PERICOLOSI RIGOROSI ZELANTI LEGALISTI CONFUTATORI GIUDEO-CRISTIANI – dossier: “Impariamo a combattere contro Satana” - di Renzo Ronca - 9-8-18

  

Mi scrivono spesso credenti in buona fede, che amano veramente la Parola del Signore, ma che per vari motivi, pur considerandosi Cristiani, si comportano come Giudei legalisti, entrando loro malgrado in una specie di ipocrisia dottrinale dove conta solo l'apparenza legalista. Gesù quando si rivolge a questa categoria di persone ad esempio in tutto il cap 23 di Matteo, usa un linguaggio insolitamente molto forte: “13 Ma guai a voi, scribi e farisei ipocriti, perché serrate il regno dei cieli davanti alla gente; poiché non vi entrate voi, né lasciate entrare quelli che cercano di entrare.  (…) 23 Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, perché pagate la decima della menta, dell'aneto e del comino, e trascurate le cose più importanti della legge: il giudizio, la misericordia, e la fede. Queste sono le cose che bisognava fare, senza tralasciare le altre. 24 Guide cieche, che filtrate il moscerino e inghiottite il cammello. 25 Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, perché pulite l'esterno del bicchiere e del piatto, mentre dentro sono pieni di rapina e d'intemperanza. 26 Fariseo cieco, pulisci prima l'interno del bicchiere e del piatto, affinché anche l'esterno diventi pulito. 27 Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, perché siete simili a sepolcri imbiancati, che appaiono belli di fuori, ma dentro sono pieni d'ossa di morti e d'ogni immondizia. 28 Così anche voi, di fuori sembrate giusti alla gente; ma dentro siete pieni d'ipocrisia e d'iniquità.”

Lo scopo di queste persone, la loro missione sulla terra, sembra essere quella di fare i censori, i crociati degli altri credenti; pur usandole, non comprendono parole “servire” "umiltà":

“Voi vedrete di nuovo la differenza che c'è fra il giusto e l'empio, fra colui che serve Dio e colui che non lo serve.” (Malachia 3:18)

“Ma per voi non dev'essere così; anzi il più grande tra di voi sia come il più piccolo, e chi governa come colui che serve. Perché, chi è più grande, colui che è a tavola oppure colui che serve? Non è forse colui che è a tavola? Ma io sono in mezzo a voi come colui che serve.” (Luca 22:26-27)

 In un mondo corrotto, che ha dimenticato Dio, che quando parli del Signore ti risponde “Signore chi?”, invece di ricordare che possiamo ancora salvarci dalla fine che si sta avvicinando, cosa fanno queste persone? Vanno a polemizzare, a discutere a scontrarsi con altri credenti per questioni marginali: il velo i pantaloni alle donne, il sesso degli angeli, a che ora torna il Signore, i nomi di Dio, il rapimento prima a metà o dopo la grande tribolazione, se Gesù torna facendo rumore o nel silenzio, se perderemo i vestiti nel rapimento, se siamo già predestinati, se dobbiamo rispettare il venerdì o il sabato, se usiamo il vino o il succo d'uva nella santa cena, se prendiamo caffé, se andiamo al mare con il costume, se nell’inferno l’anima non morirà mai… ecc. ecc.

Credendo di rendere un santo servizio all’Eterno, inasprendosi nelle loro vesti di esasperati eroi, questi credenti servono invece l’Ingannatore che –quando non può togliere la fede- la rafforza in piccoli punti marginali, la irrigidisce e fa considerare la Scrittura come un idolo, un monolito quasi magico da applicare in forma maniacalmente letterale. Estremisti pignoli fanatici fondamentalisti religiosi che seminano solo divisione e tristezza.

Purtroppo è difficilissimo instaurare un rapporto fraterno con loro al di là del mero formalismo esteriore.

Considero questi credenti assolutisti e troppo zelanti come un reale pericolo per la Chiesa di Gesù, che dovrebbe preparare le nostre anime alla nuova nascita in attesa del ritorno del Signore. Sono soldati si, lottatori si, coraggiosi si, ma pericolosi per se stessi e per gli altri credenti per le divisioni devastanti che possono provocare. Se ti trovi con loro su una barca in tempesta sarebbero capaci di litigare sul modo di impugnare il remo, o sulla cadenza del vogare, o sulla postura del corpo mentre si rema… ma non un litigio superficiale, sarebbero capaci di arrivare alle estreme conseguenze della lite, senza rendersi conto che la barca sta affondando e alla fine noi e loro si finirebbe in bocca ai pesci!

Non sanno lavorare insieme ai fratelli nella Chiesa, o all’interno di essa, se non in gruppi rigorosamente categorici pronti a tagliarti una mano appena metti una virgola fuori posto. Questo atteggiamento, molto in voga nell’inquisizione medioevale, è forse un irrigidimento legalista dovuto all’imperversare della corruzione in tutti i campi; forse si può capire in chi ha paura del mondo e si arrocca in una fede più di devozione che di rivelazione, tuttavia non si può certo giustificare in chi dovrebbe invece fare dell’amore, dell’accoglienza di Gesù la sua unica bandiera.

 

Quando veniamo investiti da queste persone sempre pronte a causare sensi di colpa davvero gravi (1),  dopo un tentativo o due in cui si cerca di mostrare che la Parola del Signore è vivente, plastica, che ci sviluppa e ci forma piano piano, che è una vita in movimento e non la somma algebrica di parole-decaloghi, consiglierei di evitare le polemiche o gli scontri con loro (sono idolatri fanatici delle parole bibliche letterali pervasi da spiriti confusi sempre pronti ad aggredire e ad accusare che non vengono da Dio)  e di allontanarli con le pinzettine (quelle robuste col manico molto lungo).

 

 

 

(1) Ad esempio non molto tempo fa una giovane ragazza, pur inserita in una chiesa evangelica, dopo aver contattato per un certo tempo uno di questi “giudici” sempre pronti ad accusarti dei tuoi errori, si era così convinta di essere irrimediabilmente nel peccato, predestinata alla morte eterna, che cadde in una patologia grave psicologica. Non andava più al mare perché era peccato mettersi in  costume, evitava le feste in genere, evitava di uscire da casa, si isolava sempre più da tutto e tutti (persino dal Signore pensando che non sarebbe più stata perdonata!!!) ecc.  Con la psicologa psicoterapeuta che a volte ci aiuta in questi casi abbiamo cercato di riportarla prima di tutto in famiglia (si stava allontanando anche da loro, pensando di essere in colpa persino col padre che era membro importante della sua chiesa) e poi di ricordarle l’amore del Signore, ma nonostante le sollecitazioni non abbiamo più saputo nulla.

 

 

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