“BATTEZZARE PER I MORTI” CHE SIGNIFICA? - INTERPRETAZIONI DIFFICILI – 1 COR. 15:29 di Renzo Ronca – 19-7-18

 

“Altrimenti, che faranno quelli che sono battezzati per i morti? Se i morti non risuscitano affatto, perché dunque sono battezzati per loro?” (1 Cor. 15:29)

 

 

 

 

DOMANDA: Sto leggendo il capitolo 15 della 1 lettera ai Corinzi ma lo capisco poco, soprattutto quando dice al v.29: “battezzare per i morti”. Potresti aiutarmi?

 

 

RISPOSTA: Non mi meraviglia, non sei la sola a non capire quel versetto che rimane oscuro; probabilmente la sicurezza sul significato preciso a cui alludeva Paolo non l’avremo mai.

“Sono state date più di duecento spiegazioni per questo versetto!” “Nessuna interpretazione di questo testo è pienamente soddisfacente” (2). “Le interpretazioni contraddittorie sono oltre la quarantina e questa molteplicità di soluzioni proposte dimostra l’incapacità di indicare una parola conclusiva e finale” (3);

 

I motivi delle difficoltà interpretative sono molteplici per questo versetto 29 che, lo dico subito, non ha valore in se stesso e può causare inciampi, ma acquista senso solo se inserito in maniera subordinata nel discorso generale del capitolo 15, che riguarda la dimostrazione della resurrezione:Questo capitolo rappresenta l’esposizione più completa al tema delle risurrezione nella Bibbia. Esso presenta tanto la risurrezione di Gesù Cristo, quanto quella dei fedeli, conformemente alla rivelazione dei Vangeli” (1).

 

Teniamo presente dunque il centro del capitolo, che è appunto la resurrezione, e non “il battesimo per i morti”, che comunque ora approfondiremo.

 

Paolo è proteso nella difesa di un cardine fondamentale della fede cristiana: in pratica egli dice: “se non c’è stata la resurrezione di Gesù non ci sarà quella dei morti e inutile sarebbe dunque la nostra fede” (8). Paolo insiste lungamente sulla resurrezione perché vi erano insegnamenti confusi a Corinto sia sull’al di là che sul battesimo; infatti a quei tempi tra i credenti convertiti dai Giudei, la resurrezione non era affatto scontata: per esempio i Farisei vi credevano, ma i Sadducei no (7); a Corinto alcuni Giudei convertiti al cristianesimo potevano risentire di queste radici, oltre che delle molteplici influenze greche e pagane.

 

Per provare la veridicità della resurrezione Paolo si serve di esempi e di forme di linguaggio di vario tipo, come il ragionamento “per assurdo”:  “Paolo inizia un «ragionamento per assurdo» mostrando quanto siano inutili la fede, la predicazione del Vangelo, la missione apostolica e perfino l’essere esposti alla persecuzione, se, come dicono alcuni, Cristo non sia risorto dai morti. Se, per assurdo, non esistesse la risurrezione, meglio sarebbe godersi la vita, mangiare e bere «perché domani morremo» (v. 32); perché affrontare inutilmente il rischio della persecuzione e della morte se non c’è risurrezione? (v. 30,31). «Altrimenti, che faranno quelli che sono battezzati per i morti»? (v. 29).” (3)

 

In una versione biblica in lingua corrente molto semplificata (BDG – Bibbia della Gioia), che in qs caso mi pare interessante, il v. 29 viene così tradotto: “Se i morti non resuscitano, a che serve, allora, il battesimo di quelli che si fanno battezzare per i morti? Perché lo fate, se non credete che un giorno i morti resusciteranno?” (1 Cor. 15:29)

 

Dunque questo versetto sarebbe come un esempio presentato da Paolo per rafforzare la sua tesi. Questo esempio era riferito ad una pratica precisa che noi non possiamo sapere con certezza, ma che, sia Paolo che i destinatari della lettera a Corinto conoscevano bene, visto che non è spiegato.  Di quale pratica si potrebbe trattare? “Non conosciamo lo scopo e la natura di questa pratica. Peraltro Paolo non dice che l’approva: mette solo in evidenza la contraddizione  tra questa prassi di alcuni Corinzi e le loro affermazioni negative sulla risurrezione (11)

