Bollettino libero cristiano evangelico  della "Piccola Iniziativa Cristiana" a cui tutti possono partecipare utile per la riflessione e lo studio biblico

 

Gesù parlava con Mosè ed Elia....  - di Renzo Ronca (22-7-08) aggiornato 4-3-17

 

 

 

Matteo 17:3 E apparvero loro Mosè ed Elia che stavano conversando con lui

 

 

 

DOMANDA:  Gesù parlava con Mosè ed Elia allora sono andati in cielo senza la rinascita? E poi Paolo dice che nessuno è salito al cielo se non colui che è disceso dal cielo, cioè Gesù. Se Mosè è morto, come poteva parlare con Gesù sul monte?

 

RISPOSTA:

Caro amico lettore, hai toccato punti difficili per tutti. La difficoltà più grande sta nel fatto che l’episodio della trasfigurazione si svolge su due piani (quello terreno e quello spirituale) troppo diversi tra loro per poterli spiegare con il solo linguaggio terreno a cui siamo costretti, essendo noi stessi terreni e limitati. Questo dunque deve già ridimensionare in partenza le nostre aspettative. Non pretendiamo troppo da noi stessi; arriveremo dove potremo arrivare.

Per noi sulla terra ci sono solo due direzioni: ieri (passato) e domani (futuro). Gesù ha permesso a tre discepoli di assistere ad un evento fuori dalla loro (e nostra) portata: vale a dire l’intersecarsi del tempo terreno con l’eternità di Dio, di cui non sappiamo quasi nulla. L’eternità non è un tempo terreno che dura sempre; ma un concetto molto molto più vasto che investe non solo il tempo ma anche lo spazio e chissà quante altre dimensioni che non conosciamo.

Con questo episodio importantissimo Gesù mostra prima di tutto che c'è una vita oltre la morte. Forse per molti di noi è scontato ma Gesù vuole rivelare tempi e fatti in un certo modo per il nostro ammaestramento progressivo. Il fatto che ne stiamo parlando ancora oggi significa che fa bene a farlo con attenzione scegliendo solo alcuni dei suoi (portò con sé solo Pietro Giacomo e Giovanni) perché non tutti siamo pronti, infatti abbiamo molto ancora da apprendere.

 

Riguardo ai personaggi in questione facciamo riferimento alla Scrittura: solo due persone non passarono attraverso la morte come tutti gli altri uomini:  né Elia né Enoc sono passati attraverso la morte: "Essi continuarono a camminare discorrendo insieme, quand'ecco un carro di fuoco e dei cavalli di fuoco che li separarono l'uno dall'altro, ed Elia salì al cielo in un turbine". (2Re 2:11);

"Per fede Enoc fu rapito perché non vedesse la morte; e non fu più trovato, perché Dio lo aveva portato via; infatti prima che fosse portato via ebbe la testimonianza di essere stato gradito a Dio". (Ebrei 11:5)

Dunque almeno per Elia, se pensiamo ad uno spazio diverso dalla terra, possiamo immaginarlo facilmente come “vivo”.

