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COME MAI IL CRISTO, GIA’ UNITO AL PADRE ED ALLO SPIRITO SANTO PRIMA DI INCARNARSI, EBBE BISOGNO DI RICEVERE IL BATTESIMO NEL GIORDANO? – APPROFONDIMENTO- di Renzo Ronca – 22-10-17

 

 

DOMANDA: Come mai il Signore Gesù, che prima di incarnarsi era già unito al Padre e allo Spirito Santo (e dunque ne era già permeato) ebbe bisogno di ricevere il battesimo dello Sp.Santo nel giordano? Come mai un evento così rilevante che viene esposto con dovizia quando riguarda discepoli e credenti, quando riguarda il battezzatore, Colui che lo "amministra" viene (per così dire) relegato in un versetto dal quale lo si può dedurre ma non affermare con piena certezza?

RISPOSTA: In questo approfondimento vorrei introdurre l’argomento con due considerazioni e lasciarne una brevissima alla fine.

 Prima considerazione: E’ vero, a volte leggendo la Scrittura ci sorgono tante domande a cui difficilmente possiamo dare risposte certe. Credo però che ci sia un motivo anche a questo. Il senso della Bibbia nella sua completezza è dire all’uomo (ai Giudei in particolare) ciò che gli serve, non di spiegare tutto.  Il nostro interesse per una cosa o un’altra, dettato dalla nostra intelligenza (che per trovare risposte deve nutrirsi continuamente) e sospinto dalla nostra logica terrena, si irraggia in tutte le direzioni, ma va comunque controllato.

Ad alcune domande degli apostoli Gesù risponde esaurientemente come nella parabola del seminatore «Voi dunque ascoltate che cosa significhi la parabola del seminatore... (Matt 13:18). Ad altre in cui essi avevano dei dubbi ma avevano anche timore di interrogarLo li anticipa: “Gesù comprese che volevano interrogarlo, e disse loro: «Voi vi domandate l'un l'altro che cosa significano quelle mie parole: "Tra poco non mi vedrete più", e: "Tra un altro poco mi vedrete"? 20 In verità, in verità vi dico che voi piangerete e farete cordoglio, e il mondo si rallegrerà. Sarete rattristati, ma la vostra tristezza sarà cambiata in gioia. 21 La donna, quando partorisce, prova dolore, perché è venuta la sua ora; ma quando ha dato alla luce il bambino, non si ricorda più dell'angoscia per la gioia che sia venuta al mondo una creatura umana. 22 Così anche voi siete ora nel dolore; ma io vi vedrò di nuovo e il vostro cuore si rallegrerà e nessuno vi toglierà la vostra gioia. 23 In quel giorno non mi rivolgerete alcuna domanda.” (Giov. 16:19-23)

Ma è interessante notare che certe questioni non vengono spiegate completamente. E’ molto bello il v.13 “In quel giorno non mi rivolgerete alcuna domanda.”

Perché non tutto viene sempre spiegato in forma chiara? I motivi sono diversi e tutti importanti, prendiamone uno solo servendoci di una piccola frase detta da Gesù: Ho ancora molte cose da dirvi; ma non sono per ora alla vostra portata; (Giov 16:12). Abbiamo dunque due punti di riflessione:

a)Ho ancora molte cose da dirvi; ma non sono per ora alla vostra portata;”

b) “In quel giorno non mi rivolgerete alcuna domanda.”

So di persone che hanno potuto contemplare il Risorto come in visione (1) e nella loro testimonianza si apprende proprio questo: nel momento di questo incontro spirituale erano così ripieni della Sua presenza che sembrava loro di aver capito ogni cosa e non avevano davvero più bisogno di domandare nulla, perché erano nella verità del tutto. Allo stesso tempo, le stesse persone dichiaravano che poi, nel vivere di tutti i giorni, non era più così, la mente umana nella sua limitatezza faceva come da filtro a quanto sembrava loro di aver recepito all’atto della visione. Esperienze difficili da capire e da valutare. Però che adesso siamo limitati e che dopo, al ritorno di Gesù sapremo ogni cosa, è pur vero. La limitatezza è evidente perché spesso non sappiamo come pregare (2) e non sappiamo nemmeno come veramente saremo; almeno fino a che non sarà manifestato il Signore nel Suo regno (3).