 

Nel tentativo di spiegarlo teniamo presente che ci stiamo comunque un poco allontanando dal tema centrale, infatti che noi riusciamo o che noi non riusciamo ad avere la certezza di cosa rappresenti l’esempio, nulla toglie all’efficacia della predicazione del cap.15 sulla resurrezione,che è la parte fondamentale. Il rischio in questi casi è di dare una eccessiva importanza ad una parte marginale dimenticando e sbilanciando il centro dell’insegnamento. Questo errore è molto frequente, ricordiamolo.

 

A rendere ancora più difficile l’interpretazione c’è anche il fatto che questo versetto è un “hapax” (5) vale a dire una espressione riportata una sola volta in tutta la Bibbia, per cui “non avendo altri parametri cui far riferimento, diventa impossibile stabilire una prassi o una credenza basandosi su un singolo testo” (3).

 

COSA NON SEMBRA SIGNIFICARE il versetto 29: “Altrimenti, che faranno quelli che sono battezzati per i morti? Se i morti non risuscitano affatto, perché dunque sono battezzati per loro?”

 

Esiste la consuetudine di alcuni  che, per amore dei defunti che si sono comportati bene in vita, ma che non si sono potuti battezzare, pratica ancora oggi un battesimo a loro favore, pure se sono fisicamente morti (9). Tale pratica viene anche chiamata battesimo “per procura” o “vicario”.  “Questo strano battesimo a favore del credente defunto si operava in Africa al tempo di S. Agostino (cfr. Patrologia Latina 45, 1597), citato anche da Fulgezio (cfr. PL 65, 379). È altresì presente in Germania tra il 1000 e il 1025 (cfr. PL 140. 734) e in molte sette ereticali. Oggi viene praticato dalla Chiesa di Gesù Cristo degli ultimo tempi [“Chiesa di Gesù Cristo dei Santi degli Ultimi Giorni” nota come “Chiesa mormone” (n.d.r.)] a favore dei propri parenti defunti e non convertiti. Il problema è che, leggendo in questo modo il testo di Paolo, si darebbe per scontato che il battesimo vicario, pratica eretica tardiva, risalirebbe al periodo apostolico. Ciò non può essere provato. (…) Questo è sufficiente per poter escludere che si tratti di un «battesimo per procura»”  il testo non propone il battesimo per procura. Non è possibile battezzarsi al posto di parenti o amici deceduti al fine di renderli partecipi della salvezza eterna. Il Nuovo Testamento afferma che il battesimo è preceduto da una fede personale in Gesù Cristo e che chi si battezza testimonia personalmente della confessione dei peccati (cfr. Atti 2:38; 8:3,37; Ezechiele 18:20-24; Giovanni 3:16; 1 Giovanni 1:9). Neppure gli uomini definiti «giusti» possono salvare loro stessi (Ezechiele 14:14,16; Salmo 49:7), figuriamoci se possono salvare dei defunti!” (3)

Esso non insegna, p. es., che una persona morta possa essere salvata in virtù di un «battesimo per procura», giacché il battesimo non ha alcun ruolo nella salvezza di una persona (Ef 2:8 ‘Infatti è per grazia che siete stati salvati, mediante la fede; e ciò non viene da voi; è il dono di Dio’. Cfr Rom 3:28; 4:3; 6:3-4)” (1)

 

MA ANCHE SE PAOLO VI ALLUDESSE…

“L'Apostolo pare alludere ad una pratica accettata da alcuni cristiani bene intenzionati, ma poco illuminati, e consistente nel farsi ribattezzare per conto di un credente, loro congiunto od amico, morto prima di avere, col battesimo, professato pubblicamente la sua fede. Sulla base di talune dichiarazioni del Signore, come Matteo 10:32-33; Marco 16:16: «Chi avrà creduto e sarà stato battezzato sarà salvato...», poteva nascere in molti catecumeni, colti dall'avvicinarsi della morte, il timore di non aver parte alla gloriosa risurrezione in Cristo Giovanni 6:39-40, se non erano entrati a far parte visibilmente della sua Chiesa quaggiù. Da questo il loro desiderio d'esser battezzati per procura, affidata ad un cristiano. C'era in questa pratica, senza dubbio, una parte di superstizione, o, quanto meno, una esagerata idea della necessità del battesimo per la salvazione. A tempo più opportuno, Paolo non avrà mancato di dare al riguardo le sue istruzioni; tanto che la pratica, d'altronde poco estesa finì collo sparire dalla Chiesa, e solo se ne trovano traccie al secondo secolo, tra gli eretici Cerintiani e Marcioniti.” (10)

