Bollettino libero cristiano evangelico  della "Piccola Iniziativa Cristiana" a cui tutti possono partecipare utile per la riflessione e lo studio biblico

 

CHE NE SARA’ DI  CHI NON CONOSCE IL CRISTIANESIMO MA VIVE NELLA GIUSTIZIA? – risposta in breve di Renzo Ronca – 13-9-16

DOMANDA: …chi non è battezzato e ignora la religione cristiana che fine farà dopo la morte se è vissuto nella giustizia? leggo le risposte tutte evasive e mi chiedo con che faccia si scrivono tante stupidaggini invece di affermare "non lo sappiamo"…

RISPOSTA: E’ vero, con certezza non lo sappiamo. Tuttavia possiamo avvicinarci abbastanza se meditiamo con umiltà e cautela qualche insegnamento scritturale, come lei accenna. Le espongo il mio pensiero (spero) in maniera semplice su questo difficile punto:

Faccio riferimento a quanto l'apostolo Paolo dice in Romani 2:12-16

“12 Infatti, tutti coloro che hanno peccato senza legge periranno pure senza legge; e tutti coloro che hanno peccato avendo la legge saranno giudicati in base a quella legge; 13 perché non quelli che ascoltano la legge sono giusti davanti a Dio, ma quelli che l'osservano saranno giustificati. 14 Infatti quando degli stranieri, che non hanno legge, adempiono per natura le cose richieste dalla legge, essi, che non hanno legge, sono legge a se stessi; 15 essi dimostrano che quanto la legge comanda è scritto nei loro cuori, perché la loro coscienza ne rende testimonianza e i loro pensieri si accusano o anche si scusano a vicenda. 16 Tutto ciò si vedrà nel giorno in cui Dio giudicherà i segreti degli uomini per mezzo di Gesù Cristo, secondo il mio vangelo.”

 Dal v.14 si può comprendere che i non-giudei (cioè secondo la mentalità giudaica “coloro che non conoscono Dio” e che sempre secondo la loro mentalità, erano per questo già condannati in partenza) “sono legge a se stessi”. Approfondendo questo concetto (le risparmio i passaggi), si arriva a capire che chi non conosce Dio sarà giudicato in base ad una sua “coscienza morale” (Witmer). Come se ciascuno di noi possa avere in se stesso una specie di valutazione interiore tra ciò che è bene e ciò che è male, scritta direttamente nel suo cuore a prescindere dal resto.

E’ mia opinione che ci sia una specie di “imprinting” di Dio nelle profondità del nostro cuore e che la parte cosciente di  noi stessi, cioè quella che prende le decisioni (“l’anima” secondo Paolo) sia comunque tesa a scoprirla e seguirla (da qui le varie inquietudini esistenziali).

E’ vero che tutto questo è ancora abbastanza confuso per noi, però come dice sopra al v.16, Dio conosce i cuori e verrà presto un momento in cui sarà tutto manifestato.

 

 

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