Dunque terminando questa prima considerazione, possiamo dire che è normale avere tantissime domande, ma è anche saggio sapere che non a tutte possiamo arrivare, per ora, a dare risposte. Crediamo però che quando saremo in presenza del nostro Signore che viene, sapremo e capiremo ogni cosa.

La seconda considerazione che vorrei proporre è questa: La Scrittura biblica nel suo insieme è una lettera complessa, scritta al popolo giudaico-modello e poi aperta a tutti noi. Il suo fine è di ricordarci le radici della nostra identità in Dio Creatore e l’obiettivo della nostra vita terrena, che è la salvezza dalla morte in cui siamo tuttora immersi, approdando nell’eternità, in cui di nuovo saremo con Dio, in una Terra nuova. Vi sono moltissimi punti volutamente in penombra (4) che da una parte inevitabilmente ci spingono a volerne sapere di più, dall’altra ci fanno sentire molto piccoli. Un cielo stellato ci fa capire che le stelle ci sono; non ci fa subito capire come sono fatte e se sono abitate. Noi da tutti questi puntini luminosi che compaiono ogni tanto a trapuntare la Scrittura possiamo capire che la Bibbia è uno scritto per noi piccoli, ma che abbiamo in noi stessi il germoglio del Risorto e che siamo destinati a scoprire grandi cose: “Sappiamo infatti che quando verrà disfatto questo corpo, nostra abitazione sulla terra, riceveremo un'abitazione da Dio, una dimora eterna, non costruita da mani di uomo, nei cieli. Perciò sospiriamo in questo nostro stato, desiderosi di rivestirci del nostro corpo celeste.” (2Corinzi 5:1-2) Noi veniamo avvicinati uno spazio ad una realtà celeste che non possiamo ancora contemplare; ad un tempo sconosciuto che abbraccia tutto il nostro piccolo tempo terreno che chiamiamo eternità.

In questa ottica ecco che quelle misteriose particelle luminose appaiono come un contorno al tema centrale, cioè “Dio con noi” che si rivela gradatamente al maturare del nostro cuore. Noi prendiamo tutte queste parti e le accogliamo con timore ed interesse aspettando che il Signore ce le riveli, ma concentrandoci sull’essenziale biblico, perché adesso è il tempo in cui il credente è tenuto più che mai a non distrarsi a perdersi nei particolari non essenziali per la sua salvezza.

Risposta alla domanda: (Vorrei sempre sottolineare la mia piccolezza, sono solo uno che ama il Signore come voi e quanto espongo è solo il pensiero risultante tra il materiale trovato a la riflessione cristiana) Sgomberiamo subito il campo da una “insidia” teologica: “Chi concede o dispensa lo Spirito Santo? Il Padre o il Figlio o entrambi?” Da secoli la Chiesa cattolica e la Chiesa ortodossa sono divise nel tentare di dare una risposta precisa a queste domande nella questione del “filioque” (5). A noi questa disquisizione non sembra molto rilevante ai fini della salvezza. Ci concentreremo invece sul senso della domanda sperando di averla capita bene: “se Gesù era senza peccato e se prima dell’incarnazione era già permeato dello Sp. Santo, come poteva/doveva ricevere lo Spirito Santo nel Giordano?”

Credo che il primo dubbio sia venuto proprio a Giovanni Battista: «Sono io che ho bisogno di essere battezzato da te, e tu vieni da me?» (Matt. 3:14). Infatti Giovanni Battista prima del battesimo di Gesù aveva detto: “Io vi battezzo con acqua, in vista del ravvedimento; ma colui che viene dopo di me è più forte di me, e io non sono degno di portargli i calzari; egli vi battezzerà con lo Spirito Santo e con il fuoco.” (Matt. 3:11 e anche Luca 3:16). Dunque Giovanni Battista sapeva che Gesù avrebbe poi battezzato anche nello Spirito Santo, per questo probabilmente ebbe lo stesso dubbio del nostro caro amico lettore.  