 

Allora COSA POTREBBE SIGNIFICARE?

 

A) -“Plausibilmente l’espressione «quelli che sono battezzati per i morti» indica i credenti in vita che offrono una testimonianza pubblica mediante il battesimo in acqua, dopo essere stati attirati a Cristo mediante la vita esemplare, la pia influenza e testimonianza di credenti che sono poi morti. Il concetto che Paolo desidera esprimere è che, se non vi è resurrezione e se non vi è una vita dopo la morte, coloro che vengono a Cristo seguendo la speranza di coloro che sono morti prima di loro agiscono invano” (1)

 -“Un’altra possibilità, sostenuta da diversi commentatori, è che coloro che «si fanno battezzare per i morti» sono i parenti e gli amici di un credente defunto e che, per il desiderio di incontrarlo alla risurrezione, abbracciano la fede cristiana e si convertono a Cristo, accettando il battesimo. Il loro battesimo diventerebbe «per amore dei» morti in quanto, con la loro scelta, rispondono al desiderio della persona cara che è venuta a mancare. È successo più di una volta che il decesso di una mamma credente o di un parente stretto abbia fatto riflettere un figlio o una figlia a tal punto da incominciare un percorso di fede che si conclude con la scelta del battesimo” (3)

 

B) “La maggior parte delle interpretazioni sono insensate, dettate dal desiderio di adattare questo versetto alla dottrina ortodossa del battesimo. E’ evidente invece, dal contesto, che Paolo distingueva la sua propria pratica e il suo insegnamento da quello descritto qui (…) è degno di nota il fatto che Paolo si riferisse a quelli (non a “noi”) che sono ‘battezzati per i morti’ (…) Come i falsi insegnanti fossero pervenuti a questa pratica non si saprà mai (…) è probabile che alcuni a Corinto (forse influenzati dai ‘misteri eleusini’) propendessero per un falso tipo di battesimo che Paolo prese ed usò come argomento contro coloro che negavano la resurrezione” (2)

 

C) Foschini (Those who are baptized for dead, The Hofferman Press, Vorcester, 1951, p. 132) propone una traduzione che utilizza una punteggiatura diversa. Traduce così: «Altrimenti, che faranno quelli che sono battezzati? Per i morti? Se i morti assolutamente non risorgono, perché ci si battezza? Per essi?». Egli spiega: «Paolo parte dalla premessa innegabile che si diventa cristiani non per godere della vita presente, ma per la speranza di quella futura. Ora nell’oltretomba si danno due possibili ipotesi: quella della morte eterna e quella della vita eterna. A quei cristiani di Corinto che negavano la risurrezione e la vita eterna, l’apostolo dunque domanda: “Ebbene, se non c’è la vita eterna, che fanno quelli che ricevono il battesimo? Si battezzano per i morti? Se i morti non risorgono affatto, perché ci si battezza? Per essi?”, cioè per diventare, per raggiungere i morti che mai risorgeranno? Con questa assurda ma necessaria conclusione, l’apostolo prova ai suoi avversari l’incongruenza di essere cristiani e di negare la risurrezione e la vita eterna». È evidente che in questo modo Foschini elimina il battesimo per i morti. (3)

 