Il problema sorge per Mosè: se è morto come ci dice la scrittura, come avrebbe fatto a tornare? Anche qui possiamo fare solo qualche modesta considerazione: Mosè è morto ma non in maniera comune: leggi queste frasi:  (Deuteronomio 34:5-6)  "Mosè, servo del SIGNORE, morì là nel paese di Moab, come il SIGNORE aveva comandato. 6 E il SIGNORE lo seppellì nella valle, nel paese di Moab, di fronte a Bet-Peor; e nessuno fino a oggi ha mai saputo dove è la sua tomba"Capire cosa significhi “Il Signore lo seppellì nella valle” è davvero fuori dalla nostra normale comprensione.  Sappiamo che nessuno fu come Mosè, che parlava direttamente a Dio, “faccia a faccia” (1);  sappiamo che mori; ma non fu un uomo a seppellirlo bensì “Il Signore”; nessun uomo trovò mai il suo corpo; nella Scrittura si parla ancora del suo corpo in una disputa tra l’arcangelo Michele ed il diavolo di cui ci riferisce l’apostolo Giuda:  Invece, l'arcangelo Michele, quando contendeva con il diavolo disputando per il corpo di Mosè, non osò pronunziare contro di lui un giudizio ingiurioso, ma disse: «Ti sgridi il Signore!» (Giuda 9) -  Sembrerebbe dunque che Mosè morì, ma poi il suo corpo fu preso prima del tempo da Dio, nonostante il conflitto di Satana con l’arcangelo.  Certo siamo su un terreno ipotetico su cui dobbiamo muoverci con umiltà e cautela, tuttavia avrebbe un senso tutto questo; infatti se pensiamo al significato che suggeriscono questi due personaggi (Mosè ed Elia) forse possiamo avvicinarci alla comprensione: "Mosè rappresenta le persone salvate che sono morte o moriranno, Elia simboleggia le persone salvate che non sperimenteranno la morte ma saranno tratte in cielo vive [all'atto del rapimento] (1 Tess. 4:17) " (L.A.Barbieri Jr.)

 

 

Riguardo all’altra frase cui accennavi (di Giovanni non di Paolo)…..  "Nessuno è salito in cielo, se non colui che è disceso dal cielo: il Figlio dell'uomo...." (Giovanni 3:13)

… per capire dobbiamo sempre tener conto di un principio fondamentale: le frasi bibliche non vanno sempre prese alla lettera, non sono blocchi di cemento, ma materia viva che acquista forma nella meditazione; non ti basare mai sull’apparenza ma nei punti difficili prega interroga studia approfondisci con tutto quello che hai a disposizione e dove non arrivi aspetta che il Signore ti apra la mente. Secondo numerosi studiosi l'interpretazione più semplice del passo (che condivido) sarebbe questa: "nessuno è salito al cielo e poi è tornato di nuovo sulla terra per poter spiegare le cose divine tranne Gesù..." e va inserita nel suo contesto.

Ad esempio l’apostolo Paolo era già salito in cielo in un particolare “rapimento mistico” non si mette a fare disquisizioni se era vivo (nel corpo) o in un'altra forma (fuori del corpo); di fronte a certi avvenimenti comprende che c'è come un lato  particolarmente riservato delle cose di Dio "che non è lecito all'uomo di pronunciare": come dice in 2Corinzi 12:2-4: "Conosco un uomo in Cristo, che quattordici anni fa (se fu con il corpo non so, se fu senza il corpo non so, Dio lo sa), fu rapito fino al terzo cielo. So che quell'uomo (se fu con il corpo o senza il corpo non so, Dio lo sa) fu rapito in paradiso, e udì parole ineffabili che non è lecito all'uomo di pronunziare. Dunque ogni frase presa ed usata alla lettera come fosse un comandamento giudaico è sempre pericolosa. Ripeto: Paolo non si cura di sapere troppo (se nel corpo o fuori del corpo… solo Dio lo sa…) e lo ripete due volte. Accenna poi quasi con disagio, a rivelazioni ricevute, “cose che non è lecito dire…”. Questo è anche un insegnamento per noi ad entrare con cautela nelle rivelazioni delle cose di Dio. Prendiamo esempio da Paolo.  Penso infatti che vi siano argomenti, seppure affascinanti, non sempre adatti a chi inizia il cammino cristiano, che potrebbero essere fuorvianti per una fede ancora inesperta. Sperimentare invece la presenza dello Spirito di Dio vivo e vero, questo si,  è importante.

 

 

 

Correlazioni:

LA TRASFIGURAZIONE DI GESÚ (A.G.)

“LA TRASFIGURAZIONE” - Che significato può avere oggi per noi questo evento? (S.I.)

 

Note:

1) Deuteronomio 34:10 Non c'è mai più stato in Israele un profeta simile a Mosè, con il quale il SIGNORE abbia trattato faccia a faccia.

 

 

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