Bollettino libero cristiano evangelico  della "Piccola Iniziativa Cristiana" a cui tutti possono partecipare utile per la riflessione e lo studio biblico

 

 

Cristiani pentecostali, cattolici e di altre denominazioni hanno avuto tutti segni e visioni…  – siamo davanti ad un dio di confusione?

 risponde Angelo Galliani - (22-5-08) - 4-7-13-h. 18,15 - (Livello 2 su 5)

 

 

 [Nella foto: Raffaello Sanzio: Mosè ed il roveto]

 

 

 

 

 

 

 

 

Domanda: Nei pentecostali che io ho conosciuto alcuni hanno avuto visioni o segni, nella religione cattolica ci sono stati santi che hanno avuto visioni, insomma un po’ dovunque ci sono e ci sono stati uomini che hanno avuto rivelazioni segni, visioni, miracoli, ma allora cos'è, un Dio di confusione? Cioè se io sono nella strada giusta,il Signore mi coprirà di benedizioni, ma sembra che le strade siano tante, Francesco d’Assisi per esempio ha avuto la visione del Gesù di  S.Damiano che gli ha parlato, un dipinto gli ha parlato? ma Dio non condanna le immagini?

 

Risposta:

La questione delle “visioni”

Prima di trattare l’argomento delle “visioni” mi sembra più importante affermare quella che ritengo essere una profonda verità; anzi, è tanto profonda da non essere più visibile a troppa gente “di chiesa”: con Dio non si entra in contatto attraverso una religione più o meno istituzionale, bensì attraverso un’esperienza personale. Ciò risulta chiaro fin dalle prime pagine della Bibbia, là dove si parla dei capostipiti del popolo ebraico e della loro fede, quando ancora non esisteva traccia né del tempio di Gerusalemme, né della legge mosaica. In quelle pagine appare chiaramente una cosa: è Dio a prendere l’iniziativa con l’uomo, e non viceversa. Poi, alla chiamata di Dio, l’uomo risponde con la sua (eventuale) fede, e con le scelte concrete che da essa derivano. Quindi, per tale motivo fondamentale, non ci si dovrebbe sorprendere più di tanto quando Dio decide di manifestarsi a persone di religioni diverse.

     Il punto cruciale, semmai, è un altro: perché persone che affermano di avere avuto un reale “contatto” con Dio arrivano poi al punto di operare scelte così differenti?, a volte in contrasto le une con le altre?... Ebbene, qui mi si permetta di suonare un campanello d’allarme. Infatti, non tutti quelli che dichiarano tali cose dicono la verità. Alcuni sono dei veri e propri impostori, che hanno di mira il loro prestigio o il loro tornaconto personale; altri, sono delle persone semplici (e magari ignoranti) che fanno facilmente confusione fra ciò che è naturale e ciò che invece non lo è; altri ancora, poi, sono delle persone che soffrono di particolari disturbi psichici, per cui hanno l’illusione di sentire voci, vedere cose strane, ecc.

     L’elemento essenziale, comunque, mi sembra il seguente: un vero incontro con Dio non può lasciare nella vecchia condizione colui che lo sperimenta. Tanto per citare un paio di esempi emblematici, ricordiamo ciò che è narrato nella Bibbia riguardo a Mosè e all’apostolo Paolo. Entrambi (chi un modo e chi in un altro) hanno avuto delle “visioni”, ed hanno ascoltato la voce di Dio. Ed entrambi hanno visto la loro vita radicalmente trasformata da tali eccezionali eventi. Mosè uscì dall’angolo esistenziale in cui si era rifugiato, per essere fautore della liberazione del suo popolo, e per essere il tramite scelto da Dio per promulgare la sua Legge. Paolo, dal canto suo, abbandonò senza tentennamenti il suo ruolo di persecutore della Chiesa ed il suo orgoglio farisaico, per diventare invece l’apostolo dei Gentili, il missionario più attivo ed efficace nella diffusione dell’Evangelo nelle regioni di cultura greco-romana, e il primo teologo capace di elaborare una dottrina cristiana coerente ed in continuità con l’insegnamento dell’Antico Patto.

     Dunque, a ben vedere, se da un lato non è possibile sindacare sulla veridicità o meno di certe dichiarate “visioni” o “rivelazioni”, è però possibile vedere quel che accade nella vita delle persone che affermano di avere avuto “incontri ravvicinati” con Dio. Se tali incontri sono effettivamente avvenuti, allora stiamo certi che le suddette persone ne usciranno trasformate (in meglio!). Così come diceva molto saggiamente lo stesso Gesù, “l’albero può riconoscersi dai suoi frutti”. Nessuno di noi può certamente sapere a priori se una data dichiarazione di altri sia vera oppure no; però sarà la condotta di tali persone ad indirizzarci nella giusta direzione. Guardando alla loro vita, e quindi alla loro coerenza con lo Spirito di Cristo, potremo conoscere a posteriori la qualità delle loro dichiarazioni.

 

 

 

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