Cerchiamo di comprendere la risposta di Gesù, perché qui sta la chiave della comprensione:  “Ma Gesù gli rispose: «Sia così ora, poiché conviene che noi adempiamo in questo modo ogni giustizia». Allora Giovanni lo lasciò fare.” (Matt. 3:15)

Gesù non dice che l’affermazione di Giovanni sia falsa (quindi implicitamente potrebbe anche aver accolto il senso della rispettosa opposizione di Giovanni Battista),  tuttavia gli dice che è bene che loro due si comportino in questo modo (facendo il battesimo) per “l’adempimento di ogni giustizia”. Gesù non intendeva la giustizia levitica (6) ma la giustizia che il Messia avrebbe reso ai peccatori. Ora per poter offrire questa giustizia ai peccatori, il Messia avrebbe dovuto identificarsi con loro. Gesù non era un peccatore, ma si identificava con essi per poterli salvare, liberare dalla morte dal peccato attraverso la morte in croce e la successiva resurrezione “conviene che noi adempiamo in questo modo ogni giustizia”. Identificarsi coi peccatori significava dunque anche presentarsi, come gli altri peccatori, a Giovanni Battista, per ricevere il battesimo come loro. Secondo il Barbieri il vero significato della parola ”battesimo” sta proprio in questa immersione/identificazione coi peccatori.

Ma la caratteristica più importante del battesimo di Gesù sta nella Sua approvazione dal cielo: mentre Gesù usciva dall’acqua, lo Sp. Santo scendeva su di Lui in forma di colomba. Gesù “morto al peccato” saliva e lo Spirito Santo scendeva su di Lui. La forma resa visibile, come la voce del Padre resa udibile, rivestono l’evento di una solennità e di una potenza soprannaturale, come l’inizio di una fase fondamentale decisiva per la storia dell’umanità. Una testimonianza pubblica.

Ora sapere se Gesù avesse già in se stesso lo Spirito Santo oppure ne ricevesse in quel momento la pienezza, credo sia fuori dalla nostra portata. Possiamo solo dire quello che disse Gesù: «Sia così ora, poiché conviene che noi adempiamo in questo modo ogni giustizia».

L’ultima considerazione, piuttosto provocatoria per alcuni che mi scrivono dicendo che in fondo non è importante battezzarsi per un credente, è la seguente: se Gesù, nonostante fosse il Cristo, accettò di fare il battesimo da adulto, per immersione, e se ha detto poi agli apostoli: “Andate dunque e fate miei discepoli tutti i popoli battezzandoli nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo” (Matteo 28:19), allora perché noi non dovremmo farlo? Se anche non capiamo tutto del perché di una testimonianza pubblica, non dovremmo assomigliarGli e magari anche ubbidire?

 

 NOTE

(1) l’apostolo Paolo parla di questa esperienza in  2Corinzi 12:2 “Io conosco un uomo in Cristo che, quattordici anni fa (se con il corpo o fuori del corpo non lo so, Dio lo sa), fu rapito fino al terzo cielo..”

(2) Romani 8:26 “Allo stesso modo ancora, lo Spirito viene in aiuto alla nostra debolezza, perché non sappiamo pregare come si conviene; ma lo Spirito intercede egli stesso per noi con sospiri ineffabili;”

(3) 1Giovanni 3:2 “Carissimi, ora siamo figli di Dio, ma non è ancora stato manifestato ciò che saremo; sappiamo però che quando egli sarà manifestato, saremo simili a lui, perché lo vedremo come egli è.”

(4) Un solo esempio di personaggi ed argomenti  misteriosi è il re e sacerdote dell’Altissimo Melchisedec  (Gen. 14:18); “È senza padre, senza madre, senza genealogia, senza inizio di giorni né fin di vita, simile quindi al Figlio di Dio. Questo Melchisedec rimane sacerdote in eterno.” Ebrei 7:3.

(5) “Filioque”: L'espressione latina Filioque significa "e dal Figlio". Nel contesto della frase qui ex Patre Filioque procedit (che procede dal Padre e dal Figlio), essa esprime la dottrina della Chiesa cattolica che lo Spirito Santo proviene dal Padre e dal Figlio congiuntamente, provenienza che secondo la stessa dottrina può essere descritta anche come qui ex Patre per Filium procedit (che procede dal Padre per mezzo del Figlio). A tale dottrina si dà il nome di filioquismo, mentre alla dottrina contraria, secondo la quale lo Spirito Santo procede unicamente dal Padre, si dà il nome di monopatrismo (Wikipedia).

(6) Commento a Matteo di Louis A. Barbieri Jr. in “Investigare le Scritture” –La Casa della Bibbia-

 

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