3 su 5)

 

 Adiratevi e non peccate; il sole non tramonti sopra la vostra ira e non fate posto al diavolo

(Efesini 4:26-27).

 

Le arrabbiature possono capitare, è umano, però la Scrittura che abbiamo letto ci consiglia per il nostro bene di tenerle sotto controllo. I motivi per cui la rabbia non deve durare a lungo sono importanti:

Da un punto di vista psicologico, l’ira è un processo interno dirompente e destabilizzante, che una volta innescato, genera una forte tensione e necessita poi di uno “scarico” (o te la prendi con gli altri, o con gli oggetti o contro te stesso).  Se uno non si scarica presto in qualche modo, allora l’ira influenza le azioni quotidiane nostro malgrado, spingendoci ad un carattere collerico o rancoroso, modificando progetti aspettative e qualità della vita (1)

Da un punto di vista cristiano, l’arrabbiatura, quando persiste a lungo, contempla sempre la propria giustizia umana e l’ingiustizia subìta (vera o presunta che sia); in questo modo la persona fissandosi su questa cosa, ne è anche presa e non riesce più a guardare in alto; così non ricevendo più il sostegno della Grazia, “fa posto al diavolo” aprendosi per esempio all’orgoglio. L’orgoglio, il sentirsi sempre giusti, ci impedisce di accettare l’ingiustizia di Dio e cerca  sempre di “punire” il colpevole per conto proprio. Ma se si arriva ad essere sicuri che sia giusto punire qualcuno, allora si mette da parte la fede e l’opera di giustizia di Dio stesso, il quale dice in Romani 12:19 “Non fate le vostre vendette, miei cari, ma cedete il posto all'ira di Dio; poiché sta scritto: «A me la vendetta; io darò la retribuzione», dice il Signore”.

Ma quando facciamo noi le cose che dovrebbe fare Dio, vendetta e retribuzione, cioè amministrare la giustizia, allora il diavolo si è insinuato dentro di noi e cerca di gestire la nostra mente. Nascono ragionamenti contorti: “E’ giusto che mi faccia giustizia da solo, la giustizia del cielo chissà quando arriva… sono le mie azioni che decidono il mio destino… ecc” con questi presupposti alimentati dal diavolo, anche la salvezza non sarebbe più per grazia, ma diventerebbe frutto di un nostro modo di agire: “io posso vendicarmi, io posso trovare Dio, io posso salvarmi se mi comporto secondo certe leggi”.

Avete visto come per una cosa apparentemente piccola, come il rimanere arrabbiati ed irati per diverso tempo, permettiamo l’ingresso del diavolo nel nostro cuore e questi può facilmente fare dei grossi danni, sovvertire i princìpi fondamentali della fede senza che ce ne rendiamo conto!

Pensate a come è una  vita fatta di amarezze e rabbia. Questo malessere io lo conosco bene; ci ho convissuto tanti anni. E’ come un filtro sugli occhi che ti fa vedere tutto nero e non ti fa recepire le cose per come sono veramente, impedendo al bene di entrare; così vedi sempre più nero, fino a che poi arrivi ad odiare non solo i cattivi, ma tutto il mondo, gli altri, te stesso e pure il cane se hai un cane e pure il primo che incontri per strada, se ce la fai ad uscire di casa.  Mi ricordo, ero arrivato al punto che prendevo a calci i segnali per le strade, sfasciavo le cose...  la violenza si impadroniva di me. Alla fine per una serie di motivi ed inibizioni tutta questa rabbia mi si riversò contro e rischiai molto in prima persona.

Dare invece un termine all’arrabbiatura (“il sole non tramonti sopra la vostra ira”), per esempio il termine di un giorno e non di più, è una cosa salutare, perché impedisce alle radici maligne di crescere e radicarsi nel nostro cervello, nella memoria e di generare il rancore.

Alla base di ogni amarezza sta quasi sempre una mancanza di perdono.

Alle volte bisognerebbe scavare più a fondo per capire chi e perché non abbiamo perdonato.

Attenzione: la ragione o il torto non c’entrano niente in tutto questo discorso che stiamo facendo. A prescindere dunque dal fatto che abbiamo ragione o torto, sarebbe bene resettare tutto e riedificare una personalità più vera e calma, con una logica diversa.

Essere resi da questa dirompente emozione, la rabbia, non è solo una brutta esperienza ma ci poterebbe ad essere contro Dio e questo merita ogni nostro sforzo per evitarlo:

Cessa dall'ira e lascia lo sdegno; non adirarti; ciò spingerebbe anche te a fare il male. (Salmi 37:8)

Dominare le emozioni, gestire certi stati d’animo, proteggersi, aprirci invece alla grazia di Dio ed alle Sue benedizioni è l’oggetto di ogni cristiano che ogni giorno sa inginocchiarsi con umiltà e mettersi in discussione davanti al Signore che non si stancherà mai di indicarci al via migliore.

Lode a Dio

 

(1) Per una trattazione approfondita della "rabbia" dal punto di vista psicologico vedi lo scritto della Dott.ssa Gabriella Ciampi psicologa psicoterapeuta in  L’inizio di un percorso articolato sulle nostre emozioni - LA RABBIA 

 

 

 

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