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DIO PUNISCE COME UN DESPOTA? Attenzione a come leggiamo la Bibbia di Renzo Ronca - (7-3-10) - 23-9-15 -(livello 3 su 5)
Il linguaggio biblico soprattutto nel Vecchio Testamento è molto semplice pratico e diretto: “il popolo si ribella, Dio lo punisce” in realtà non si tratta di un despota che amministra la sua legge distruggendo chiunque gli vada contro; la cosa va intesa in un altro modo: Dio tramite la Legge spiega all’uomo rozzo e duro di comprendonio quale sia il suo bene. Lo fa con un linguaggio incisivo, essenziale e rigoroso adatto a lui, in modo da poter essere inteso subito da quel popolo in quel tempo con quella mentalità. Questo linguaggio si addolcisce e si apre sempre più man mano che arriviamo al Nuovo Testamento. Vale a dire man mano che l'uomo cresce nella maturità di fede.
Dio è una "Sostanza d’Amore", ciò che Egli dice all’uomo, per mezzo dei Suoi profeti, è impregnato della Sua Sostanza. Egli spiega che essere "in Dio", e poi "in Cristo", e quindi "nello Spirito Santo" significa essere parte di questa sostanza. Sarà inutile ogni osservanza della Legge senza aver capito la "Sostanza" della Legge che è appunto l'amore di Dio Padre, Figlio e Spirito.
Ma agire senza essere entrati in qualche modo a contatto con la Sua Sostanza, significa trovarsi lontano da Lui, significa commettere azioni malvagie e "peccare". E' questo stato d’animo assente ed autosufficiente che “incorre nel giudizio di Dio”. In pratica chi si mette fuori-linea da Dio (e quindi dalla Bibbia) si autoesclude dalla grazia. Non è Dio che una mattina decide di punire il disubbidiente, ma è la “sostanza” di Dio che non è fatta di peccato. E chi invece si trova nel peccato (ovvero senza Dio) è privo del Suo Amore-Vita; chi non è composto di questo può essere solo composto una sostanza diversa: e cosa è diverso da amore-vita? Odio indifferenza e morte. In un certo senso dunque potremmo dire che chi sceglie di allontanarsi da Dio, si condanna da solo. Attenzione dunque ad interpretare per il giusto verso certe frasi del Vecchio Testamento. Non è Lui che condanna l'uomo solo per esercitare un potere, ma è l'uomo che si condanna da solo quando si esclude dalla grazia di Dio.
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