PARTE CONCLUSIVA DEL PERCORSO  –9° passo, parte D GERUSALEMME CELESTE, PERCORSI UTILI PER CAPIRE -  RR 1-6-20

 

 

 

 

 

IL NONO PASSO, PARTE D, consiste nella conclusione dell'evoluzione delle forme e dei loro contenuti in cui Dio si rivela, fino alla Gerusalemme Celeste intesa come una finestra sulla massima espansione di Dio e del creato nell'eternità.

 

 

Adesso siamo più preparati per cercare la risposta alla domanda del 1° Passo che ha determinato questa serie di riflessioni: “Nella descrizione biblica della Gerusalemme celeste non rilevo lo spostamento nel tempo. Forse dovrei leggere tutto l’argomento dall’inizio dove forse tu spieghi questa spirale che si allarga nel tempo? Se mi dai qualche indicazione più specifica, leggerei in modo più selettivo....”

 

In effetti in questi passaggi abbiamo potuto riflettere sullo spostamento temporale della forma cubica (con cui si è presentata nella Bibbia la Gerusalemme Celeste), che ci ha aperto a scenari inimmaginabili. Ci manca ora di capirne meglio il contenuto e il suo eventuale spostamento assieme alla forma che lo contiene.

 

Il primo contenuto è la presenza di Dio. O un tipo di presenza di Dio.

Abbiamo già parlato della presenza dell’Eterno nel Luogo Santissimo.[1] Un Tempio in cui si manifesta la gloria di Dio. Parole e fatti di cui in fondo capiamo poco perché la “gloria di Dio” non è facilmente sperimentabile.  Allora al di là del fatto, si tratta anche di un concetto che l’uomo può apprendere e col tempo imparare ad elaborare. Lo Spirito di Dio fa riflettere il credente tramite la Bibbia: da una parte fa costruire un Tabernacolo un Santuario, un Tempio, praticamente la “Casa dell’Eterno” e dall’altra, progressivamente insegna che l’Eterno non potrà abitare una casa fatta da mani d’uomo:

 

Atti 7:44 Nel deserto i vostri padri avevano il tabernacolo della testimonianza, come aveva comandato colui che aveva detto a Mosè di farlo secondo il modello che aveva visto. 45 E i nostri padri, dopo averlo ricevuto, lo trasportarono con Giosuè nel paese che era stato posseduto dai gentili, che Dio scacciò davanti ai nostri padri; e là rimase fino ai giorni di Davide, 46 il quale trovò grazia davanti a Dio e chiese di poter trovare una dimora per il Dio di Giacobbe. 47 Fu invece Salomone quello che gli edificò una casa. 48 Ma l'Altissimo non abita in templi fatti da mani d'uomo, come dice il profeta: 49 "Il cielo è il mio trono e la terra lo sgabello dei miei piedi; quale casa mi edifichereste voi, dice il Signore, o quale sarebbe il luogo del mio riposo? 50 Non ha la mia mano fatto tutte queste cose?".

 

Un poco alla volta il popolo di Dio, come farebbe un padre verso i figli che crescono, viene istruito su un concetto di tempio più vasto ed articolato:

 

Zaccaria 6:11 “prendi dell'argento e dell'oro, fanne delle corone e mettile sul capo del sommo sacerdote Giosuè, figlio di Iosadac. 12 Gli parlerai e gli dirai: Così parla il SIGNORE degli eserciti: "Ecco un uomo, che si chiama il Germoglio, germoglierà nel suo luogo e costruirà il tempio del SIGNORE. 13 Egli costruirà il tempio del SIGNORE, riceverà gloria, si siederà e dominerà sul suo trono, sarà sacerdote sul suo trono….”[2]

Nella Bibbia abbiamo spesso riferimenti al presente in cui avvenivano gli avvenimenti narrati, ma gli stessi riferimenti potevano proiettarsi profeticamente alla fine dei tempi.  Il credente doveva imparare questi sbalzi nel tempo (cosa che l’Apocalisse farà in abbondanza) perché è il tempo e non lo spazio l’oggetto della Scrittura.[3]

Gesù assomigliò il Suo corpo ad un tempio,[4]  poi trasferì/insegnò che il tempio era anche ogni “figlio di Dio” ovvero il corpo di ogni credente:

 

1Corinzi 3:16 Non sapete che siete il tempio di Dio e che lo Spirito di Dio abita in voi? 17 Se uno guasta il tempio di Dio, Dio guasterà lui; poiché il tempio di Dio è santo; e questo tempio siete voi.

