Preghiere non esaudite, come mai? Cosa fare?

di Renzo Ronca - 23-10-19 (13-2-21)

 

Sul perché certe preghiere non sembrano essere esaudite dal Signore vi è un’ampia letteratura a tutti i livelli sia nel cartaceo che in internet (ho trovato persino gli scritti di una presunta mistica veggente cattolica a cui Gesù stesso avrebbe parlato in prima persona spiegandoci il perché non ascoltava certe preghiere).

 

Gli studiosi si fanno elenchi di motivazioni, tutte rafforzate da riferimenti biblici, a riprova delle loro tesi. Ovviamente vi sono altre scuole di pensiero di altri studiosi che fanno altri contro-elenchi con deduzioni opposte. Per alcuni non è possibile che Dio non esaudisca le preghiere e se non l’ha fatto lo farà;  per altri se la preghiera non è esaudita è sempre colpa dell’uomo che prega male, oppure del suo peccato.

 

Insomma sembra che in un modo o nell’altro dobbiamo per forza darci sempre delle risposte chiare. Pur ammirando queste persone così sicure, che non mi permetto di giudicare, io non ho difficoltà ad ammettere che tante cose non le so.

Non ci è possibile “com-prendere” Dio;  la Bibbia poi non ci dice tutto. Lasciamo allora degli spazi, ammettendo i nostri limiti.

 

Vi sono frasi nella Bibbia (AT e NT) che se prese da sole, staccate da contesto, possono metterci in grave difficoltà. Limitiamoci a qualche semplice constatazione:

 

Mosè desiderava tanto vedere la terra promessa, e pregò per questo, ma non fu esaudito:

“«Ti prego, lascia che io passi e veda il bel paese che è oltre il Giordano, la bella regione montuosa e il Libano!» Ma il SIGNORE si adirò contro di me per causa vostra, e non mi esaudì. Il SIGNORE mi disse: «Basta così; non parlarmi più di questo.” (Deuteronomio 3:25-26)

 

Anche l’apostolo Paolo non fu esaudito per la sua guarigione (2 Cor 12:8).

 

Al centurione invece bastò una semplice parola per la guarigione del servitore (Matt 8:8).

 

Altri come Giacobbe, in una misteriosa lotta notturna, arrivò a “lottare con Dio” fino ad ottenere quello che aveva chiesto.[1]

 

Allora come deve fare il cristiano? Lottare con preghiere persistenti “toste” fino ad esaudimento (all'"esaurimento"), oppure accettare tutto nella vita e dire “Signore sia sempre fatta la tua volontà perché tu sai quello di cui ho bisogno”?

 

Non credo sia possibile fare regole teologiche o dottrinali. Probabilmente lo stesso Spirito Santo che conosce i pensieri di Dio e conosce lo spirito nostro, fa da tramite e ci suggerisce di volta in volta come fare e cosa dire[2], perché spesso non sappiamo nemmeno come pregare.[3] Ma anche questa che suggerisco è in fondo solo un’altra ipotesi.

 

Le ns preghiere dovrebbero concentrarsi soprattutto nella salvezza dell’anima, per quando saremo col Signore in paradiso. Sono certo che per i meriti di Gesù Cristo, queste preghiere saranno sempre accolte.

 

Che poi qui sulla terra un cristiano maturo nella fede possa ottenere qualche anno in più di vita terrena, credo sia una cosa relativa, a meno che non sia utile per altri che gli sono vicino o per qualche missione che Dio gli chiede.

Penso che quando  giunge il momento di lasciare il corpo ci si debba affidare a Dio in tutto, sereni, senza ribellarsi, in piena pace; ed è un momento che solo Lui conosce: «Padre, nelle tue mani rimetto lo spirito mio» (Luca 23:46)

 

In conclusione lascerei perdere la casistica del perché certe preghiere sono accolte ed altre no. Noi preghiamo il Signore come cuore e coscienza ci spingono a fare, poi riponiamo la ns fiducia nel fatto che saprà Lui come agire, e sappiamo che sarà comunque per il nostro bene. [4]

 

 

 


 


[1]

“Giacobbe rimase solo e un uomo lottò con lui fino all'apparire dell'alba; 25 quando quest'uomo vide che non poteva vincerlo, gli toccò la giuntura dell'anca, e la giuntura dell'anca di Giacobbe fu slogata, mentre quello lottava con lui. 26 E l'uomo disse: «Lasciami andare, perché spunta l'alba». E Giacobbe: «Non ti lascerò andare prima che tu mi abbia benedetto!» 27 L'altro gli disse: «Qual è il tuo nome?» Ed egli rispose: «Giacobbe». 28 Quello disse: «Il tuo nome non sarà più Giacobbe, ma Israele, perché tu hai lottato con Dio e con gli uomini e hai vinto». 29 Giacobbe gli chiese: «Ti prego, svelami il tuo nome». Quello rispose: «Perché chiedi il mio nome?» 30 E lo benedisse lì. Giacobbe chiamò quel luogo Peniel, perché disse: «Ho visto Dio faccia a faccia e la mia vita è stata risparmiata». (Genesi 32: 23-30)

 

[2]

 Infatti, chi, tra gli uomini, conosce le cose dell'uomo se non lo spirito dell'uomo che è in lui? Così nessuno conosce le cose di Dio se non lo Spirito di Dio. (1Corinzi 2:11)

 

[3]

Allo stesso modo ancora, lo Spirito viene in aiuto alla nostra debolezza, perché non sappiamo pregare come si conviene; ma lo Spirito intercede egli stesso per noi con sospiri ineffabili (Romani 8:26)

 

[4]

Infatti io so i pensieri che medito per voi", dice il SIGNORE: "pensieri di pace e non di male, per darvi un avvenire e una speranza. (Geremia 29:11 )

 

 

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