D) Altri commentatori attribuiscono un senso figurato al battesimo, che indicherebbe l’esposizione al pericolo o alla morte come in Matteo 20:22 e in Luca 12:50. In questo caso «quelli che sono battezzati» si riferisce agli apostoli, costantemente esposti alla morte, annunciando il messaggio della risurrezione (1 Cor 4:9-13; Rm 8:36; 2 Cor 4:8-12). Ai versetti successivi (v. 30-32), Paolo pone le domande: «E perché anche noi siamo ogni momento in pericolo? Ogni giorno esposti alla morte… Se soltanto per fini umani ho lottato con le belve a Efeso, che utile ne ho?». In questo caso «i morti» sarebbero i credenti defunti (di cui si parla ai vv. 12-18), ma potenzialmente, ogni credente vivente, che, secondo alcuni membri di Corinto, non avevano alcuna speranza di fronte alla morte (vv. 12 e 19). Il v. 29 potrebbe essere parafrasato in questo modo: «Ma se non c’è risurrezione, che cosa farebbero i messaggeri del Vangelo, se essi continuamente affrontano la morte al posto di uomini che sono destinati a perire?». È pura follia (v. 17) e inanità per loro affrontare la morte «se i morti non risorgono» (vv. 16,32). Il continuo coraggio degli apostoli di fronte alla morte è l’eccellente dimostrazione della fede nella risurrezione. (3)

 

Direi di fermarci qui. L’unica cosa sicura è che l’interpretazione di questo versetto non è sicura. Tuttavia nella loro diversità tutte queste interpretazioni hanno una cosa in comune, e cioè che rafforzano il senso centrale della predicazione di Paolo a favore della resurrezione; questo mi pare il punto più importante essendo il tema centrale del cap.15. Proporrei dunque –una volta lette e considerate le interpretazioni più comuni degli studiosi- di non accanirci oltre nella ricerca del significato preciso del v.29, ma di accettare la possibilità che non sia sufficientemente chiaro.

 

 

 

 

NOTE

(1) John MacArthur – note e commenti alla Bibbia da studio Nuova Riveduta;

 

(2) David K. Lovery – commento alla 1 Corinzi – (dal Commentario “Investigare le Scritture” – Ed. La Casa della Bibbia)

 

(3)  Il battesimo per i morti: 1 Corinzi 15:29 di Giuseppe Marrazzo in 

http://chiesaavventista.it/doc/domande-risposte-testi-di-difficile-comprensione/

 

(4) Le lettere di San Paolo Agli Efesini, ai Colossesi, a Filemone, ai Filippesi; Traduzione, commentario, riflessioni del Dott. Giovanni Luzzi - Firenze, Prem. Tipografia e Libreria Claudiana, 1908 (in Bibbia on line http://www.laparola.net/)

 

(5) Hapax legomenon  -  In linguistica e in filologia, un hapax legomenon (spesso anche solo hapax o, meno di frequente, apax; al plurale hapax legomena o hapax legomenoi), dal greco ἅπαξ λεγόμενον (hápax legómenon, "detto una volta sola") è una forma linguistica (parola o espressione), che compare una sola volta nell'ambito di un testo, di un autore o dell'intero sistema letterario di una lingua. (Wikipedia)

 

(6) 2 Pietro 3:15 ….come anche il nostro caro fratello Paolo vi ha scritto, secondo la sapienza che gli è stata data; 16 e questo egli fa in tutte le sue lettere, in cui tratta di questi argomenti. In esse ci sono alcune cose difficili a capirsi, che gli uomini ignoranti e instabili travisano a loro perdizione come anche le altre Scritture”

 

(7) Chi erano i Farisei e i Sadducei? https://www.gotquestions.org/Italiano/Farisei-Sadducei.html

 

(8) 1 Cor 15:14 “e se Cristo non è stato risuscitato, vana dunque è la nostra predicazione e vana pure è la vostra fede”

 

(9) Il battesimo per procura, a favore dei morti non battezzati in vita, viene praticato ad esempio dalla “Chiesa di Gesù Cristo dei Santi degli Ultimi Giorni” (Mormoni)

 

(10) Le Epistole di S. Paolo ai Corinzi Traduzione e commentario del Prof. Enrico Bosio - (Ristampa della Edizione originale 1900) - Torre Pellice, Libreria Editrice Claudiana, 1938

 

(11) Nota della Bibbia in lingua corrente ELLEDICI-ABU – Il Capitello – interconfessionale, nuova versione 2014

 

 

 

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