 

Insegnamenti poco compresi allora, persino usati come condanna contro Gesù.[5]

 

Eppure la Scrittura prosegue e spiega ancora l’evoluzione del “Tempio”: si arriva con la Gerusalemme Celeste alla espansione del suo significato tanto da lasciare solo il significato del tempio,  privandolo  della costruzione fisica:

 

Apocalisse 21:22 Nella città non vidi alcun tempio, perché il Signore, Dio onnipotente, e l'Agnello sono il suo tempio. 23 La città non ha bisogno di sole, né di luna che la illumini, perché la gloria di Dio la illumina, e l'Agnello è la sua lampada. 24 Le nazioni cammineranno alla sua luce e i re della terra vi porteranno la loro gloria. 25 Di giorno le sue porte non saranno mai chiuse (la notte non vi sarà più); 26 e in lei si porterà la gloria e l'onore delle nazioni. 27 E nulla di impuro, né chi commetta abominazioni o falsità, vi entrerà; ma soltanto quelli che sono scritti nel libro della vita dell'Agnello.

 

La Gerusalemme celeste allora non andrebbe sottolineata tanto come costruzione solida, anche se è descritta con misurazioni precise, quanto invece come espressione dello sviluppo del tempo e del tempio di Dio. Essa in quella forma cubica, sembra ospitare un concetto di eternità. Un ”cielo nuovo”, una nuova forma di creazione che sussiste in quanto è Dio che la contiene e la tiene viva. Una presenza eterna viva, che ovviamente non potrebbe essere contenuta in alcun involucro in alcuna forma.

 

Al di là delle dimensioni misure e forme prese alla lettera, colpisce infatti la presenza di Dio che permea tutte le cose e gli esseri. L’Eterno è “Tutto in tutti”.

 

La Gerusalemme Celeste allora è un modello con cui Dio esprime la Sua presenza ordinata e vivificatrice nella creazione di ieri di oggi e di domani.

 

In pratica tutta la creazione, che appariva “esterna” a Dio, diverrà un sistema complesso “all’interno” di Dio.

 

Ma Dio stesso, oltre che un Essere, una Persona “reale”, è anche un movimento che arde, crea, si espande sempre, che si trasforma sempre.

Non siamo noi a raggiungere Lui ma è Lui che avvolge noi presentandosi, chiamandoci, attirandoci e poi trasformando anche noi.

 

Per comprendere meglio riporto qui una pagina dello studio sul santuario di Mosè:

 

 -------------- Seguono le pag 15 e 16 tratte dal ns dossier IL PERCORSO DELL’UOMO NEL SANTUARIO DI MOSÈ COME IL CAMMINO DELLA NOSTRA VITA

 

 

IL VIAGGIO VERSO DIO

Com’è il verso, la direzione per conoscere Dio? Qual è il punto di partenza e quale l’arrivo?

Seguendo una certa logica, l'uomo cerca Dio e si sforza di avvicinarsi a Lui; l'uomo si muove, Dio è fermo. Vediamo se è proprio così.

 

Osservando quanto abbiamo già detto nello schema  semplice del tabernacolo ebraico  vediamo che dalle tende nel deserto, il peccatore che si vuole purificare  si avvicina con gli animali per l’offerta al recinto del santuario ed entra per la porta ad est (vedi fig.1a e 1b).

 

 Fig.1a

 

 

 

 

fig1b

 

 

 

Poi attraversando il cortile c’è il  “luogo santo” (spazio 3 del tabernacolo in figura 1b)  e alla fine il “luogo santissimo” (spazio 4 del tabernacolo 1b) dove la gloria di Dio risplende sopra l’arca.

Sembrerebbe tutto corretto, ma questa è la nostra logica.

Leggendo la Bibbia, invece, da Esodo 25, ci sorprende la logica completamente ribaltata di quella che pensiamo essere l’intenzione dell’Eterno. Egli non indica a Mosè come punto di partenza le dimensioni del cortile e la porta, e via via gli arredi fino ad arrivare al centro, ma inizia dall’arca, dentro al luogo santissimo e poi va verso l'esterno. L’Eterno cioè parte dal centro, dalla Sua stessa presenza viva, reale, in mezzo al Suo popolo.

Questo concorda esattamente con quanto dicemmo la volta scorsa in “mi facciano un santuario..“ perché anche qui ci troviamo di fronte ad un percorso che sussiste un quanto sollecitato da Dio per arrivare all’uomo,  non come scoperta dell’uomo per arrivare a Dio.

 

Fig.6

 

 

Nella figura 6 vediamo come un simbolico irraggiamento della grazia di Dio che partendo dall’arca del luogo santissimo, dalla Sua gloria, si espande in qualche modo, come ad abbracciare, a voler accogliere, fuori dal tabernacolo, fuori dal cortile, tutto il Suo popolo.

Questa è la primissima azione che poi dà il via a tutte le altre. L’uomo non sa né dov’è, né com’è Dio; se non ci fosse per questa Sua presenza-attrazione d’amore chissà dove finirebbe disperso. Questo è in accordo con le Scritture infatti dice: Noi amiamo perché egli ci ha amati per primo (1Giovanni 4:19). Quindi l’origine della nostra ricerca di Dio, se così si può dire, è il fatto che Dio per primo ha cercato noi!

