Bollettino libero cristiano evangelico  della "Piccola Iniziativa Cristiana" a cui tutti possono partecipare utile per la riflessione e lo studio biblico

 

CATENA DI SANT’ANTONIO

 

di Gaetano Rizzo (prima dell'ottobre 2007) - rieditato 14-1-17

 

“ARRIVANO SPESSO NELLE NOSTRE CASELLE DI POSTA RICHIESTE DI TIPO “CATENA DI SANT’ANTONIO” SIA PER MOTIVI FUTILI (ES. “INVIA AD ALTRI 15 NOMI QUESTA  MAIL E RICEVERAI FORTUNA IN AMORE”), CHE PER INTERESSE, MA ANCHE PER MOTIVI APPARENTEMENTE NOBILI, COME RACCOLTE DI FONDI PER CHI È IN OSPEDALE… EBBENE, NE VOGLIAMO PARLARE? IL CRISTIANO COME DEVE COMPORTARSI DAVANTI A QUESTE RICHIESTE?”

 

La catena di sant’antonio è una delle tante superstizioni che purtroppo rendono molti uomini succubi e schiavi. Potremmo infatti elencarne molte altre, tipo “l’incontro con un gatto nero”, “il passare sotto una scala”, “portare con se una zampa di coniglio”, “toccare ferro” e il terrore del giorno “venerdi 17”. Tutte superstizioni che pur non avendo alcuna base razionale, senza contare che vengono persino condannate dalla parola di Dio, “Ora le opere della carne sono manifeste, e sono: …stregoneria…”, Galati 5,19-20; sono purtroppo ugualmente dure a morire. Infatti anche se molti affermano pubblicamente di non essere schiavi di tali cose, in privato non poche volte dimostrano esattamente il contrario.  Perché sono dure a morire?

Perché vi sono uomini che si dimostrano così succubi di superstizioni come quella riguardante la “catena di sant’antonio?”. Alcuni pensano che si nasce superstiziosi oppure che vi sono persone le quali purtroppo c’è l’hanno nel sangue. Ma nessuna delle due ipostesi corrisponde a verità. Spesse volte una persona diventa superstiziosa crescendo. Specialmente nel primissimo periodo della sua vita quando la mente è altamente ricettiva e “assorbe” tutto, senza discernere se sia buono o sbagliato. Infatti proprio in quel periodo può imparare cose errate come appunto comportamenti superstiziosi rimanendo infine impelagato in essi.

Spesse volte capita che le superstizioni sono legate o perlomeno derivano o nascono anche non intenzionalmente da dottrine o insegnamenti religiosi. La stessa “catena di sant’Antonio” si può definire quasi un “surrogato” del “culto dei santi”, una dottrina caratteristica della Chiesa cattolica romana. “Surrogato” perché nato da un’interpretazione errata e deviante di tale dottrina.

Questa superstizione è per chi vi crede, una specie di amuleto o un portafortuna il quale proteggerebbe dalla sfortuna e dalle disgrazie chi vi si confida. Da ciò si comprende come la “catena di sant’antonio” sia un miscuglio di religiosità e di magismo, per non parlare di stregoneria. Un qualcosa da cui chiunque si professa cristiano deve stare alla larga.

 

La parola di Dio, punto di riferimento per ogni cristiano, giudica tanto chiaramente quanto negativamente qualsiasi pratica legata alla magia: Quando sarai entrato nel paese che il SIGNORE, il tuo Dio, ti dà, non imparerai a imitare le pratiche abominevoli di quelle nazioni. Non si trovi in mezzo a te chi fa passare suo figlio o sua figlia per il fuoco, né chi esercita la divinazione, né astrologo, né chi predice il futuro, né mago, né incantatore, né chi consulta gli spiriti, né chi dice la fortuna, né negromante, perché il SIGNORE detesta chiunque fa queste cose; a motivo di queste pratiche abominevoli, il SIGNORE, il tuo Dio, sta per scacciare quelle nazioni dinanzi a te”. (Deuteronomio 18,9-12).

Si, le pratiche legate in qualche modo alla magia, sono agli occhi di Dio, abominevoli. Di conseguenza tale è il giudizio del Signore anche nei confronti della pratica superstiziosa chiamata “la catena di sant’Antonio”, un qualcosa da detestare e rigettare se si vuole veramente stare in pace con Dio e avere con lui una relazione sana e duratura. Iddio ci aiuti a fare la sua volontà.

 

 

 

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