 

fig.7

 

Come si vede dalla fig. 7, è solo dopo la presenza della gloria di Dio, dopo il Suo “irraggiamento d’amore”, che l’uomo, sentendo questo richiamo, avendo questa consapevolezza, può riconoscere la direzione, convertirsi, ritornare a Dio come a un Padre che lo chiama.

Possiamo concludere dicendo che il peccatore che vuole rimettersi in pace con Dio, è vero che entra dalla porta del santuario e gradualmente si purifica, ma solo come effetto della presenza dell’Eterno che lo sollecita a questo avvicinarsi indicandogli come fare.

 

Fine delle pag 15 e 16 tratte dal ns dossier IL PERCORSO DELL’UOMO NEL SANTUARIO DI MOSÈ COME IL CAMMINO DELLA NOSTRA VITA

 

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In conclusione possiamo pensare alla Gerusalemme Celeste in tanti modi, ma qui io direi di mettere l’accento sulla rivelazione finale di una presenza di Dio ovunque assieme a tutti quelli salvati (risorti, rapiti, e resi trasformati con un corpo nuovo). La provvisoria forma cubica allora, al fine del ns ragionamento, è come un ideale mezzo di comunicazione per introdurre quanti il Signore chiama, e che saranno in qs "Città", verso la comprensione di dimensioni spazio-temporali di un sistema di vita nuovo, immortale, eterno, infinito, in cui Dio -che appunto è l’Eterno- si diffonde ovunque. Egli, dopo aver chiamato purificato uomini e terra, angeli e mondi, contempla alla fine il "prodotto finito" della creazione, e riposa in un nuovo "sabato" che sarà la nuova realtà; una realtà dove tutti possono essere parte dei pensieri e delle attività, della vita l’uno dell’altro, per i meriti di Cristo. La Gerusalemme celeste è solo una finestra sul nuovo mondo, che ora non possiamo vedere distintamente, ma di cui faremo parte.

Lode a Dio per questa sublime speranza.

 

 

 

(A Dio piacendo spero di poter continuare altrove le riflessioni sul "tempo"  verso l'eternità)

 

 

 


[1] «Oltre il velo c'era UNA STANZA INTERNA A FORMA DI CUBO [10 cubiti di lato], nota come il Santo dei Santi [o Luogo Santissimo] (o in ebr. Kodesh Hakodashim). Tale area ospitava l'Arca dell'Alleanza (Aron habrit), dentro la quale erano poste le due tavolette di pietra portate dal Monte Sinai da Mosè e sulle quali erano scritti i Dieci Comandamenti, un'urna d'oro con la manna, e la verga di Aronne che germogliava e produceva mandorle mature. (Ebrei 9:2-5, Esodo 16:33-34, Numeri 17:1-11, Deuteronomio 10:1-5.) » [Tratto con le fig 26a e 26b  da: https://it.wikipedia.org/wiki/Tabernacolo_(ebraismo) ] Interessante e significativo il fatto della precisione delle forme rapportate anche in seguito: il Luogo Santissimo infatti era sempre un cubo perfetto ma di dimensioni doppie  (20 cubiti di lato) nel tempio di Ezechiele secondo la visione celeste (Ez 41:1-4), uguale (20 cubiti di lato)  al tempio di  Salomone  (1 Re 6:20). [MacArthur].  [Tratto dal nostro dossier: IL PERCORSO DELL’UOMO NEL SANTUARIO DI MOSÈ COME IL CAMMINO DELLA NOSTRA VITA, pag 39]

 

[2] In qs profezia di Zaccaria l’incoronazione di Giosuè, come Sommo Sacerdote, prefigura l’incoronazione di Gesù al Suo ritorno (Ap 19:12), e il tempio prefigura quello millenniale (Is 2:2-4; Ez 40-43; Ag 2:6-9) [MacArthur]

 

[3] Spero che riusciremo a riprendere più avanti questo importante pensiero sviluppato dal rabbino e filosofo polacco Abraham Joshua Heschel

 

[4] Giov 2:19 Gesù rispose loro: «Distruggete questo tempio, e in tre giorni lo farò risorgere!» 20 Allora i Giudei dissero: «Quarantasei anni è durata la costruzione di questo tempio e tu lo faresti risorgere in tre giorni?» 21 Ma egli parlava del tempio del suo corpo. 22 Quando dunque fu risorto dai morti, i suoi discepoli si ricordarono che egli aveva detto questo; e credettero alla Scrittura e alla parola che Gesù aveva detta.

 

[5] Mar 14:57 E alcuni si alzarono e testimoniarono falsamente contro di lui dicendo: 58 «Noi l'abbiamo udito mentre diceva: "Io distruggerò questo tempio fatto da mani d'uomo, e in tre giorni ne ricostruirò un altro, non fatto da mani d'uomo"».

 

 

 

 

 

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